Il CEO di Bloober Team, Piotr Babieno, ha recentemente rilasciato un’intervista a Gamesindustry parlando del percorso che sta facendo l’azienda.
Tra i tanti argomenti toccati ce n’è uno particolarmente interessante. Il direttore ha dichiarato che lo studio è al lavoro su un nuovo titolo horror già da circa un anno e sarà distribuito da un publisher famoso (senza specificare il nome).
“Stiamo lavorando da più di un anno so un altro progetto videoludico, un’altra IP horror, e lo stiamo facendo con un publisher molto famoso. Non posso dirti chi. Non posso rivelarti di cosa si tratti, ma sono sicuro che quando le persone sapranno a cosa stiamo lavorando, saranno davvero eccitate”.
Bloober Team: la crescita dello studio
Nell’intervista Babieno ha affermato che lo studio ha avuto due momenti cruciali per la sua crescita che possono essere identificati in due anni: il 2014 e il 2021.
Nel 2014 la software house polacca ha pubblicato Basement Crawl su PlayStation 4 e il risultato è stato disastroso, tant’è vero che il gioco è risultato essere il peggior titolo del periodo.
Questo errore ha fatto riflettere gli sviluppatori, i quali si sono resi conto che con questo titolo hanno cercato di copiare i successi dei competitor anziché focalizzarsi sui propri punti di forza e sulle proprie unicità.
Da quest’autoanalisi il risultato è stato un cambio di rotta di genere, spostando il focus su titoli horror. Da qui sono nati i vari Layers of Fear, Observer, Blair Witch e infine The Medium.
Il 2021 è il secondo punto di svolta proprio grazie a The Medium perché in questo progetto gli sviluppatori hanno concepito e lavorato su idee videoludiche a cui credevano molto.
Infatti quest’opera è un vero e proprio trampolino di lancio per Bloober Team verso la produzione di giochi sempre più sofisticati. La nicchia videoludica in cui Bloober Team vuole inserirsi è un mix tra horror e thriller con meccaniche d’azione. I modelli di riferimento sono The Last of Us, Resident Evil 8 e Hellblade 2.
Ironicamente possiamo notare che The Medium non solo collega l’aldilà col regno dei vivi come all’interno del gameplay ma metaforicamente è un ponte anche per l’evoluzione dello studio, il passaggio tra la produzione di giochi poco importanti ai double o triple A.