Qualche giorno fa avevo scritto una notizia inerente ad un fatto accaduto nel corso di questa settimana.
Sembra infatti che con l’arrivo dell’estate, le alte temperature non hanno solo invogliato la gente ad andare al mare e spassarsela nei più disparati resort con tanto di piscine e lettini su cui godersi il proprio Mojito mentre il relax la fa da padrone, ma abbiano pure impedito ad alcuni sviluppatori di poter continuare a lavorare.
Ora, io non metto in dubbio il fatto che chiunque abbia la propria tolleranza al caldo. In fin dei conti sta parlando una persona che desidererebbe vivere in un paese nordico o in Alaska, dove per sei mesi è autunno e gli altri sei è inverno, e che invece si ritrova a vivere in un posto in cui ci sono più di 38° all’ombra, anche a maggio… ma arrivare addirittura a smettere di lavorare?
Davvero?
Dovessi farlo io potrei praticamente chiudere bottega nove mesi all’anno, e lavorare nei tre mesi in cui la temperatura non si abbassa mai oltre i 10° Celsius.
Ma analizziamo approfonditamente la vicenda, perché vorrei effettivamente capire secondo quale principio il caldo debba portare a conseguenze così estreme.
Jasòn… fa caldo!
La notizia del suddetto blocco degli sviluppatori ci è giunta da Jason Schreier di Bloomberg, il quale ha affermato con un tweet che, con l’arrivo della bella stagione (che cosa ci sarà poi di bello in una stagione dove si suda continuamente dalla mattina alla sera; dove ci sono tormentoni orribili al pari di Karaoke e Bam Bam Twist e adesso con MILLE del trio dell’apocalisse Fedez, Lauro e Bertè; dove le zanzare ti dissanguano vivo e fanno dei tutorial ai vampiri su come nutrirsi fino all’ultima goccia di sangue del povero malcapitato… già, proprio una bella stagione) alcuni sviluppatori hanno avuto problemi a continuare il loro lavoro.
Tempo fa, mandavano in onda uno spot pubblicitario di una nota marca di tè in cui una moglie, disperata dalle alte temperature, diceva continuamente al marito una sola frase: “Antò, fa caldo!”. A quel punto il povero Antonio portava alla consorte un bicchiere di tè gelido per farla smettere di lamentarsi.
Ora, non so se Jason Schreier abbia una scorta illimitata di tè freddo nascosta in una cella frigo dentro un bunker, ma sembra proprio che al pari del povero Antonio, il giornalista di Bloomberg abbia ricevuto un sacco di lamentele riguardo al fatto che molti sviluppatori abbiano davvero tanto caldo.
Giuro che ho riso parecchio all’inizio, pensando al povero Jason che si sveglia una mattina, prende il suo caffè, accende il computer per controllare la sua casella mail e improvvisamente viene sommerso da messaggi di gente che dice di star morendo di caldo. Ho immaginato la sua espressione, una via di mezzo tra lo sconcertato e lo stupefatto, per poi fare spallucce e scrivere dello strambo evento su Twitter.
“Ragazzi, ma voi siete scemi che mi disturbate dicendomi che avete caldo? Che non potete lavorare per via delle alte temperature? Cosa pensate che abbia io, la bacchetta magica del Mago Meteorologo e con un Magicabula possa far tornare il freddo? Ma andatevene tutti a fan…”
Poi si blocca prima di continuare l’ultima parola, accorgendosi che forse è stato troppo rude. Dopotutto è raro che nel nord-ovest del Pacifico ci sia davvero tutto questo caldo, e in effetti le persone potrebbero davvero aver avuto problemi. E allora cancella il precedente messaggio e ne scrive un altro.
“Ho ricevuto un sacco di messaggi da uno sviluppatore di giochi AAA a Seattle che dicono che fa così caldo che nessuno può portare a termine alcun lavoro. Giocatori, spero che stiate leggendo. Il cambiamento climatico impedisce la creazione di giochi!”
Got a bunch of texts from an AAA game developer in Seattle saying it's so hot that nobody can get any work done.
Gamers, I hope you're hearing this. Climate change is preventing games from being made
— Jason Schreier (@jasonschreier) June 28, 2021
Al che, i giocatori si sono quasi sentiti presi in causa, come se fosse colpa loro se il cambiamento climatico ha fatto in modo che ci fossero ben 100° Fahrenheit a Seattle. Che poi, qui ci vorrebbe una bella ola di incoraggiamento a tutti gli sviluppatori presenti in quella zona.
Caro lettore, sai a quanto corrispondono 100° Fahrenheit? A 38° Celsius su per giù. Una temperatura, sì insolita per una zona come il nord-ovest del Pacifico, che comunque non rappresenta mica l’inferno sceso in terra.
D’accordo, le temperature miti del Canada non hanno mai portato gli abitanti a “proteggersi” dal caldo con l’acquisto di condizionatori d’aria i quali non sono affatto comuni in abitazioni e uffici. Ma arrivare addirittura a chiudere un’intera casa di sviluppo per 38° Celsius? Non sembra un tantino esagerato?
