Se c’è una cosa che apprezzo molto nei videogiochi, così come in qualsiasi altra forma d’intrattenimento, è quella di poter vivere esperienze in grado di arricchirmi in qualche modo e che vadano quindi oltre l’essere un semplice passatempo. Per far sì che questo accada, personalmente, basta davvero poco e le volte in cui mi ritrovo a mettere un gioco in pausa solo per andare a informarmi su qualcosa che ho letto o che abbia semplicemente stimolato la mia curiosità, sono moltissime.
Bookbound Brigade, sviluppato da Digital Tales, è sicuramente un buon esempio di come attraverso il videogioco si possa agevolmente stimolare la voglia di conoscere e l’interesse dei suoi fruitori. Prima di tuffarci a bomba nell’analisi del gioco in questione, permettimi dunque di sottolineare quanto prezioso e mai scontato sia un dettaglio di questo tipo, che ti anticipo già esser stata la chiave di volta nella decisione del mio voto finale.
Il libro complessivo e unitario, somma delle nostre letture
La trama di Bookbound Brigade si apre al giocatore attraverso una breve e simpatica scenetta in cui, subito dopo aver saputo dell’esistenza di un Tomo dei Tomi che racchiude in sé tutta l’inestimabile conoscenza derivata dai libri, veniamo colti alla sprovvista dal suo furto a opera di un misterioso figuro apparentemente intenzionato a stravolgere anni e anni di cultura.
Come suggerito dalla voce narrante che ci accompagnerà nel corso di tutto il gioco, l’importanza di quelle pagine ormai sparse ai quattro venti è a dir poco incommensurabile e pertanto, il bisogno di recuperarle salvando così “l’epicentro del nostro macrocosmo intellettuale di delizie letterarie”, risulta impellente.
Inutile dire che tale compito toccherà a noi giocatori. Fortunatamente però, ad assisterci in quest’ardua impresa ci sarà un piccolo ma decisamente variegato manipolo di celebrità che, seppur ancora frastornate dall’accaduto, saranno pronte a tutto pur di recuperare insieme a noi il prezioso maltolto.
Dall’ormai vegetariano Dracula al sempre più confuso Re Artù, passando per l’arciavido Robin Hood, lo stravolgimento degli otto personaggi storico-letterari che controlleremo in Bookbound Brigade rappresenterà la prima vera trovata di questo gioco. Un’idea semplice ma dall’enorme potenziale.
Ha così inizio il tortuoso cammino che ci porterà a incontrare molte delle personalità di spicco generalmente conosciute attraverso i libri, le cui identità avranno però subito lo stesso destino dei nostri compagni di viaggio. L’atmosfera che si respira all’interno di Bookbound Brigade è quasi riconducibile a quella di un’antica favola per bambini, arricchita però dal netto contrasto con le varie gag, spesso contraddistinte da battute al vetriolo tanto inaspettate quanto benaccette.
Dopo aver introdotto la più che apprezzabile presenza di continui richiami a personaggi storici e opere letterarie, elogiando anche (com’è giusto che sia) l’idea che sta alla base di questo videogioco, eccomi pronto a parlarti del gameplay di Bookbound Brigade.
Non smetteremo di esplorare
Il videogioco in sé, agli occhi di qualsiasi appassionato, presenta tutti gli stilemi più caratteristici del genere metroidvania: esplorazione di mappe 2D suddivise in stanze, backtracking scandito dallo sbloccare nuove abilità e battaglie all’ultimo sangue. Analizzando a uno a uno questi elementi di Bookbound Brigade ci si rende subito conto di come, il gameplay vero e proprio, risulta essere forse l’unico punto della produzione dotato di alcune debolezze.
Prima di entrare nel merito di questi aspetti del gioco però, è importante sottolineare che Bookbound Brigade rappresenta il primo vero passo degli sviluppatori verso questo particolare genere e per questo motivo, la speranza che alcune imperfezioni possano essere limate in eventuali progetti futuri, è più viva che mai.
Parlando della mappa di gioco, Bookbound Brigade pecca forse di superficialità mostrando a schermo indicazioni troppo vaghe che, oltre a non rendere giustizia all’ottimo lavoro di level design svolto dal team di sviluppo (sul quale torneremo anche più tardi), rischiano di appesantire inutilmente l’aspetto esplorativo che sta alla base del titolo.
Sebbene il mio senso d’orientamento sia di fatto equiparabile a quello di una talpa claustrofobica, va comunque detto che la scelta di limitarsi a segnalare o meno la presenza di scrigni e punti di interesse nelle varie stanze, senza però dare alcuna indicazione effettiva sulla loro corretta posizione, non ha certo brillato per la sua lungimiranza.
Il secondo aspetto di Bookbound Brigade che vale la pena analizzare è quello relativo alle nuove abilità sbloccabili mano a mano che avanzeremo al suo interno. Queste, ci garantiranno la possibilità di esplorare nuove aree della mappa altrimenti irraggiungibili, ma anche quella di facilitare l’esito positivo degli scontri che affronteremo.
