Nell’esperienza videoludica contemporanea, le microtransazioni in-game sono ormai sempre più la norma che l’eccezione, ma quanto successo in Call of Duty: Black Ops 4 va ben oltre il reame del bizzarro, piantandosi saldamente e con una vibrazione sonora sul confine tra l’esoticità e la follia, come una freccetta lanciata verso il grande bersaglio del mercato globale.
Un punto rosso: questo è quanto divenuto acquistabile per un dollaro (50 centesimi, con i saldi) all’interno dello sparatutto Activision.
Il punto – letteralmente – della discordia, diplomaticamente chiamato “Open Dot”, è in realtà un supporto per mirino Reflex, che fornisce un reticolo dotato di un nodo circolare rosso posto al centro del mirino. Nulla di più, nulla di meno.
Il fatto che sia acquisibile con punti COD (rispettivamente 100 COD Points a prezzo pieno e 50 COD Points con lo sconto promozionale) non aiuta tuttavia a distogliere la mente dalla profonda base di cambiamento che sta avvenendo nel mondo delle multinazionali del gioco digitale.
Già da settimane l’atteggiamento sempre più lampantemente avido del gruppo Activision sta tramutando il sogno di un mondo di videogiochi innovativi in una vacca munta sempre più ostentatamente, come già aveva portato a pensare l’atteggiamento di sfacciato marketing aggressivo attuato nell’acquisizione del gruppo Blizzard, di cui ho parlato in un precedente articolo. Parliamo, dopotutto, di un mercato da quattro miliardi di dollari all’anno che finanzia la Activision, tenendo conto solo dei DLC e delle microtransazioni già presenti.
E allora perché?
Perché spingersi a una spesa tanto irrisoria e sbeffeggiatrice nei riguardi dell’utenza? Tanto è l’appetito che spinge gli americani a gettarsi sull’equivalente di un ninnolo per turisti facoltosi?
Come sempre, la Ragione ha pronta una risposta che il Cuore, nella sua ingenuità, non può, non vuole, non deve leggere.
Speriamo bene.