Capcom Fighting Collection è, come suggerisce il nome, una raccolta di 10 titoli arcade del passato della Capcom: 9 di questi sono picchiaduro 2D mentre il decimo è un puzzle game 1 contro 1. Uscita il 24 giorno su Steam, PlayStation 4, Nintendo Switch e Xbox One, questa raccolta era non poco attesa dai fan del famoso studio di sviluppo.
D’altronde Capcom non ha certo bisogno di presentazioni. Mega Man, Street Fighter, Resident Evil, Devil May Cry, Ace Attorney e Monster Hunter sono solo alcuni dei franchise di successo che questa azienda ha saputo proporre nel corso degli anni. Titoli che spesso se non hanno creato un genere, lo hanno rivoluzionato e plasmato permettendogli di raggiungere il livello successivo.
La vastissima libreria Capcom è però piena anche di tanti titoli minori e Capcom Fighting Collection guarda proprio a questi, riportandoci negli anni 90, quando il principale cavallo di battaglia di Capcom era la saga di Street Fighter e i picchiaduro 2D. Genere che però, proprio in quegli anni si stava preparando ad affrontare un imminente periodo di crisi dovuto allo ristagnare dei suoi stilemi.
In questa collezione troviamo quindi 9 titoli in cui Capcom ha cercato di spingere il genere dei picchiaduro ai suoi limiti, in cerca di un’evoluzione salvifica (a cui viene aggiunto un vecchio classico intramontabile). Tre di questi giochi non sono mai usciti su console in Europa! Insomma, Capcom Fighting Collection è sicuramente denso di materiale per collezionisti, ma è altrettanto divertente per un giocatore casual? Scopriamolo.
Un viaggio nel lato più folle di Capcom
Capcom Fighting Collection riunisce quindi 10 giochi, 9 dei quali sono accomunati da tre fattori. Il primo riguarda proprio l’atmosfera e la narrazione generale che plasma i titoli, visto che tra mostri classici dell’horror, creature fantasy, mega-robottoni e altre cose assurde, si può trovare un filo di congiunzione tematico che riguarda l’andare sopra le righe con la propria storia. Il 10° gioco è invece un po’ un discorso a parte che Capcom sembra voler inserire a forza ovunque, ma ne parliamo meglio dopo.
A far da padrone nella collection è sicuramente la serie di 5 giochi arcade originali che compongono la saga di Darkstalkers. Dal primo The Night Warriors del 1994 fino a Vampire Savior e le sue due varianti (Vampire Hunter 2 e Vampire Savior 2) del 1997, rilasciate per la prima volta in occidente. Darkstalkers ci porta su una terra dove i mostri del folclore e degli horror esistono davvero e cercando di “salvare” il mondo da una minaccia aliena, oltre che dalle mire degli altri signori delle tenebre.
Altri due giochi che sicuramente emergono tra i 5 rimanenti sono Cyberbots del 1995 e Red Earth del 1996. Nel primo andremo a guidare un pilota di mecha in un futuro remoto che cercherà di risolvere una propria missione personale e nel mentre salvare anche il mondo a una misteriosa minaccia. Nel secondo, chiamato War-Zard in Giappone, finiremo in un mondo fantasy che dovremo salvare dall’ennesima minaccia affrontando una serie di bossfight nei panni di uno dei quattro eroi disponibili. Una vera perla che arriva qui per la prima volta su console.
Infine abbiamo tre classiconi, questi abbastanza conosciuti anche in Europa. Parlo dei due giochi della serie Pocket Fighter: il puzzle game del 1996 Super Puzzle Fighter II Turbo e il bizzarro picchiaduro gemmoso e divertentissimo chiamato Super Gem Fighter Mini Mix. Qui troviamo per altro personaggi di Street Fighter, Darkstalkers e anche Red Earth. Chiude la raccolta il famoso gioco fuori luogo, ovvero Hyper Street Fighter II Turbo. Questa è stata a lungo la versione definitiva di Street Fighter II (prima dell’uscita dell’Ultra), ma ha ben poco da spartire con il resto dei giochi presenti e sembra essere qui giusto perché si. Mah.
