Sviluppato da Avantgarden SRL e pubblicato da 505 Games, Brothers: A Tale of Two Sons Remake è il remake dell’omonimo titolo targato Starbreeze Studios e pubblicato nel 2013. Noi abbiamo rivissuto l’avventura dei due fratelli su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione.
Brothers: A Tale of Two Sons Remake: una fiaba dolorosa
Brothers: A Tale of Two Sons Remake ha il potere innegabile di raccontare una storia e di emozionare, anche profondamente, senza usare una parola. Il tutto avviene tramite azioni su schermo, eventi che si concatenano in modo lineare e che no, in questa versione non sono stati modificati neanche un po’.
Prima di approfondire la narrativa, affronteremo subito uno dei punti principali di questa edizione: il suo essere remake. A differenza di titoli come il recente Persona 3 Reload (di cui puoi scoprire la nostra recensione), Brothers: A Tale of Two Sons Remake non apporta alcun cambiamento nè ludico nè narrativo.
Si tratta quindi di un’operazione incentrata principalmente sul versante grafico che vede un vero e proprio restyling e tenta, con risultati non perfetti, a portare l’opera al passo coi tempi in modo da svecchiarla e renderla attraente tra i titoli del catalogo odierno. Ci riesce? Sì ma con riserva. Che scopriremo nel corso dell’analisi.
La narrazione di Brothers: A Tale of Two Sons Remake rimane quindi immutata. Chi ha vissuto la storia originale, non troverà quindi motivo, se non estetico, per rivivere tale epopea. Perché la storia dei due fratelli è un vero e proprio viaggio fantasy che, nonostante una durata breve, saprà lasciare un segno indelebile nella tua vita da videogiocatore. Che poi è tra i motivi principali che giustificano il remake in analisi.
Procedendo con ordine, Brothers: A Tale of Two Sons Remake narra la vita di due fratelli che condividono un gravoso lutto: la morte della madre. Ma si sa, i guai non vengono mai da soli e anche il padre è afflitto da un oscuro male. Come se non bastasse, il minore dei fratelli, a causa delle vicende che hanno coinvolto la mamma, ha una serie di timori tra cui un totale terrore dell’acqua. Insomma, una situazione familiare non proprio idilliaca.
Questa situazione rende il più piccolo leggermente meno dipendente rispetto al maggiore anche se, a conti fatti, tutta la narrazione si basa sulla cooperazione tra i due. Il gameplay stesso lo richiede a ogni singolo enigma ed è tra gli elementi di forza di questa piccola gemma videoludica. Tornando alla storia, i due fratelli decidono d’impegnarsi nel trovare una cura per salvare l’unico genitore rimasto.
Il problema è che tale cura è racchiusa in un albero la cui posizione è decisamente distante dal piccolo e ben poco amichevole villaggio, primo luogo che visiteranno e che darà già qualche spunto di riflessione. Brothers: A Tale of Two Sons Remake è a conti fatti un crescente emotivo in un costante susseguirsi di eventi fortemente diversificati tra loro. Si passa da bulli di strada a troll della foresta fino a stravaganti tribù sanguinarie fino a un vero e proprio esercito di giganti.
In questo viaggio avremo modo di assistere a diverse situazioni anche abbastanza cruente e di questo il titolo ci avvisa subito. Ci sono tematiche delicate come il suicidio, così come arti amputati. L’avventura dei due fratelli è un viaggio pieno di “morte” ma è anche un viaggio colmo di sentimenti tra cui spicca, neanche a dirlo, il legame tra i due fratelli. Un legame che andrà ad evolversi fino a un meraviglioso e potente epilogo.
Due personaggi per un solo pad… ma anche con due, ora
Brothers: A Tale of Two Sons Remake è un gioco di avventura ad enigmi abbastanza semplice che, al tempo come ora, punta tutto sulla coordinazione dei due protagonisti. Inizialmente, il titolo era un’esperienza unicamente single player che chiedeva al giocatore di guidare contemporaneamente entrambi i fratelli.
Per farlo, il pad si divide in due: analogico e dorsale destro per un fratello e il versante sinistro per l’altro. Con l’analogico controlli i rispettivi protagonisti mentre coi dorsali interagisci con i vari elementi. La difficoltà ludica era tutta nel far coordinare i due personaggi e nell’individuare a quale fratello spettava una determinata azione (per esempio il più piccolo può sfruttare il grande come pedana per raggiungere determinate alture ma non viceversa).
Ammettiamo che il gameplay, pur essendo concettualmente semplice può comunque risultare ostico per alcuni e richiedere un po’ di pratica, in quanto i personaggi su schermo non sempre occupano la rispettiva parte dei comandi sul pad e quindi bisogna sapersi giostrare per bene ma il tutto, con un po’ di allenamento e qualche fugace inciampo, si risolve in una manciata di minuti. Con Brothers: A Tale of Two Sons Remake, tuttavia, la formula originale viene un po’ stravolta con l’introduzione della modalità cooperativa locale. Questa comporta due cose: se da un lato vivere l’esperienza in due è discretamente più divertente, dall’altra depotenzia notevolmente uno dei pochi ostacoli del titolo, che era appunto l’autocoordinarsi con due personaggi contemporaneamente.
Rimane comunque un’ottima esperienza da condividere in due e che, ancora una volta, saprà lasciare il segno. Tra l’altro, vivere la stessa avventura in compagnia regala tutt’altre sensazioni e condividere pensieri e “pianificare” insieme la risoluzione degli enigmi regala gradevoli soddisfazioni.
Un mini mondo di enigmi
Il problema è che gli enigmi in sé non hanno una difficoltà molto elevata. A conti fatti, basterà un po’ di pensiero laterale per poter uscire illesi da qualsivoglia situazione. Questo perché la soluzione è sempre sotto al nostro naso, basta prestare attenzione. Complice anche un level design di stretto respiro e composto prevalentemente da aree sottili e circoscritte.
In compenso, è lodevole la varietà di azioni e momenti. Passiamo da arrampicate, a fughe, cavalcate bizzarre e immancabili leve e pulsanti da premere in modo coordinato. C’è perfino un combattimento nonostante Brothers: A Tale of Two Sons Remake non sia assolutamente un titolo action, tutt’altro.
Da segnalare che l’esperienza, essendo rimasta immutata, ha ancora una longevità molto ridotta: tre/quattro ore circa. Tale limite potrebbe far storcere il naso ai più, eppure parliamo di un titolo dal ritmo estremamente serrato e che non si perde in lungaggini inutili, non presentando neanche un testo a schermo italiano e scommettendo tutto su azione e resa visiva. Vincendo.
Grafica e sonoro
Inutile dirlo, l’unica ragione di esistere di questo remake è la grafica e il lavoro è discretamente lodevole. In realtà, anche il titolo originale si difendeva abbastanza bene ma in questo caso si punta quasi al realismo, soprattutto per effetti visivi come il gioco di luci e ombre ma anche gli effetti dell’acqua e della profondità degli ambienti.
Brothers: A Tale of Two Sons Remake è sicuramente la migliore versione per chi non ha mai vissuto questa splendida ed emozionante avventura. Anche il sonoro ha subito qualche lieve ritocco, con leggeri riarrangiamenti ma sicuramente meno invasivi e meno d’impatto rispetto al versante grafico.
Per concludere, il titolo ha i sottotitoli in lingua italiana ma i personaggi non parlano, o meglio, parlano una lingua totalmente incomprensibile. Quindi non avrai testo da leggere. Infine, anche i trofei sono rimasti praticamente identici, offrendo un platino discretamente accessibile e veloce.