Se osservassimo ogni influenza che un gioco possa avere, ci stupiremmo di cosa vedremo ad ogni titolo, Blightbound compreso!
A difesa di un mondo in balia dei titani, la Blightbound impegna ogni potere a sua disposizione per vincere, ma a che prezzo! Dopo la violenta battaglia, il cadavere del mostro rilascia una ultima, potente maledizione: un velo oscuro e pieno di pericoli avvolge il mondo, trasformando i pochi umani rimasti in sopravvissuti, costringendoli a nascondersi.
Col tempo, cultisti, mostri grotteschi e divinità malvagie hanno popolato il “Blight”, la nebbia maledetta e spetta ancora una volta agli eroi leggendari l’arduo compito di trovare una soluzione finale al problema: noi siamo la Blightbound!
Partendo come prigioniero di questo stesso male, il nostro obiettivo sarà quello di ricostruire la Blightbound e viaggiare per ogni angolo del Blight per trovare alleati potenti e fermare ogni sostegno di questo male, il tutto condito con sezione di dungeon Crawling e stili molto familiari, conditi da una difficoltà altalenante ed a volte frustrante.
Siamo pronti? Ecco la nostra recensione del titolo Ronimo: Blightbound!
Blightbound: tante influenze, un solo risultato
I primi segmenti del tutorial ci presentano il mondo appena dopo la caduta del titano: nebbia, morte ed il disperato bisogno di aiuto spingono i primi 3 eroi in nostro possesso a ricomporre il gruppo e sopravvivere al Blight. Le tre classi disponibili sono Guerriero, tank del gruppo; Assassino, damage dealer e Mago, supporto incaricato di curare e fornire utilità allo scontro.
Ogni classe presenta elementi tipici e chiave di ogni RPG: parare ed attirare l’attenzione del nemici, infliggere ingenti danni in pochissimo tempo o fornire cure e effetti di controllo. Ogni personaggio presenta inoltre una propria storia, equipaggiamento, statistiche ed abilità: di eroe in eroe vedremo combinazioni sempre più forti ed in grado di ridurre a 0 la difficoltà del gioco, rendendo il tutto un interessante balletto di coordinazione con i propri amici…o con una IA che è in costante bilico tra il genio o il bloccarsi lungo i muri…
Gli elementi di Blightbound urlano a gran voce molte ispirazioni: dagli elementi di Dungeon Crawling alla Diablo, una difficoltà degna dei Souls ed aspetti davvero poco equilibrati, ma attui ad ucciderci come nel caso di Darkest Dungeon.
Fortunatamente i pregi sono oltre i difetti!
Una missione alla volta…
Blightbound fa del suo punto di forza la rigiocabilità di ogni missione. Una volta selezionato il proprio eroe ed un breve matchmaking si potrà decidere una delle missioni disponibili, ognuna con difficoltà variabile che viene deciso ad ogni nuova avventura. Tali missioni sono veloci e molto semplici: ogni area presenta scontri hack ‘n slash dove poter sfruttare ogni abilità e sinergia tra i campioni per poter ridurre le probabilità di fallimento. In base alla difficoltà selezionata, gruppi più o meno numerosi di nemici ed èlite faranno la loro comparsa, ognuno con lo scopo di porre fine all’avanzata degli eroi.
Che sia in compagnia di amici o della IA del gioco, ogni trappola, rompicapo e scontro sarà altamente mortale e richiede la più completa organizzazione. Fortunatamente il gioco non riesce ancora a gestire una intelligenza artificiale in grado di fornire pieno sostegno e supporto, risultando sì davvero potenti durante gli scontri, ma anche noncuranti di dove siano posizionato o quali rompicapo attivare… per il resto i bot vengono dotati di equipaggiamento leggendario e quindi, con le giuste attenzioni, potrebbero letteralmente giocare il livello per noi.
Al termine di ogni missione, oro, potenziamenti, equipaggiamento raccolto e ed eoi soccorsi viene portato all’accampamento ed il personaggio che abbiamo utilizzato aumenta di 1 livello.
La pura esplorazione… o quasi!
Il gioco presenta un pool molto ridotto di missioni, ma dalla longevità e rigiocabilità variabile in quanto, ad ogni nuova avventura, ogni missione sarà definita da un modificatore di difficoltà basato sul nostro equipaggiamento attuale e definirà la quantità di nemici, il loot e risorse ottenibili e la letalità degli incontri. Inutile dire che ad ogni vittoria il tutto viene nuovamente “rimescolato”, impedendo che il giocatore possa focalizzarsi sulla stessa missione disponibile.
Sfortunatamente questo impedisce ai giocatori alle prime armi di esplorare liberamente da subito ogni missione disponibile, in quanto la difficoltà “impossibile” sarà presente fin dalla seconda missione, costringendo i neofiti a dover rigiocare le stesse 3 missioni in croce fino al raggiungimento di una potenza accettabile, cosa avvenuta dopo circa una quindicina di ore…
Ogni missione ha la sua locazione e scopo, mentre gruppi di nemici e la quantità di quest’ultimi sarà definito dalla difficoltà, scalino che viene sentito maggiormente durante lo scontro dei Boss, enormi sacchi di carne che uniscono meccaniche presenti nel livello, ma che non sanno dare il giusto spazio a gruppi di avventurieri poco esperti, risultando molto spesso in party kill proprio all’ultimo secondo, causando molto sconforto.
