Il gioco attualmente si trova in early-access, non ancora disponibile all’acquisto, ma noi di iCrewPlay abbiamo avuto la possibilità di provarlo in anticipo. Devo specificare prima di partire con questa recensione che attualmente è disponibile una sola modalità di gioco, ossia la modalità normale, ma nella schermata di scelta ne abbiamo altre tre momentaneamente bloccate.
Iniziamo subito meravigliosamente
Il nostro inizio del gioco non è propriamente dei migliori, ci troviamo inizialmente davanti a due “contenitori”, che presumo essere delle bare meccaniche, che ci parlano probabilmente grazie da un sistema di intelligenza artificiale, mettendoci subito davanti a due scelte: sputare in faccia alla cosiddetta “intelligenza artificiale” oppure continuare a raccontare la nostra storia. Il raccontare la nostra storia sarà la cosa che ci porta a vedere il filmato d’inizio del gioco. Si tratta di una sequenza in cui vediamo la nostra navetta di salvataggio, nella quale eravamo alloggiati assieme alla bara di nostro nonno e alla sua gallina, staccarsi e volare via dall’astronave a cui era collegata.
Si comincia finalmente il gioco vero e proprio: ci troviamo in una parte della nostra astronave privata a riparare un tubo che perde e che ci rende impossibile aprire il portellone interno dell’astronave. Cosa che ho trovato simpatica e direi quasi comica è stato il poter mettere una gallina sul tubo che perde; ovviamente il gioco ci dirà che non è possibile utilizzare un “oggetto” non chiuso per bloccare una perdita e quindi ripiegheremo su una gomma da masticare per fermare la fuoriuscita del gas.
Uno sguardo più ravvicinato sul gameplay
Il gioco è molto semplice se si è già giocatori del genere survival con elementi di crafting. Aspetto molto importante è che questa semplicità verrà aumentata ulteriormente anche per i novizi, grazie ad un’introduzione sì veloce, ma allo stesso tempo funzionale. C’è solo una pecca in questo: l’introduzione ci aiuterà ad ambientarci per i primi dieci – quindici minuti di gioco, ma quando ci troveremo da soli nello spazio starà a noi scoprire quello che potremo e dovremo fare. L’unica cosa che ancora ci guiderà sarà una “questline” di cui quasi dimenticheremo l’esistenza. Il gameplay è un susseguirsi di uscite spaziali, raccolte di materiali, scoperte sempre nuove della “storia”, di oggetti simpatici e creazione di utensili, viveri ed altro, per noi e per “upgradare” la nostra astronave. Molto utili i waypoints che permettono di non perdersi nello spazio e ritrovarsi morente senza ossigeno.
Ora parliamo del nostro personaggio, chiamato anche nel gioco “compagno” (astronauti comunisti?). Non sarà, come è giusto che sia, immortale, ma sarà danneggiabile sia dalla mancanza di cibo che da quella di acqua e, sopratutto, da quella di ossigeno. Fino al momento in cui non saremo in grado di sopravvivere senza ossigeno per un tempo sufficiente, le nostre camminate spaziali saranno un mordi e fuggi alla ricerca di materiali grezzi per il crafting e di oggetti particolari che potremo trovare galleggiare. La barra della salute è possibile ripristinarla dormendo nel nostro caro letto, perdendo però punti in sazietà e sete. Dovremo stare anche molto attenti alle radiazioni, poichè se vi rimarremo esposti in modo esagerato ci porteranno inevitabilmente alla morte. Questo problema è ovviabile tramite alcuni pezzi della tuta che possiamo creare noi stessi e che ci proteggeranno maggiormente dalle radiazioni. Altra ed ultima nostra preoccupazione è la temperatura, ma questo problema possiamo sistemarlo molto facilmente grazie a nuovi pezzi di tutta o a del semplicissimo alcol che ci porterà anche a quel simpatico effetto “ubriachezza”.
Ambientazioni da brivido, nel vero senso della parola
Lo spazio come si sa ha sempre affascinato l’essere umano nella storia e Breathedge riesce meravigliosamente a rappresentare questo posto fantastico. Le ambientazioni sono affascinanti, l’aspetto grafico complessivo del gioco è ottimo, i dettagli sono ben definiti, addirittura per gli stessi cadaveri che potremo trovare nello spazio, le luci sono ben curate, le animazioni mai lente e ci danno la giusta sensazione di movimento. Tutto l’aspetto grafico è veramente ben curato e permette di immergersi completamente nel gioco. Fattore che ho trovato importantissimo è stato l’utilizzo perfetto dello skybox, non ho assolutamente provato quella sensazione di una scatola chiusa che ho provato invece in altri giochi.Nel momento in cui sono uscito dall’astronave per la prima volta ho solo potuto dire “Wow”. Sono rimasto affascinato dalle formazioni di ghiaccio derivanti dagli asteroidi che gli sviluppatori hanno introdotto, dalla grandezza e della sensazione che il pianeta davanti a noi ci dà quando lo osserviamo, dai giochi di luce inseriti all’interno dell’area in cui ci muoveremo e anche dei detriti dell’astronave che, mentre ero all’interno, mi hanno fatto sentire una formica in un mondo molto più grande. Questo gioco mi ha trasmesso tante sensazioni, anzi le chiamerei quasi emozioni, e sono dell’idea che un videogioco è proprio questo che debba fare.
Nulla da dire anche sulla “mancanza” di una colonna sonora effettiva. Non ne ho sentito il bisogno e gli effetti sonori introdotti sono stati capaci di farmi immergere al massimo all’interno del gioco.