Call Of Duty, ormai si sa, è una delle saghe più remunerative e importanti in ambito gaming. La serie, ormai da anni, appassiona milioni di videogiocatori sparsi in tutto il globo, sia per la sue storie in singolo che in particolar modo per le modalità multigiocatore.
Dopo svariate peripezie, l’annuncio dell‘acquisizione da parte di Microsoft dell’interza Blizzard/Actvivion ha scosso letteralmente il mercato, mettendo sull’attenti i vari anti-trust del mondo e le altre aziende videoludiche.
Sony, in particolare, sta facendo di tutto per bloccare la già complicata situazione di acquisizione legale. A tal proposito, Microsoft da qualche ora ha confermato che, in caso di acquisizione positiva, la sua intenzione è di continuare a rilasciare Call of Duty anche su PlayStation e addirittura su console Nintendo. Scopriamo insieme tutti i dettagli!
Call of Duty su Nintendo. L’opinione di Phil Spencer
In molti si chiedono, effettivamente, come possa essere fattibile il far girare un gioco come Call of Duty sull’hardware Nintendo, le cui prestazioni non fanno di certo gridare al miracolo.
A tal proposito Phil Spencer, boss della divisione gaming di Microsoft, ha voluto chiarire la questione. Ecco alcune sue parole in una recente intervista:
«Una volta entrati nel vivo della produzione, la nostra intenzione sarebbe di rilasciare un nuovo episodio di Call of Duty in contemporanea su PlayStation, Xbox e PC, e ovviamente anche su Nintendo.»
Ovviamente alcuni addetti al settore hanno sollevato il dubbio sulla difficoltà di sviluppare un porting per l’ibrida Nintendo e Spencer ha effettivamente ammesso come non si tratti di un’operazione semplice. Tuttavia egli ritiene che sia possibile e per far comprendere il modello da lui pensato ha fatto riferimento al caso Minecraft:
« Certo, Call of Duty e Minecraft sono titoli diversi. Ma riguardo allo sviluppo di porting di giochi per Nintendo, da come organizzare un team di sviluppo che si rivolge a più piattaforme, questa è l’esperienza che abbiamo avuto.»
Insomma, senza dubbio si tratta di una questione interessante e allo stesso tempo spinosa che deve far riflettere sulla diversa grandezza economica di aziende come Microsoft, Nintendo e Sony.