Quando i picchiaduro volevano essere di più
Il secondo collegamento tra 9 dei 10 titoli che compongono la Capcom Fighting Collection riguarda il gameplay. Si parla infatti di 9 picchiaduro 2D ed un puzzle game 1vs1, tutti usciti in un periodo in cui questo genere stava vivendo una certa crisi e Capcom stava quindi cercando nuove soluzioni che permettessero alla sua gallina dalle uova d’oro di sopravvivere. Non tutte le ciambelle sono venute con il buco, ma è sicuramente un viaggio interessante da fare.
Trattandosi per lo più di picchiaduro 2D, la maggior parte ha il setting comandi tipico di Street Fighter. Abbiamo quindi tre tasti per i pugni (debole, medio e forte) e tre tasti per i calci (debole, medio e forte). A questi si aggiungono prese, comandi speciali, mosse speciali e ovviamente le immancabili supermosse. Per venire incontro ai nuovi giocatori, i comandi possono essere risettati per ogni gioco e ci sono di default una coppia di tasti che eseguono automaticamente mosse speciali e supermosse, tutto senza dover impazzire dietro le varie combinazioni.
Anche l’HUD standard è quello di Street Fighter. Abbiamo quindi una barra per la vita ed una barra per le supermosse in praticamente tutti i giochi. In ogni titolo di base dovremo affrontare una serie di confronti 1vs1 su 3 round dopo aver scelto un personaggio fino al . Tutto molto classico di base, ma c’é un twist di gameplay in quasi ogni gioco, escludendo Hyper Street Fighter II Turbo che ancora una volta, nel suo essere estremamente standard, risulta essere a dir poco fuori luogo.
Anche Darkstalkers è abbastanza standard come gameplay, ma ci sono in realtà piccoli tocchi di innovazione nel gameplay (le mosse darkworld di Vampire Savior, la possibilità di potenziare le mosse speciali, ecc). Già da Red Earth la situazione si fa interessante perché qui non affronteremo gli altri personaggi giocabili. No, in uno strano ibrido tra picchiaduro e gdr, affronteremo una serie di boss fight e potremo far aumentare di livello il proprio personaggio sbloccando così nuove mosse e magie, oltre che cercando di sbloccare tutti i finali disponibili.
In Cyberbots le cose si fanno ulteriormente complicate. Il giocatore qui sceglierà un personaggio che determinerà la storia e poi dovrà scegliere un mecha tra dodici che determinerà invece le sue mosse. I tasti sono diversi perché ne abbiamo due per gli attacchi, uno per usare un’arma a distanza ed uno per scattare. In Cyberbots è inoltre possibile danneggiare il mecha avversario facendogli perdere gli arti e riducendo quindi il suo potere. E’ un picchiaduro più complesso della media, ma davvero interessante.
Così come è indubbiamente interessante Super Gem Fighter Mini Mix, una versione “semplificata” e umoristica di un classico Street Fighter. Il cast è composto da personaggi di Street Fighter e di Darkstalkers, più Tsubasa da Red Earth. I tasti sono diversi e ne abbiamo uno per i pugni, uno per i calci, uno per le taunt e uno per gli attacchi speciali (in cui il personaggio spesso si traveste in qualche cameo). La cosa interessante è che ogni personaggio ha tre mosse che, raccogliendo gemme di un dato colore, sono potenziabili per diventare più forti. Dannatamente divertente e caciarone.
Chiude la Capcom Fighting Collection l’unico puzzle game tra i dieci giochi, ovvero Super Puzzle Fighter II Turbo. Questo è praticamente un Puyo Puyo 2 con i personaggi di Street Fighter e Darkstalker, più Devilotte da Cyberbots come avversario segreto. Il gameplay è quello classico dei puzzle game a blocchi: dovrai accumulare gemme dello stesso colore da far poi esplodere con una gemma speciale, così da schiacciare l’avversario riempendogli lo schermo di roba. Semplice, capace di generare dipendenza e follemente divertente.
A questi 10 classici arcade emulati, Capcom Fighting Collection aggiunge in realtà ben poco. La possibilità di creare un salvataggio temporaneo è benvenuta visto che rende l’esperienza di gioco molto meno frustrante, soprattutto quando si cerca di raggiungere i boss nascosti. Il problema è che il salvataggio è unico per tutti i giochi quindi crearlo per Red Earth cancella quello per Cyberbots e viceversa. C’é poi la possibilità di settare delle impostazioni per ogni gioco prima di avviarlo (proprio come nel tipico menù debug dei vecchi cassoni arcade) e la possibilità di allenarsi in una modalità training decisamente benvenuta. Tutto qui.
