Sviluppato e pubblicato da Male Doll in collaborazione con Eastasiasoft, Burrow of the Fallen Bear è una visual novel fantasy a tema omosessuale e con piccoli elementi da gioco di ruolo. Noi abbiamo vissuto l’avventura del felino antropomorfo Krile su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione.
Burrow of the Fallen Bear – muscoli, amore e un tesoro da scovare
Prima di affrontare la narrativa di Burrow of the Fallen Bear è bene segnalare che questo è una sorta di sequel di Furry Heroes, altro titolo, sempre sviluppato da Male Doll, di cui ne condivide ambientazione e tipologia di personaggi (che si possono sintetizzare in furry super muscolosi). Le vicende di Furry Heroes non sono comunque essenziali per godere di questa visual novel nonostante alcuni richiami più o meno palesi.
Venendo a Burrow of the Fallen Bear, noi impersoniamo Krile, un felino discretamente muscoloso e alla ricerca del tesoro del Fallen Bear. Si tratta di un tesoro bramato da molti ma nascosto in un dungeon pieno zeppo di pericoli. Senza contare alcune leggende che ne ruotano intorno (tutte da svelare).
Ma Krile, ovviamente, non sarà da solo. Oh no, ci son ben tre omaccioni di cui farà conoscenza all’accampamento e tutti e tre, per un motivo o per un altro, sono intenzioni a entrare nel dungeon e a scoprire il tesoro nascosto. Ma questo trio di avventurieri saranno anche i potenziali amanti del nostro eroe.
Boris è un orso gigantesco e ricopre il ruolo di medico. Dall’animo gentile e altruista, ha come scopo quello di salvare vite e aiutare ogni avventuriero che vorrà osare inoltrarsi nel dungeon. Di tutt’altra stoffa è Ulfric, un lupo nero caratterizzato da una violenza tanto fisica quanto nel linguaggio (è il più “estroverso” del team). Senza contare che ha un passato da criminale non di poco conto.
Infine c’è Grivoth, un imp, un particolare incrocio tra drago e leone, che ricopre il ruolo di ricercatore e che è dotato di poteri magici decisamente notevoli. Questo individuo è tanto egocentrico quanto misterioso e non impiegherà molto dal conquistare le attenzioni dell’ingenuo Krile. Infine, da segnalare l’esordio di Grivoth con un artwork che richiama Geralt di The Witcher in un’iconico momento (a te scoprire quale).
Questi tre personaggi, ricoprono il ruolo di potenziali amanti di Krile ed è con loro che c’interfacceremo per la maggior parte del tempo a seconda delle nostre scelte e delle inevitabili conseguenze (tipiche del genere delle visual novel). C’è da dire che l’avventura di Krile e soci funziona discretamente bene, offrendo momenti di azione ad altri più soft e virati al romanticismo. Non mancheranno colpi di scena, perdite, conquiste e piccoli capovolgimenti (alcuni abbastanza telefonati).
La lore del gioco non è malvagia ma forse meritava qualche approfondimento in più, soprattutto per quanto riguarda gli oggetti “magici” e il sistema difensivo dello stesso dungeon. La durata della storia è nella media e in più offre diversi finali alternativi che, purtroppo, hanno un percorso centrale abbastanza simile.
Leggi e fai le tue scelte
Burrow of the Fallen Bear è una visual novel e come tale, la cosa che farai di più, sarà…leggere. E a tal proposito, c’è da dire che il gioco è interamente in inglese (assenti i sottotitoli in italiano) e la complessità dei testi è tarata verso il basso.
Seguendo fedelmente gli standard delle visual novel, Burrow of the Fallen Bear offre al giocatore d’intervenire nel gioco principalmente attraverso delle scelte. Queste possono cambiare alcuni episodi e indirizzarti verso uno dei finali previsti. Discorso analogo per la storia d’amore: sta a te scoprire quale scelta può avvicinarti a uno o più personaggi.
