Realizzare un videogame di successo non è mai facile e non è detto che la community, alla pubblicazione del titolo, apprezzi il risultato di mesi e anche anni di duro lavoro. Il mondo videoludico non è mai stato gentile con gli sviluppatori, indipendenti o meno, e spesso è proprio il mancato supporto da parte della community a portare un team di sviluppo a chiudere i battenti. In questo caso, per fortuna, nessuno ha smesso di svolgere le proprie mansioni, anzi, si sono invertiti i ruoli tra community e sviluppatori.
“Call of Duty Vanguard necessita di tanto lavoro incompreso…”
Questa frase potrebbe essere interpretata in vari modi, ma per evitare che qualcuno possa dare inizio a delle teorie, distorcendo la realtà, mettiamo in chiaro le cose. Da una recente intervista rilasciata dall’ex direttore di Sledgehammer Games è emerso che il lavoro degli sviluppatori spesso viene sottovalutato e molti aspetti che lo compongono, ignorati.
Nello specifico, Gien Schofield ha dichiarato che: “Abbiamo sempre lavorato con esperti di storia e ho personalmente studiato la seconda guerra mondiale per tre anni affiancato da studiosi storici. Ho trascorso otto giorni in viaggio su di un furgone girando gran parte dell’Europa esplorando tutti i posti che avremmo poi introdotto nel gioco. Ho sparato con diverse armi di vecchia data e fatto tante altre cose necessarie per la realizzazione di un Call of Duty.”.
L’intervista si è dilungata per un po’ e sembra proprio che a Schofield non siano proprio piaciute le critiche degli utenti nei confronti di diversi titoli appartenenti all’universo di Call of Duty. Inoltre è emerso che per Call of Duty Vanguard si stanno attualmente svolgendo delle ricerche e degli studi sul periodo storico che interesserà il titolo. Insomma, il lavoro di uno sviluppatore non si limita alla scrivania e sembra che a supporto dello sfogo dell’ex direttore si siano aggiunti diversi team di sviluppo infastiditi dalle critiche della community.