La pixel art Capcom al suo massimo splendore
Il terzo ed ultimo filo conduttore tra questi 10 giochi Capcom è da ricercare proprio nella realizzazione artistica. Non tanto ancora una volta in Hyper Street Fighter II Turbo, ma quanto in tutti gli altri giochi possiamo vedere in azione uno dei maggiori punti di forza dei giochi arcade 2D Capcom: la Pixel Art dettagliatissima, ultracolorata e animata in un modo così fluido da sembrare surreale.
Certo, coprendo un certo raggio temporale la qualità non è sempre costante da un gioco all’altro e non sempre i giochi più recenti sono quelli con la grafica più di impatto. Questa transizione si nota parecchio se si giocano tutti i Darkstalkers in ordine cronologico, passando dalla coloratissima e rozza grafica del primo a quella altrettanto variegata, ma molto più ordinata dell’ultimo. Ma si può notare anche mettendo a confronto il confusionario Cyberbots con l’ipercolorato e assurdo Red Earth.
Quello che sicuramente resta costante tra un gioco e l’altro è la qualità del design, tanto dei personaggi che degli stage. Abbiamo spesso personaggi assurdi, pieni di dettagli e sopra le righe che combattono in arene altrettanto assurde e dense di riferimenti. Vampire Savior e le sue due espansioni restano ancora oggi l’apice delle cose assurde che Capcom poteva creare. D’altronde che la pixel art sia tra i punti di forza della Capcom Fighting Collection è dimostrato anche dalla presenza di una folta galleria di 500 immagini!
Quanto al comparto sonoro, che aggiungere? In questi 10 giochi abbiamo alcune delle colonne sonore più memorabili mai generate dalla Capcom, tra versioni remixata di vecchi classici e canzoni che esordiscono in questi franchise per la prima volta. Ancora una volta Capcom Fighting Collection ne è consapevole e fornisce un’ampia selezione di soundtrack da ascoltare senza dover per forza giocare. Insomma, il comparto artistico è davvero il fiore all’occhiello di questa raccolta e mostra di cosa Capcom era capace negli anni ’90.
10 bizzarre perle che meritano di essere riscoperte
Concludendo la nsotra recensione, Capcom Fighting Collection contiene 9 perle arcade Capcom che meritano assolutamente di essere riscoperte al giorno d’oggi, anche solo per capire di cosa era capace questa software house all’epoca. L’unico titolo di cui non comprendo l’inclusione è Hyper Street Fighter II Turbo che, davvero, non c’entra nulla con il resto, ma Capcom lo sta infilando a caso praticamente in qualsiasi raccolta. Mah.
I 9 giochi rimanenti sono comunque più che sufficienti a regalare ore e ore di divertimento sia in single che in multiplayer, nonostante l’assenza di un augurabile rollback netcode per l’online (sigh). Purtroppo non è tutto oro quello che luccica. L’emulazione è buona, ma non fantastica e alcuni comandi e giochi tendono a “laggare” nelle fasi più concitate (cosa che è un problema quando si parla di picchiaduro). Inoltre c’é solo la lingua inglese disponibile e per Vampire Hunter 2 e Vampire Savior 2 solo il giapponese… ok che non sono mai stati localizzati, ma così sono godibili solo a metà.
I due problemi più grossi sono comunque da vedere nell’assenza di contenuti extra e nel fatto che non vedo come questa raccolta possa fare leva su un pubblico più giovane e che magari già non conosce questi franchise. I due problemi sono collegati perché in altre collection simili ho visto che i giochi erano introdotti molto meglio, con delle istruzioni che spiegavano la rilevanza del titolo e l’impatto che aveva avuto e che lo rendeva unico. Niente di tutto questo è presente in Capcom Fighting Collection che si limita a porti davanti ai giochi arcade e via, senza troppe spiegazioni.
Detto ciò, bisogna dire che Capcom Fighting Collection costa 39.99 euro su Steam, Nintendo Switch, PlayStation 4 e Xbox One. Si parla quindi di 10 giochi arcade per un costo assolutamente degno di 4 euro l’uno. Facendo una media tra quelli che non lo meriterebbero e quelli che sì, il risultato finale è più che accettabile. Peccato non si sia fatto un miglior lavoro di presentazione per un pubblico nuovo, ma la Capcom Fighting Collection resta imperdibile per chiunque ami i classici picchiaduro Capcom.