Sono un grande estimatore del caffè, nella mia vita ho pure avuto un bar, in cui questa bevanda regnava sovrana, puoi ben capire quindi la mia grandissima curiosità quando ho scoperto Caffeine: Victoria’s Legacy, ovvero il titolo in recensione oggi. Una visual novel creata da Kikai Games e portato su console da Ratalaika Games, dove il gameplay si riduce a scegliere delle risposte da far dare al protagonista, quindi possiamo dire che questo è praticamente assente e il tutto si basa sulla sua trama con l’ambientazione di tipo steampunk.
Un titolo sicuramente non per tutti. Altamente inadatto al giocatore che cerca un’azione frenetica e sparacchina, ma più basato sul rilassarsi e nel seguire una storia a base di chicchi di caffè, ma tranquillo, senza buongiornissimi.
Taka e la storia di Caffeine: Victoria’s Legacy
Caffeine: Victoria’s Legacy narra le gesta di Taka Knight, un giovane uomo che dopo essere stato coinvolto in un incidente aereo, mentre era alla ricerca della madre scomparsa, si ritrova in un mondo parallelo e più precisamente nella città di Victoria. La città di Victoria basa tutta la sua economia, ma non solo, anche lo status social dei suoi abitanti, sul caffè e sulla sua conoscenza.
Taka viene ospitato da Alice, una ragazza che gestisce una caffetteria, ma che, per legge di Victoria, deve chiudere a causa dell’assenza di un barista e quindi degli incassi inesistenti. A questo punto ci proporremo noi come dipendenti ed è qui che inizierà la nostra avventura dove andremo man mano a conoscere gli altri abitanti di Victoria, come ad esempio Eliza, Oceane e Mel, ma soprattutto per trovare nostra madre e i segreti del nostro passato.
Gameplay che c’è, ma non c’è
Come ho già accennato ad inizio recensione, Caffeine: Victoria’s Legacy è un titolo particolare, una visual novel, non so nemmeno se sia corretto definirlo videogioco nel suo termine più classico. Non c’è un vero e proprio gameplay, ma solo delle scelte di dialogo da fare man mano che si progredirà nella storia. Il punto sarà quello di conoscere e capire tutte le storie che ci verranno proposte, magari affezionandosi anche ai personaggi che popolano il mondo di Victoria nelle sue circa 25 ore di storia.
I personaggi sono abbastanza coinvolgenti e ben scritti, ma soprattutto è molto interessante capire come le loro sotto trame vengono sviluppatore. A spezzare il ritmo ci sono ricorrenti flashback che se da una parte ci fanno capire un po’ meglio il passato di Taka, dall’altra stonano con il ritmo del racconto. Un’altra cosa abbastanza opinabile sono i frequenti colpi di scena, che dopo un po’ perdono il mordente proprio a causa del loro alto numero.
Non c’è molto altro da dire sul gameplay proprio per la sua anima da visual novel. Non c’è moltissimo da fare, anzi, l’azione si riduce al semplice scegliere cosa dire in determinati punti della trama.
Graficamente così così
Graficamente Caffeine: Victoria’s Legacy è discreto, il classico senza infamia e senza lode. Viene utilizzata la tecnica delle immagini statiche con i dialoghi sotto. Ogni tanto queste immagini statiche cambieranno di posa, ma poco altro. Gli sfondi utilizzati sono fatti a mano, ma sono davvero troppo dissimili dai personaggi e quindi c’è una sensazione che in un qualche modo questi siano staccati dall’ambiente.
Per quanto riguarda l’audio Caffeine: Victoria’s Legacy è parzialmente doppiato in lingua giapponese. Parzialmente perché se le voci ci sono nelle scene chiave, sono assenti nelle parti di secondo piano. Il doppiaggio è eseguito in maniera abbastanza buona e anche le musiche di sottofondo sono fatte bene, anche se non si raggiunge mai l’eccellenza con brani epici che non riescono a restare nella storia, ma tutto sommato sono un buon accompagnamento.