Sviluppato da More8Bit e pubblicato da Devolver Digital, Bleak Sword DX è un gioco d’azione veloce, brutale e dal livello di difficoltà molto intrigante. Il tutto condito con qualche elemento che ricorda vagamente i souls like e un rudimentale sistema da gioco di ruolo. Noi abbiamo affrontato ogni abominio su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Bleak Sword DX – mostri e sangue a non finire
Bleak Sword DX nasce per dispositivi mobile, nel dettaglio, come ex esclusiva Apple Arcade. Questo va tenuto a mente per innumerevoli motivi, soprattutto grafici e ludici. Detto questo, è inutile dire che la trama di Bleak Sword DX, seppur presente con tanto di prologo e mini cut-scene, risulta quasi essere un accessorio e in fondo va anche bene così. Serviva una ragione per massacrare mostri e il gioco la fornisce praticamente subito.
Prima di affrontare il canovaccio narrativo di Bleak Sword DX è bene dire che questa è l’edizione definitiva del titolo, con tutte le modalità e i DLC, oltre che con comandi rivisitati per adeguarsi alle console di riferimento. Appurato ciò, veniamo al piccolo omino stilizzato che è il nostro protagonista. Ma cos’ha di speciale il nostro piccolo guerriero? Ha ricevuto una profezia che gli ha mostrato dove recuperare tre cristalli di luce. Cristalli utili per sconfiggere la spada maledetta, un’arma che ha corrotto un principe che a sua volta ha fatto stragi nel suo stesso reame.
Tutto qui. La trama è quindi un viaggio nell’oscurità, in nove aree diverse, a loro volta frammentate in dieci livelli, con nemici, mid-boss e boss finali. L’obiettivo è recuperare i cristalli e affrontare la spada per purificare il mondo dal suo oscuro dominio. Niente di originale, nuovo o complesso. Ma in fondo Bleak Sword DX punta tutto sul gameplay e fa anche discretamente bene a farlo.
Uccidiamo tutti
La particolarità di Bleak Sword DX, oltre a uno stile grafico in pixel estremamente stilizzato e a una scelta cromatica ferma a tre colori (bianco, nero e rosso), è la composizione dei livelli. Ogni livello è un diorama vero e proprio. Un diorama di cui vedrai tutto praticamente subito. La telecamera è fissa, quasi frontalmente, e tu potrai muoverti in profondità fin dove il diorama termina. Lo ammettiamo, in termini di stile, ci piace molto e funziona bene.
In termini pratici, lo scopo del gioco è quello di ammazzare tutti i nemici che appariranno in piccole orde. Terminati i nemici, il livello è superato e si procede al prossimo. Raramente ci sarà qualche differenza in termini di attività ed ecco perché si potrebbe percepire una certa e inevitabile ripetitività dell’azione (nonostante la durata relativamente breve del titolo). D’altro canto è innegabile che Bleak Sword DX può creare una certa dipendenza dovuta principalmente a un gameplay rapido, veloce e molto soddisfacente.
Scendendo nel dettaglio, noi avremo il controllo del piccolo guerriero armato di spada e scudo. Oltre ai fendenti, il piccoletto può rotolare, e quindi schivare, ma anche usare lo scudo per evitare danni e contrattaccare. E a tal proposito, è essenziale imparare a difendersi e no, non è una cosa semplicissima in quanto ogni nemico ha un suo pattern d’attacco e quando te li ritrovi in gruppo, la situazione si complica non poco. E se te lo stai chiedendo, sì, si complica anche e soprattutto per l’essenza stessa del diorama.
Essendo le aree circoscritte, ti ritroverai in arene ristrette, quasi sempre senza riparo o vie di fuga. Inoltre, alcuni livelli hanno dei punti ciechi come il retro degli alberi. Ottimo rifugio per assalti nemici. Da non sottovalutare neanche l’impatto del suolo con aree dove il movimento viene rallentato. Insomma, il diorama, ossia l’arena, è studiata bene e il suo variare, seppur di poco, garantisce sfide quasi sempre appaganti.
Il piccolo protagonista oltre alla barra dell’energia ha anche quella della stamina che si consuma man mano che eseguiamo attacchi fino a fermarsi di colpo quando si esagera (sbuca una piccola X bianca ai nostri piedi che ci vieterà di sferrare colpi per pochi secondi). Tranquillo la stamina si ricarica automaticamente col tempo ma tu dovrai stare attento a non farti ammazzare prima. E per provare ad agevolare la vita dei giocatori, il nostro eroe può portare con sé due oggetti.
Che sia un equipaggiamento con bonus passivo o un oggetto con bonus temporaneo da utilizzare durante il combattimento, gli oggetti sono un bene prezioso che offrono non pochi aiuti ma che rischiano di essere persi non appena si va game over. E non solo gli oggetti. Anche l’esperienza accumulata viene persa, proprio come in un souls like. Ma ancora una volta, nessun problema gravissimo, basterà superare subito il livello dove si è perso la vita per recuperare oggetti ed esperienza.
Il livello di difficoltà, come accennato, non è da sottovalutare con momenti che potrebbero creare frustrazione in chi è meno paziente. D’altro canto, non siamo assolutamente ai livelli di difficoltà di un vero souls like. Anzi, Bleak Sword DX si dimostra decisamente più accessibile e semplice da padroneggiare. Oltre alla campagna principale, sono presenti altre modalità puramente accessorie atte a provare ad allungare la vita del titolo come sfide ad arena e boss rush (niente di originale o memorabile).
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Bleak Sword DX o lo si ama o lo si odia. Niente mezze misure. Personalmente lo stile in pixel e la scelta cromatica, l’abbiamo trovata azzeccata e offre una buona identità al titolo. Certo gli elementi degli ambienti e i nemici tendono a ripetersi un po’ troppo ma il risultato finale è comunque gradevole e il tutto senza problemi di sorta per animazioni e fluidità.
Il sonoro si difende bene con tracce orecchiabili e gradevoli seppur non memorabili. Buoni anche i pochi effetti sonori. Da segnalare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana, anche se la mole di testo è bassissima. Infine entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo funzionano decisamente bene con quella portatile che è semplicemente ideale per la tipologia di gioco improntato essenzialmente su partite brevi mordi e fuggi.