Sviluppato da Cosmi Kankei e pubblicato dallo stesso in sinergia con Eastasiasoft, è un’avventura top-down in pixel art con enigmi basilari e una manciata di stravaganti mini giochi, il tutto con creature ammiccanti e provocanti. Noi abbiamo vestito i panni di un coraggioso e giovane fotografo su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Boo Party – anche i mostri sono sexy, fotografali!
La narrativa di Boo Party è decisamente stravagante e volutamente trash. Noi impersoniamo un giovane che viene ingaggiato da una scienziata, decisamente pazza oltre che formosa, per una investigazione paranormale. Nel dettaglio, c’è una magione, non molto distante dalla scienziata stessa e dal suo bizzarro e fantascientifico furgone, che sembra essere decisamente infestato. Noi abbiamo il ruolo di scoprire cosa sta succedendo ma, soprattutto, di fare delle foto.
Esatto, siamo un fotografo del paranormale, o qualcosa di molto simile, e dobbiamo scattare foto alle creature base delle fondamenta dell’orrore (da vampire a demoni, succubi e quant’altro). Ma lo scopo della ricerca è leggermente diverso dal solito: non basta svelare che esistono, bisogna svelare il loro lato “sexy” (un elemento quest’ultimo, quasi costante nelle produzioni Eastasiasoft). Esatto, anche i mostri sanno essere sexy e questo è il nostro scopo, fare delle foto che possano confermare tutto ciò.
Eccoci quindi intrufolare all’interno di questo maniero abbandonato e che, almeno di facciata e molto da lontano, rievoca ben altri manieri videoludici famosi (Maniac Mansion dice qualcosa?). L’interno, ben presto, viene però mutato di colpo e al posto di ruderi, pavimenti malandati e pareti inaccessibili, ci ritroveremo immersi in saloni sontuosi, stanze piene di banchetti e un quantitativo enorme di creature strampalete.
Ci sono scheletri, fantasmi, succubi, abitanti dei mari, sirene, robot… non manca quasi niente. Ogni personaggio è lì impegnato in qualcosa e noi ci ritroveremo a interagire un po’ con tutti cercando di individuare le creature più sexy per cercare di scattar loro una foto. Cosa non semplice, lo diciamo subito. Le prescelte, infatti, pretenderanno qualcosa in cambio ed ecco quindi che ci rifileranno diversi incarichi da svolgere. Incarichi che ci porteranno a visitare il maniero in lungo e in largo, più e più volte, in un’avventura non memorabile, dall’intreccio narrativa decisamente blando ma che riesce, nel suo piccolo, quanto meno a strappare qualche piccola risata.
Esplorazione e mini giochi
Boo Party è un gioco d’avventura vecchio stile che crea un discreto effetto nostalgia e che prova a spezzare il ritmo, generalmente abbastanza compassato, inserendo sporadici mini giochi (nulla di nuovo, nonostante alcune derive più “sexy”). Esplorare la magione è abbastanza semplice, gli ambienti in pixel e la telecamera dall’alto, garantiscono un sistema di spostamento ed esplorazione già visto in centinaia di altri titoli.
E in effetti, Boo Party non innova assolutamente niente, anzi. Ci troviamo davanti un titolo che prova semplicemente a intrattenere dosando l’anima sexy (abbastanza limitata e ridotta a una manciata di foto e a qualche mini gioco) con quella da avventura con missioni di ricerca (abbastanza semplici). In effetti, ci ritroveremo a girare per gran parte del tempo, in una magione quasi labirintica (di cui si sente la mancanza di una mappa) parlando con chiunque perché, potenzialmente, chiunque, anche un png qualsiasi, può avere l’oggetto che ti serve.
Banalmente, una delle creature sexy ti chiederà di portarle un panino “completo”. Questo significa che dovrai girare per la magione alla ricerca dei singoli ingredienti e toh, il pomodoro lo ha un png con vicino un piccolo cestino rosso. Quindi occhio ai dettagli. E questa cura dei dettagli, seppur semplice, non ci è dispiaciuta anche se il titolo vive comunque di un ritmo lento, sicuramente non adatto a tutti. Non aiuta poi l’ambiente di gioco che, soprattutto all’inizio, pecca un po’ di ripetitività (specialmente estetica).
Venendo ai mini giochi, invece, non tutti sono perfetti e alcuni risultano addirittura frustranti. Basta poco, infatti, per perdere. Alcuni richiedono una precisione e un ritmo forse eccessivi. E il gioco ne è consapevole visto che esiste la possibilità di poterli bypassare direttamente. Una scelta, questa, che va a eliminare l’unico reale ostacolo, in termini di difficoltà ludica, del titolo. Almeno che non ti perdi nella magione alla ricerca di determinati oggetti o personaggi. Il protagonista, comunque, è dotato anche di un piccolo e comodo inventario oltre a una piccola gallery dove potrai rivedere gli scatti, abbastanza osé, che hai conquistato fino a lì.
Grafica e sonoro
Graficamente, il titolo non è malvagissimo. La pixel art funziona e crea un effetto nostalgia discreto e gradevole. Certo, png e location si ripetono un po’ troppo e non sempre c’è una giusta cura nei dettagli, ma il colpo d’occhio generale è comunque sufficiente e non è d’intralcio all’esperienza complessiva del titolo. Il sonoro, invece, è davvero orecchiabile e gradevole. Un mix di passato e moderno che funziona, cattura e non stanca.
Da segnalare che il titolo non presenta i sottotitoli in lingua italiana ma l’inglese utilizzato è abbastanza semplice e la mole di testa presentata non è elevatissima. Infine, Boo Party si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile decisamente più consigliata considerando la tipologia di gioco che ben si sposa a partite brevi (con tanto di salvataggio manuale immediato disponibile dal menù).