Guardando al mercato mobile, a farla da padrone sono due elementi: titoli con grafica pixellosa-rétro e gestionali di varia natura tra cui i farming simulator. Blocky Farm, di cui ti parlerò oggi, come suggerisce il titolo, unisce questi due aspetti, evidenziando allo stesso tempo le sue origini di titolo per smartphone.
Nella vecchia fattoria
Trattandosi di un gestionale, la trama non è che un accenno e un pretesto per dare il via all’azione: come protagonisti entriamo in possesso della fattoria appartenuta ai nostri antenati e ormai in rovina. Ma siccome, si sa, oggi sempre più persone fuggono il caos delle città per una più tranquilla dimensione agreste, eccoci tornare carichi di ricordi e pronti a far risplendere la nostra fattoria.
Il gameplay di Blocky Farm
In Blocky Farm, ristrutturare la vecchia masseria dei nonni è solo il primo passo che ci vedrà impegnati a costruire una vera e propria azienda agricola in cui la fattoria è il nucleo centrale. Inizialmente, avremo a nostra disposizione solo un po’ di terra da dissodare e coltivare, ma in breve installeremo le prime stalle in cui allevare galline e mucche.
Insieme al mulino, questo sarà il punto di inizio per la nostra attività che consisterà nel coltivare il grano, molirlo nel mulino e farne un pastone per i nostri animali, che in cambio ci daranno amore e prodotti come uova e latte. Trattandosi di un gioco che si dichiara amico dei vegetariani (e dei vegani), i nostri animali saranno sempre in buona salute e dovremmo tenere alto il loro umore: niente macelli e salsicce varie!
La nostra fattoria non è comunque un ecosistema chiuso, per cui gli abitanti dei dintorni verranno a trovarci e non saranno solo visite di cortesia. Ognuno di loro ha infatti quella che potremmo definire un’attitudine e sulla base di questa ci daranno vari incarichi, utili a guadagnare preziose monete da spendere nelle infrastrutture necessarie allo sviluppo della nostra attività.
Questi compiti fungono in parte anche da tutorial che ci illustrano man mano cosa sbloccare; ciclicamente completandoli riceveremo anche ricompense speciali come parti di progetti con i quali realizzare accessori per il nostro animale domestico oppure edifici da acquistare più in là.
Ne deriva che il gameplay è molto semplice e ci vedrà “tappare” in giro per la mappa per svolgere le varie attività, come nella controparte mobile, oppure utilizzare il pad analogico della nostra Switch come fosse un mouse. Entrambe le modalità funzionano bene e quindi sta solo al giocatore scegliere quella che preferisce.
Oltre a produrre per il fabbisogno della fattoria, potremo cedere i prodotti in eccesso che teniamo nel nostro deposito, mettendoli in vendita appena fuori la nostra azienda; in cambio riceveremo principalmente soldi, ma anche qualche piccolo bonus. Noi stessi potremo di tanto in tanto recarci in città per acquistare beni di prima necessità che non saremo in grado di produrre, come medicine e cibo per il nostro amico a 4 zampe.
Trattandosi di un titolo che viene messo in vendita sullo store Nintendo, diversamente dalla controparte mobile in questa versione non esistono le microtransazioni: tutto quello che dobbiamo costruire o raccogliere andrà quindi ottenuto senza scorciatoie e con il nostro duro lavoro; ma la soddisfazione di amministrare col tempo un conglomerato agricolo che comprenda strutture come zuccherifici, forni e quant’altro ci ripagherà dell’attesa.
Segnali di stile
Blocky Farm, come già lascia intuire il nome si presenta con una piacevole grafica quadrettata e multicolorata. Il gioco non ha pretese di realismo, il che si traduce in un’esplosione di colori e di animali più simili a un cartone animato che a creature davvero esistenti.
Anche i cittadini con cui interagiremo sono volutamente sopra le righe e tra maiali con gli occhiali da sole e cani con simpatici copricapi, spesso scorreremo la mappa di gioco e ci verrà da sorridere. Per esempio, una gag ricorrente all’interno del gioco, che con il tempo diventa un vero e proprio meme, vede il nostro povero Fido ripetutamente schiacciato da chiunque passi per la nostra fattoria… salvo poi tornare in piedi con un buffo pop!
Trattandosi di un titolo ad ambientazione agreste, l’accompagnamento musicale è tipicamente country, con ritmi allegri suonati con il più classico dei banjo che ci riportano alle sagre agresti di certi film americani.