Una premessa onesta
Appena si avvia Blue Rider nella console la sensazione di avere tra le mani qualcosa di divertente e semplice prende subito il sopravvento. Grafica coloratissima, menu senza fronzoli, comandi essenziali e musica quasi 8 bit.
Per un vecchiaccio come me la memoria si fa avanti e mi ricorda quei bei titoli da Commodore 64 con cui passavi ore a distruggere tutto pensando ad un unico obiettivo: fare punti su punti su punti per battere anche i nomi falsi come la 3 euro che ritrovavi in classifica.
Ed il tempo passava e tu ti divertivi, specialmente perchè non è che ci fosse quella grande scelta di giochi. Ma erano gli anni ’80, le pretese erano poche e l’effetto WOW arrivava anche solo dal fatto che la cassetta non venisse mangiata dal lettore.
Come si gioca a Blue Rider
Blue Rider è uno sparatutto a scorrimento sviluppato da Ravegan e distribuito da Eastasiasoft Limited. Il gioco si sviluppa con visuale dall’alto con percorso non forzato dallo schermo che avanza ma con la possibilità di tornare sui propri passi e a volte scegliere un percorso alternativo.
L’obiettivo è distruggere nemici meccanici a bordo della nostra navicella, prima che l’energia, recuperabile attraverso sfere luminose, arrivi a 0.
Puoi sparare con l’arma primaria (credo siano 3 tipi, semplice da danno medio, veloce da precisione e alto impatto, a cono con poco danno ma area maggiore) selezionabile (e potenziabile) unicamente raccogliendo dei rari power-up e con l’arma secondaria, una scarica di missili accumulabili fino a 7. Ci si muove con lo stick di sinistra, si ruota con lo stick di destra, scegliendo se correre o meno usando uno dei due z del pad.
Alla fine di ogni livello (ne ho trovati 9) c’è un boss che dovrà essere affrontato in una sorta di mini arena e che all’esplosione dello stesso rilascerà una serie di punti e recuperi di energia.
Blue Rider è interamente localizzato in italiano su Nintendo Switch.
Semplice, vero?
Effettivamente semplice è la parola che vi verrà in mente ogni volta che proverete Blue Rider.
Il titolo è altamente giocabile e fluido ma ha un difetto da non trascurare purtroppo: non diverte. Non voglio sembrare esagerato ma bisogna che con sincerità si dica criticamente la verità, giocare a Blue Rider non ti fa venire voglia di tornare ad avviarlo troppo spesso.
Questo non vuol dire che sia fatto male, anzi. Tecnicamente ha un buon reparto grafico ed una sufficiente libreria audio in rapporto al prezzo bassissimo sugli store dei vari porting che ha ricevuto, è molto semplice da imparare ed è godibile in termini di stile, quasi fumettoso.
Il problema sta nel fatto che confondere semplicità con banalità è un rischio da accettare. Ravegan, una software house argentina, ha sempre lavorato per altri a titoli anche di un certo spessore, ma restando quasi sempre nell’ambiente Mobile. E la cosa si fa sentire troppo in Blue Rider. Sarebbe bastato aggiungere qualche sforzo in più sul sonoro, qualche potenziamento vero delle armi, una piccola componente multiplayer anche solo in locale e forse avrebbe meritato più attenzione.
Ma così com’è, senza un’accenno di storia pur essendo unicamente single player, con una varietà minima di nemici ed un’assenza di sfide, Blue Rider è un titolo consigliato solo per il prezzo. Sono sicuro che il team di Ravegan farà di meglio in futuro, la base di partenza è buona, ora serve il coraggio.