La storia viene vissuta dal punto di vista di Krile e, oltre ai dialoghi diretti, potremo leggere cosa sta succedendo grazie ai pensieri e al racconto dello stesso Krile. C’è da dire che l’eroe cede un po’ troppo spesso ad atteggiamenti adolescenziali, soprattutto in compagnia dei tre potenziali eroi. Ironicamente, Krile è il meno carismatico dell’intero cast.
C’è da dire, come già accennato, che nonostante una buona rigiocabilità, il percorso narrativo principale è scandito da momenti prestabiliti, che risulteranno irrimediabilmente ripetitivi di run in run. Principalmente, quello che riuscirai a sbloccare saranno delle immagini statiche che ritraggono il protagonista e l’amante di turno in determinati momenti.
Cercare di sbloccare tutti questi “momenti” in una sola run è impossibile. E il gioco lo dimostra già dal principio, quando ti ritroverai a interfacciarti con una commerciante che può offrirti solo uno dei tre oggetti. Questo momento, uno dei pochissimi che richiamano una parvenza di gioco di ruolo testuale, andrà a coinvolgere l’andamento dell’esplorazione del dungeon.
Suddetto andamento, che può portare a uno dei finali (sia negativi che positivi) è a sua volta suddiviso in alcune barre, una per ogni amante più un’altra legata alla salute di Krile. L’eroico micio, infatti, si troverà a combattere diverse volte (e non solo) e a seconda delle nostre scelte può subire diversi danni.
Altri momenti simili li avrai durante gli scontri, dove Krile potrà decidere come agire e che strategia adottare. A seconda di ciò che sceglierai, ci saranno delle conseguenze più o meno rilevanti. C’è da segnalare che questi momenti, testualmente ben studiati, sono danneggiati da una resa visiva statica e spesso nascosta dietro a uno schermo totalmente nero. Una trovata che funziona le prime volte ma che alla lunga stanca.
Da evidenziare invece un momento particolare di Burrow of the Fallen Bear che sfrutta il suo essere visual novel, per far fare al giocatore un’esplorazione testuale di un mini labirinto, con tanto di mappa da poter consultare prima della spedizione. Si tratta di un momento esplorativo vero e proprio che va a spezzare il ritmo di gioco ma che, ancora una volta, viene minato da una resa visiva ripetitiva e poco curata.
Extra
Burrow of the Fallen Bear dispone anche di una sezione extra dove potrai ritrovare vari elementi legati ai personaggi, inclusi i “momenti” rappresentati in particolari artwork. Sbloccarli tutti, richiederà diverse run e una buona memoria, dovendo evitare di effettuare le stesse scelte.
Grafia e sonoro
La prima scelta di Burrow of the Fallen Bear ci vede a un bivio: avere i personaggi su schermo con gli artwork statici o con sprite animati. Noi abbiamo scelto gli sprite e ammettiamo che almeno all’inizio, il risultato era abbastanza gradevole. A lungo termine, invece, si è notato quanto pochi fossero questi sprite, soprattutto se paragonati a opere come Amnesia: Memories (qui trovi la nostra recensione).
Inoltre, come già detto, il gioco ha una resa grafica discutibile per tutto ciò che non riguarda protagonista e amanti. I mostri e soprattutto gli ambienti, sono privi di animazione e risultano poco curati e anonimi.
Anzi, no. L’accampamento iniziale ha uno sprite, una sorta di fumo che emerge da un fuoco che, purtroppo, ha le fiamme totalmente immobili. Inoltre, il gioco abusa spesso di ripetizioni visive e di schermo nero, affidandosi a un sistema di effetti sonori che non sempre funzionano.
Tra questi c’è da segnalare il miagolio del protagonista decisamente fuori luogo. Molto buono invece il sonoro con alcune tracce audio accattivanti e che riescono ad accompagnare bene la lettura e a distinguere alcuni momenti, peccato per il numero esiguo. Inoltre, il gioco sfrutta anche il silenzio, come a voler far attendere un qualche rumore. Come per l’utilizzo dello schermo nero, questa trovata funziona all’inizio ma alla lunga diventa prevedibile e quasi fastidiosa.