Anche nel fallimento, però, loot e ritrovamenti vengono mantenuti, privando il giocatore solo del livello del proprio personaggio: un giusto compromesso, ma che potrebbe essere ancora meglio se il tutto non si riducesse a quel singolo scontro con un boss che ci vuole morto a tutti i costi!
Tanti eroi, tanta personalizzazione
Blightbound, nella sua versione PS4/PS5, presenta fino a 20 personaggi giocabili, tutti ottenibili casualmente durante le missioni disponibili ad ogni avventura.
Ogni eroe presenterà un set di abilità che caratterizzano la propria classe. Molti eroi avranno combinazione di abilità passive ed attive, mentre la meccanica principale sarà fissa: il guerriero potrà sempre contare sulla sua parata ed attacco potenziato, ma avrà set di abilità differenti, come evocare una coppia di guerrieri di supporto, offrire aree di danno potenziato, attirare l’attenzione di ogni nemici nel raggio del suo urlo o partire alla carica bellicosa contro i nemici.
Anche le abilità supreme variano da personaggio a personaggio di ogni classe, ed ognuno di essi propone combinazioni diverse, creando spazio per un possibile META e favorendo combinazioni sempre nuove tra gli eroi.
Per fortuna l’avanzamento e sviluppo del personaggio è tanto veloce quanto tecnico. Ad ogni spedizione completata, avanzeremo di livello con l’eroe scelto e potremo spendere 3 punti abilità in 5 voci che rispecchiano il buon vecchio RPG: Forza, Agilità, Vitalità, Volontà e Fortuna influiranno sui danni inflitti, la velocità, i danni e la possibilità di critico, il tempo d’attesa delle nostre abilità ed il loot che possiamo trovare. Ogni classe prediligerà sviluppi differenti, aiutati soprattutto dalle abilità disponibili e variabili di ogni personaggio.
La storia del gioco ruota intorno a due punti cruciali: la storia relativa alla Blightbound e quella legata al personaggio che stiamo giocando. Ogni eroe avrà obiettivi e scopi differenti tra loro, segnando su ogni mappa ciò che dovremo fare. Ogni conclusione della storia ricompensa il giocatore con un trofeo, quindi la scelta è puramente a discapito del giocatore su quale completare.
L’equipaggiamento invece è una delle grandi noti dolenti del gioco. Esso infatti sarà gestito dai ritrovamenti durante la missione, e man mano che avanzeremo di livello col nostro accampamento potremo sbloccare artigiani che forniranno equipaggiamento, potenziamenti e forgiatura.
Sfortunatamente non potremo mettere le mani su potenziamenti incredibili o anche solo l’equipaggiamento non-comune, in quanto dovremo attendere molto tempo per poter utilizzare la forgia perché i progetti disponibili verranno aggiunti al raggiungimento di un determinato livello di “prosperità” che gestisce tutta la base di Blightbound.
In compenso potremo livellare molto velocemente i nostri eroi e sopperire a mancanza di equipaggiamento con le semplici statistiche in attesa di sbloccare il necessario per potenziarsi anche passivamente!
Un’esperienza non proprio “Amichevole”
Purtroppo Blightbound non tiene per mano nessun giocatore neofita. Tra elementi di tutorial presentati sotto forma di wall text enormi le varie meccaniche vengono introdotte senza davvero aiutare il giocatore a costruire il proprio personaggio o equipaggiamento, lasciando sì tanta libertà per un ipotetico end-game, ma che impedisce ai giocatori appena arrivati di superare anche solo i primi livelli!
Altro scoglio sono le difficoltà enormi già presenti dalla seconda spedizione: arrivati a malapena al livello 2 non potremo mai e poi mai intraprendere una spedizione di livello 17, denominata dallo stesso gioco “IMPOSSIBILE”, tagliando molte possibilità di avventura e costringendo il giocatore a ripetere missioni che non sembrano fornire una giusta via di mezzo.
Ovviamente comprendiamo l’intera ottica sul fornire uno scopo anche dopo aver raggiunto un livello alto, ma senza dare la possibilità adatta al giocatore difficilmente arriverà anche solo al livello tale da entrare nei dungeon “IMPOSSIBILI”!
Fornire la giusta sfida al giocare è la chiave di ogni gioco, cosa che Blightbound manca quasi di proposito per lanciare un costante guanto di sfida al giocatore, ma che molte volte lo scoraggia anziché spornarlo. Ad ogni modo preso il giusto ritmo, quasiasi missione faremo sarà incentrata sul “chi vive?”, quindi tutto quello che serve è poter abituarsi alla difficoltà del gioco ed apprendere i pericoli presenti… il tutto saprà ricompensarsi autonomamente con le ore di gioco.
Ovviamente la pazienza in questo caso è oro, in quanto con ogni livello di prosperità raggiunto potremo mettere le mani di creazioni di alto livello, equipaggiamenti più sostanziosi e potenziamenti adatti, ma il prezzo da pagare è forse fin troppo frustrante per essere accettato da tanti, mentre chi vede nella difficoltà e lentezza di gameplay il proprio cavallo di battaglia, allora Blightbound è il titolo da comprare ad occhi chiusi!