Call of Duty: Vanguard è l’ultima installazione per l’ormai serie di sparatutto che non ha bisogno di presentazioni. Come accade quasi ogni anno in questo periodo, arriva sul mercato un nuovo capitolo della serie che fa discutere di sé, fra chi lo adora e chi (questa volta ingiustamente) gli rema contro senza valide motivazioni.
Vanguard arriva anche in un periodo particolarmente ostile per il suo genere, visto che a breve sul mercato saranno presenti lo storico competitor Battlefield 2042 e anche il tanto atteso multiplayer di Halo Infinite; sicuramente sarà una dura lotta visto i pareri positivi che tutti e tre i titoli hanno riscontrato dalle rispettive versioni beta, e non vediamo l’ora di vedere chi si ergerà a vincitore. Per il momento però continuiamo con la recensione di questo nuovo Call of Duty.
Call of Duty: Vanguard, trama e campagna
Breve ma intensa e con tanto potenziale ma poco sfruttato; queste parole racchiudono quello che la campagna di Call of Duty: Vanguard offre al giocatore, ma addentriamoci più nel dettaglio. La storia di questo capitolo ci vede al comando di un manipolo di specialisti presi da varie forze speciali e riuniti sotto il nome di Task Force 1, inviati senza molti dettagli a investigare e scoprire di più sul misterioso progetto nazista Phoenix.
Già dalle prime battute si può vedere il taglio cinematografico dato alla modalità campagna, con la Task Force 1 impegnata in missione di notte su un treno, nella quale tra scontri a fuoco e salti fra i vagoni, si avrà già un’assaggio della spettacolarità del titolo, il tutto enfatizzato ancora di più dagli ottimi effetti di luce. Qui tra varie manovre ardite e scontri sempre più frequenti, i nostri specialisti si faranno strada fino al però non fortunato epilogo della missione, la loro cattura.
Difatti la campagna di Call of Duty: Vanguard è fatta di diversi flashback i quali serviranno per farci conoscere meglio i vari personaggi e le loro storie; da questo punto di vista il lavoro fatto è stato ottimo e non impiegheremo molto tempo a entrare in empatia con i membri del gruppo. Seppur fatti in linea di massima molto bene, questi episodi presentano il primo “peccato” per il titolo, ovvero quello di aver introdotto delle nuove meccaniche molto interessanti, ognuna appartenente a un operatore, ma di averle rilegate un po’ a loro stesse e solo nel frangente dedicato al loro protagonista, facendole così purtroppo perdere di valore.
Durante queste missioni in flashback non mancheranno colpi di scena e pieghe di trama interessanti, ma niente di epocale o di non già visto nella serie; le ambientazioni saranno molto diverse fra loro, la cura per le mappe è davvero di notevole fattura e alcuni punti dei quali non faremo spoiler, riusciranno davvero a stupirci. Call of Duty : Vanguard riesce anche a dare quel senso di pericolo, di oppressione e di missione disperata che il titolo vuole trasmettere, riuscendo così a immergerci nel suo mondo in modo totale.
Gameplay e multiplayer
Come già accennato prima, parlando puramente della modalità campagna di Call of Duty: Vanguard, si rimane un po’ con l’amaro in bocca nel vedere tanto nuovo materiale per la serie usato in modo marginale; la componente di un team composto da operatori con abilità specifiche era davvero interessante, ma purtroppo molto fine a se stessa.
Il gunplay è molto buono come la serie ci ha abituato nel corso degli anni e dal quale non si scosta di parecchio, se non per la tipologia di armi che avremo a disposizione, ovvero quelle della seconda guerra mondiale. Il feeling con le stesse è ottimo e sono tutte ben diversificate fra di loro.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici, purtroppo ci troviamo di fronte al solito difetto che affligge parecchi titoli del genere, ovvero quello di trovarsi a fronteggiare soldati che non hanno un minimo di senso tattico; si, a volte avendo la possibilità correranno al riparo, ma il loro istinto di sopravvivenza si limiterà a questo, mentre nella maggior parte delle volte ci affronteranno a viso aperto con il risultato di venire crivellati di colpi.
