Vista il fortissimo impatto che Animal Crossing ha avuto nella vita di noi videogiocatori, mi sembra strano che nessuno abbia provato ad emulare, o comunque fare qualcosa di simile alla super hit di Nintendo. Questa affermazione era corretta fino ad oggi, visto che il gioco in recensione oggi, Calico, prova a invadere lo stesso territorio di Animal Crossing. Il risultato? Nemmeno lontanamente vicino al prodotto di Nintendo. Un gioco estremamente pessimo sia dal punto di vista tecnico che dal lato gameplay. Ma per capire il perché di questo mio giudizio così severo, prosegui nella lettura.
Animal Crossing? Nah, nemmeno lontanamente
In Calico sei una nuova arrivata in un’isola magica piena di gatti. Dovrai portare avanti il cafè di tua zia dopo che lei è andata in pensione. Il locale che hai ereditato è situato al villaggio Heart e mentre i tuoi clienti sorseggeranno cappuccini e mangeranno croissant, potranno anche accarezzeranno le varie creature che popolano l’isola.
Il gioco parte facendoti personalizzare il personaggio che utilizzerai nella tua avventura, con una serie di scelte molto varie, ma che ti daranno la possibilità solamente di utilizzare un personaggio di sesso femminile.
Una volta fatto questo inizieremo ad esplorare l’isola su cui ci siamo trasferiti e a fare le prime semplici missioni per capire come muovere il nostro personaggio a schermo. Un utilizzo forte dei colori pastello, unito alle creature che popolano l’isola, perlopiù gatti, dovrebbe metterci a nostro agio. Dico dovrebbero, perché qui partono i primi problemi sia a livello tecnico, sia per quanto riguarda il gameplay e quindi una partita che dovrebbe essere rilassante, si trasforma in uno strazio senza fine.
Gameplay disastroso
Il nostro lavoro nell’isola sarà quello di esplorare e portare più creature possibili nel nostro locale, per intrattenere i clienti. Potremo: decorare il nostro bar, fare torte e soddisfare i clienti. Per fare queste cose dovremo per forza di cose comprare tutto l’occorrente per portare a termine i nostri obiettivi, proprio come se avessimo un’attività in proprio.
Se questa meccanica sulla carta è interessante, peccato che all’atto pratico non funzioni per nulla. Sia il lato esplorativo che quello manageriale risultano estremamente frustranti e questo è tutta colpa dei controlli davvero troppo imprecisi. I primi difetti si possono notare già all’inizio nella creazione del personaggio.
Calico ha una vasta scelta di opzioni per personalizzare il nostro personaggio, ad una prima occhiata sarai pure piacevolmente sorpreso, visto che così tante opzioni potrebbero tenerti impegnato per una buona mezz’ora, tuttavia il tool per la creazione del personaggio è un vero proprio disastro.
Alcuni tasti per la navigazione sono segnati a schermo, mentre altri no e dovrai andare un po’ a casaccio per capire cosa premere per salvare il tuo personaggio appena creato. Oltre a questo, un fastidioso bug: dopo che avrai passato una buona fetta del tuo tempo, potrebbe non salvare la tua creazione, come direbbe un conduttore televisivo, che ogni tanto fa il ristoratore: “Non un buon inizio”.
Dopo aver creato il tuo personaggio (molto probabilmente avrai utilizzato quello di default, per colpa del tool davvero pessimo) avrai a che fare con gli animali. Ogni bestiola che incontrerai durante la tua avventura potrà essere presa e portata al tuo cafè.
Che siano gatti, maiali, capre o orsi, non farà alcuna differenza, questi diventeranno nostri amici a prescindere, senza nessun tipo di sfida ad attenderci; basterà prenderli e impartirgli quei tre comandi che avrai a disposizione ovvero: “Follow me”, “Go to the cafè” o “Be Free”. Poteva esserci un buon potenziale, magari mettendo una barra della fiducia, come accade in un qualsiasi gioco della serie Pokémon, ma qui il fatto di non dover fare nulla per “farmare” il rapporto che avremo con i nostri nuovi amici, lo rende totalmente fine a sé stesso.
Infine parliamo della piattezza del gameplay, concludendo con quello che dovrebbe essere il fulcro di tutto, ovvero la gestione del cafè ereditato. Servi i tuoi clienti, offri un menù sempre più fornito e riempilo di animaletti graziosi per far felici i tuoi clienti. Questa forma manageriale è sviluppata in maniera pessima ed è di una piattezza davvero disarmante. Non ci sarà altro da fare e arriverai al punto di esclamare: “Ma perché sto giocando?”.
Graficamente pietoso
Se non ti bastassero i difetti descritti qui sopra, sappi che a livello tecnico Calico è pure peggio. La versione da noi provata è quella per Switch e la resa a schermo è pari a quella di un gioco PlayStation 2 ad inizio del suo ciclo vitale. Non scherzo, le texture sono quanto di più povero si possa pensare e nemmeno l’utilizzo della tecnica del cell shading (ovvero rendere la grafica simile a quella di un cartone animato) riesce a salvare Calico dall’oblio.
Oltre a questo, il mondo di gioco può essere definito un grande glitch. Senza esagerare il terreno sarà quanto di più sgranato e le texture faranno fatica a caricarsi. In più, gli sfondi e il suolo, saranno perennemente accompagnati da una serie di righe che definire fastidiose è riduttivo.
Un vero peccato perché almeno dal punto di vista grafico potevamo trovarci di fronte a qualcosa di grazioso visto l’alto utilizzo dei colori pastello e sarebbe stato sicuramente l’ideale per un pubblico giovane, magari tendenzialmente femminile.
Anche il sonoro non si salva visto l’utilizzo di musiche fastidiose e ripetitive, ma non solo anche i versi degli animali sono quanto di più anonimo si possa pensare, un disastro bello e buono.
Risparmia i tuoi soldi
Se mi dicessero di definire Calico probabilmente la mia esclamazione sarebbe: “Il peggior gioco che ho provato in questo 2020”. Senza esagerare, nulla si salva in questo titolo: graficamente è pessimo, i controlli sono disastrosi, il gameplay è quanto di più piatto si possa pensare e quello che dobbiamo fare non è spiegato in maniera chiara. Non comprarlo, nemmeno se hai dei figli piccoli, sarebbe semplicemente uno spreco di soldi, ma soprattutto è una vergogna che al giorno d’oggi escano titoli fatti in questa maniera così pietosa.