Book of Travels è sicuramente uno di quei titoli che, già dal suo annuncio, aveva incuriosito molto gli utenti grazie a delle premesse non proprio standard per un MMO. C’è da dire anche che questa sigla è stata prontamente rivista dallo sviluppatore e corretta in quella molto più adatta di TMORPG (Tiny Multiplayer Online Role Playing Game, tradotto in piccolo gioco di ruolo online multigiocatore).
Sigla veramente strana ma azzeccatissima. Solitamente gli utenti quando sentono la parola MMO, la associano a diversi esponenti del genere; dall’immortale World of Warcraft, passando per Final Fantasy XIV, TES: Online e derivati, fino ai battle royale come Fortine, Apex Legend e davvero molti altri che si sono alternati e che tuttora vanno avanti accompagnando i giocatori nelle loro partite online. Bene, mai paragone potrebbe essere più sbagliato.
Book of Travels si differenzia dai titoli citati prima quasi in tutto, ma principalmente dal fattore interazione con gli altri giocatori: mentre in altri giochi, che siano di ruolo o competitivi, quest’ultima è sempre presente, in questo titolo saranno ridotte all’osso. Difatti i server saranno popolati da un massimo di solo sette giocatori. Ma le differenze non sono tutte qui anzi, Book of Travels annienta anche le meccaniche che vedono il successo nel gioco derivare dalla forza del proprio personaggio, del party e dall’equipaggiamento ottenuto.
Si, il tutto è un po’ spiazzante ma forse Book of Travels potrebbe rappresentare finalmente qualcosa per chi volesse godere di un multigiocatore online senza l’oppressione di dover tenere il passo con gli altri, pena essere esclusi da diversi contenuti o dai team stessi. In quest’avventura ogni giocatore sarà unico.
Una volta avviata la partita, creeremo il nostro personaggio e verremo catapultati in un mondo ricreato con uno stile artistico unico, fiabesco, di quelli che puoi immaginare leggendo un libro fantasy; vasti paesaggi, fauna selvatica, orizzonti sconfinati a molto altro, ci faranno immergere totalmente in questa avventura senza tempo.
Un altro fattore spiazzante di Book of Travels è che, una volta iniziata la partita, non avremo nessun obiettivo o missione principale da affrontare per proseguire nella storia, ma saremo noi stessi a “scriverla”. Il titolo non vuole difatti proporre al giocatore il dover realizzare un obiettivo, ma più che altro fargli costruire tutto quello che ci sta in mezzo, facendogli appunto intraprendere un viaggio.
Book of Travels: il viaggio di una vita
Iniziata la partita allora, non ci resterà altro che viaggiare, esplorare, interagire con gli abitanti e cercare di capirne di più sulla storia del luogo, degli avvenimenti e molto altro, senza un vero obiettivo. Il tutto però prenderà forma man mano che otterremo informazioni sul mondo; abbiamo sentito voci di guardie che hanno bloccato una via per qualche motivo sconosciuto, perché non andare a indagare? Ma magari non vogliamo rogne allora prenderemo un’altra strada e arriveremo in un nuovo villaggio dove saranno presenti altre voci, persone, avvenimenti.
Questa assenza di obiettivi principali e scarsa popolazione dei server però non deve far credere che Book of Travels sia scarno in contenuti; la poca presenza di altri giocatori renderà ogni incontro un’esperienza unica, visto che la contrario di altri MMO la frequenza sarà molto ridotta. Formeremo un party? Ci scambieremo informazioni? La scelta sarà soltanto nostra. La scarsa popolazione del server poi contribuisce a rendere il mondo di gioco più personale e meno “abusato” da altri giocatori, in modo da viverlo appieno proprio come il titolo vuole proporci.
La mancanza di un filone principale poi, per quanto inizialmente possa risultare destabilizzante, man mano che la nostra storia prenderà forma riuscirà a donarci un senso di unicità che si è visto pochissime volte in altri videogiochi.
C’è da dire che comunque, vista la natura in accesso anticipato di Book of Travels, molti altri contenuti (capitoli) verranno aggiunti in futuro, magari introducendo altre meccaniche più social visto che questa prima parte è tutta all’insegna dell’introspezione e nel costruire un viaggio accompagnati da sé stessi.
Anche se saranno presenti, i combattimenti non avranno un ruolo cruciale nella storia e questo lo si può già intuire dalla creazione del personaggio, nella quale non avremo le classiche build di statistiche e abilità offensive e difensive, ma bensì saremo chiamati a costruire il nostro alter ego virtuale in modo più spirituale e caratteriale; dopotutto il compito principale del giocatore è camminare per il mondo, ascoltare le persone e risolvere piccoli problemi man mano che acquisiscono una maggiore comprensione della tradizione dei luoghi.
Tirate le dovute somme, Book of Travels è un’esperienza che va più vissuta che raccontata, ma in generale lo si può definire come un titolo unico nell’ambito dei giochi online il quale punta a offrire al giocatore un viaggio diverso dal solito, uno di quelli dove non si conosce la metà finale ma che, un po’ come la vita, lo si costruisce passo dopo passo.