Multigiocatore
Il fiore all’occhiello di Call of Duty: Vanguard. I già rodati sistemi e meccaniche dei suoi predecessori sono stati ulteriormente migliorati, sia con piccole accortezze e aggiunte di peso, su tutte l’interessantissimo Ritmo Battaglia, opzione per la modalità partita veloce e che può essere settata su tre diversi livelli; detta in maniera semplice, questa opzione ci permetterà di rendere le nostre partite più o meno frenetiche andando ad aumentare o diminuire i giocatori presenti sulla mappa.
Fra le modalità multigiocatore, in Call of Duty: Vanguard si è fatta sicuramente notare la modalità pattuglia, la quale consisterà in un checkpoint in movimento e che dovrà essere presidiato a stretto contatto per ottenere punti (meccanica simile a quelle viste in titoli come Overwatch). Non nego che questa modalità mi ha fatto trascorrere diverse ore di divertimento, probabilmente per le azioni dinamiche e le partite le quali risultavano spesso molto combattute.
Altra aggiunta interessante è la modalità Collina dei Campioni, dove otto team formati da un numero variante fra due o tre giocatori, si affronteranno in un torneo a eliminazione diretta, mentre per i “puritani” della serie troveranno le immancabili modalità cerca e distruggi, uccisione confermata, deathmatch tutti contro tutti o a squadre e altro.
Non mancherà il fattore personalizzazione e sblocco di equipaggiamenti, operatori e armi, i quali vedranno il ritorno della tanto apprezzata armeria, che ci permetterà di settare le armi con tantissimi accessori.
Modalità Zombie
Una delle modalità più gradite della serie, è proprio quella che ci vedrà affrontare orde di non morti insieme ad altri tre compagni di squadra. La modalità Zombie di Call of Duty: Vanguard verrà arricchita nel corso del tempo e al momento del lancio presenta la sola modalità chiamata Der Anfang.
Questa modalità ci vedrà inizialmente in una ristretta mappa a combattere orde di zombie, e nella quale saranno presenti diversi portali che rappresenteranno le varie missioni che dovremo intraprendere; saranno di diverso tipo come quelle di eliminazione, di completamento del livello andando da un punto A ad un B, o quelle di raccolta. Se usciremo vittoriosi dalla missione, torneremo nella mappa iniziale la quale aumenterà in dimensioni facendo affluire numerosi non morti e dandoci accesso ad altre missioni.
Fra un round e un altro avremo a disposizione le varie stazioni per potenziare le nostre armi con la moneta corrente ottenuta durante le missioni, quelle per creare oggetti o per attivare perk per il nostro operatore. Giunti al quinto round potremo decidere se tentare l’estrazione affrontando una forte e numerosa orda finale, oppure se continuare la partita in missioni sempre più difficili per sperare di ottenere ricompense migliori.
Tecnicamente parlando
Il livello tecnico di Call of Duty: Vanguard non è impressionante, ma davvero solido e adatto alla tipologia del gioco. Il comparto grafico risulta molto dettagliato e ben realizzato, dando il proprio meglio soprattutto nelle fasi notturne grazie a dei giochi di luce davvero realizzati magistralmente. Gli effetti delle armi e delle esplosioni non sono da meno del resto e rimane come unico neo negativo un effetto di sfocatura visibile soprattutto sul volto degli operatori anche durante il multi giocatore.
Il comparto sonoro è di pregiata fattura ma questo non è una novità per la serie; che si tratti di colonna sonora o effetti di armi e ambientali, Call of Duty: Vanguard risponde in maniera convincente.
Il gameplay risulta frenetico ed esaltante e la mappatura classica dei controlli molto adatta. Il frame rate è sempre rimasto stabile sui 60 fps al secondo donando al titolo quella fluidità che necessità e le hit box risultano molto precise con qualsiasi arma.
Il matchmaking è sempre stato veloce soprattutto grazie al supporto per il crossplay.
Durante le mie ore trascorse come membro della Task Force 1 su Call of Duty: Vanguard, sia in modalità campagna che multigiocatore, non ho riscontrato nessun bug di sorta.