Tutto ciò a patto ovviamente di riuscire a trovare i personaggi in grado di insegnarcele i quali, dopo un simpatico scambio di battute, si trasferiranno in Biblioteca; un’area che potremmo definire come l’Hub centrale di Bookbound Brigade a cui poi si ricollegano tutte le altre mappe esplorabili.
Ma a quale scopo?
Ognuno dei personaggi ritrovati durante la nostra esplorazione si trasferirà in Biblioteca, pronto ad assegnarci una missione secondaria non appena torneremo a parlargli. Queste sidequest, che consisteranno nel recupero di particolari oggetti smarriti dalle nostre celebrità letterarie, potranno essere completate scandagliando in lungo e in largo le varie mappe di gioco assicurandoci cosí di depredare ogni scrigno possibile, fino a che non troveremo quello contenente quanto richiesto. Portando a termine questi compiti ci assicureremo una discreta quantità di Pagine Memoria, valuta indispensabile per potenziare la nostra allegra combriccola.
Purtroppo, la bellezza del poter ricorrere a certe abilità viene decisamente messa in ombra da alcuni limiti presentati dalle battaglie. La maggior parte dei nemici incontrati in Bookbound Brigade infatti, compresi alcuni boss, potrà essere sconfitta attraverso continue raffiche di semplici colpi, senza alcun bisogno di fare qualsiasi cosa che non sia il premere ripetutamente il tasto quadrato e questo, vista la presenza di abilità piuttosto varie tra loro, non può che essere visto come un vero peccato.
Venire colpiti da una qualsiasi trappola ambientale ci farà istantaneamente rinascere all’ultima piattaforma sicura che avremo raggiunto, non prima però di aver salutato una porzione della nostra Salute. Ogni volta che interagiremo con un nuovo checkpoint, rappresentati dai molteplici leggii sparsi per il gioco, le nostre barre della Salute e dell’Energia (quest’ultima necessaria all’eseguire le nostre abilità attive) verranno ripristinate completamente e verrà effettuato un rapido salvataggio automatico.
E a quale prezzo?
Mentre le fasi di combattimento risulteranno spesso fin troppo semplici, rendendo quasi inutili le abilità attive dei nostri personaggi, riuscire ad avanzare all’interno delle aree di gioco sarà talvolta più ostico del previsto. Nonostante non si possa certo dire che Bookbound Brigade sia un titolo difficile, confesso che in alcuni punti si è comunque avvicinato all’essere frustrante, complice una gestione non proprio ottimale di alcune tra le diverse formazioni eseguibili dalla nostra Brigata.
Oltre alla ripetitività dovuta ai già citati scontri non molto diversificati tra loro e nonostante il dover tornare sui propri passi rappresenti un vero e proprio must per i videogiochi di questo genere, Bookbound Brigade accusa una pesantezza figlia del continuo e forzato backtracking necessario ad avanzare nella trama di gioco, che va inevitabilmente a gravare sulla fluidità generale del titolo. Detto questo, ci tengo peró a specificare che a sopperire almeno in parte all’inevitabile sensazione di già visto, ci pensa fortunatamente il già citato level design solido e convincente arricchito anche dalla presenza di piacevoli enigmi ambientali.
Prima di passare all’ultimo breve paragrafo di questa mia recensione, come sempre dedicato a tutto ciò che riguarda il comparto tecnico del titolo analizzato, è doveroso accennare alla presenza di un paio di fastidiosi bug che, malgrado mi abbiano costretto a chiudere e riaprire l’applicazione, non hanno fortunatamente avuto un impatto troppo negativo sulla mia esperienza di gioco; si ringraziano i numerosissimi punti di autosalvataggio disseminati nelle zone che esploreremo.
Il comparto tecnico
Dal lato puramente tecnico, più che nel gameplay, Bookbound Brigade riesce a tenere il passo delle proprie ambizioni e risulta piacevole tanto alla vista quanto all’udito. Grazie a una coloratissima grafica interamente disegnata a mano e ai suoi sottofondi musicali capaci di cogliere a pieno lo spirito del gioco, il titolo convince già dal primo sguardo e lo fa fino alla fine. Un particolare plauso andrebbe poi fatto a chi si è occupato di animare le movenze della Brigata che, in alcune occasioni quali l’affacciarsi a un precipizio, dimostra di non essere una semplice entità unica ma un vero e proprio gruppo pronto a supportarsi (e sopportarsi) a vicenda.
Tenendo conto del lavoro fatto dagli sviluppatori, di quanto bene il gioco si presti a un target molto giovanile e del prezzo più che ripagato in termini di ore necessarie al suo completamento, Bookbound Brigade riesce senz’altro a raggiungere la sufficienza piena, affermandosi come un discreto titolo con cui affacciarsi al genere e un ottimo gioco per appassionarsi alla lettura. Quindi, se Groucho Marx ironizzava su quanto la TV favorisse la cultura, dato che accenderla lo spingeva a leggere un buon libro in un’altra stanza, io sostengo che più videogiochi capaci di allargare gli orizzonti culturali di un giocatore esistono, meglio è.