Per alcune case di sviluppo, lavorare con il caldo è come fare “Bungie” Jumping senza corda
Proprio Bungie è la software house che più ha risentito del problema delle alte temperature.
Insieme al tweet di Jason Schreier è arrivato su Twitter un messaggio da parte di Dylan Gaffner, il Community Manager di Bungie.
Cosa è successo al povero Dylan?
Fonti altamente attendibili ci confermano che anche lui si è svegliato in una pozza di sudore, dato che non ha appunto l’aria condizionata in casa, si è fatto una doccia fredda, e si è dedicato al lavoro.
Mentre la sua attenzione era rivolta totalmente allo schermo del computer, il suo stomaco ha iniziato a borbottare. Dylan aveva dimenticato, infatti, di fare colazione… proprio per questo ha cominciato a dirsi che avrebbe voluto una colazione leggera ma decisamente invitante che potesse coniugare la sua voglia di leggerezza e golosità. Poi ha scosso la testa, prendendosi per stupido.
«Non esiste una colazione così, Dylan» ha detto a se stesso. «Possa il mio computer bloccarsi se esistesse.»
Neanche il tempo di finire la frase, e PUFF… il computer di Dylan si è bloccato.
Preso dalla rabbia per aver perso tutti i suoi dati, ha deciso di riavviare il tutto, infuriato come una belva feroce. Si pensa che abbia anche lanciato qualche maledizione alla dannata colazione, mentre passava di lì un suo collega.
«Cos’è successo?»
«Avevo semplicemente avuto voglia di una colazione leggera e invitante che coniugasse leggerezza e golosità!» lo ha informato Dylan dopo aver riacceso il computer.
«Ah» ha quindi esclamato il collega trattenendo una risata. «Lo so anche io che non esiste una colazione così. Possa il tuo computer bloccarsi di nuovo se esistesse.»
Et voilà. Il computer di Dylan è nuovamente bloccato.
Con i nervi a fior di pelle, ha mandato a quel paese il suo collega e una volta riacceso il computer per la seconda volta, ha deciso di far sapere lo sfortunato evento a tutti.
“Ragazzi, io volevo soltanto una colazione che coniugasse leggerezza e golosità! Eppure il mio computer si è bloccato due volte perché non esiste affatto una cosa del genere!” ha scritto su Twitter di getto, ma poi si è accorto che forse era troppo surreale come evento. Nessuno gli avrebbe creduto o semplicemente avrebbero commentato con delle risate. E quindi come informare la gente sul social?
«Ehi eppure oggi fa davvero caldo, vero Dylan?» chiede un’altra collega in una postazione accanto alla sua. «Hai un po’ di tè freddo? Ho provato a chiederlo a Jason Schreier di Bloomberg ma non mi ha più risposto!»
Colpo di genio!
Il caldo!
Aight.
Laptop has literally locked up from overheating twice today.
This is not good.
— dmg04 (@A_dmg04) June 28, 2021
Cancella quindi il messaggio appena scritto, non sapendo che qualche minuto prima anche Schreier aveva fatto lo stesso, e ha fatto sapere che il suo computer si era bloccato ben due volte a causa del caldo.
Il leader dell’azienda ha quindi visto il tweet di Dylan e allarmato ha deciso di chiudere l’intera Bungie fin quando il caldo non fosse passato.
Dylan Gaffner non avrà avuto la sua colazione leggera e decisamente invitante che potesse coniugare la sua voglia di leggerezza e golosità, ma almeno è riuscito a far chiudere l’intera azienda per cui lavorava per qualche giorno.
Qui i 38° Celsius li abbiamo in inverno!
Ti chiedi, caro lettore, cosa sarebbe successo se per caso Bungie avesse avuto delle filiali in Italia?
Pensi davvero che avrebbero deciso di chiudere tutti i loro uffici solo perché la temperatura stava raggiungendo i 40° Celsius?
Immagina se un dipendente fosse andato dal leader dell’azienda e avesse detto qualcosa come: «Capo, qui fa troppo caldo… non possiamo lavorare… Consiglierei di chiudere la casa di sviluppo fino a quando non farà più fresco!»
Cosa avrebbe risposto il capo dell’azienda?
Come minimo avrebbe fatto una pernacchia per poi licenziare il dipendente facendosi una grossa risata.
Scherzi a parte.
Sappiamo tutti quanto il cambiamento climatico stia intaccando il nostro mondo.
Proprio l’altro giorno ho letto una notizia inerente al fatto che in Canada erano stati raggiunti quasi i 50° Celsius, con incendi e nubi alte chilometri causate da questi ultimi, chiamate per l’appunto “pirocumuli“.
Ma è anche vero che il caldo non può fermare un’azienda di grosse dimensioni come può essere quella di Bungie, la quale avrà sì degli enormi server da preservare, ma proprio perché non si tratta della software house GinoPino Production dovrebbe ugualmente avere delle vere e proprie precauzioni per eventi inconsueti come le alte temperature.