Gli hacker non sembrano dare pace alle aziende videoludiche: dopo il furto di dati sensibili subito da Nintendo, è ora la volta di un altro colosso dell’industria giapponese, Capcom. Un gruppo di pirati informatici ha, infatti, diffuso un comunicato in cui annuncia non l’uscita di un gioco, ma di aver ottenuto con la frode oltre 1TB di informazioni riservate degli sviluppatori di titoli come Mega Man. A essere stati rubati potrebbero essere, sì, documenti riservati aziendali sui progetti a cui Capcom sta lavorando, ma anche i dettagli degli account dei giocatori, compreso il numero delle loro carte di credito.
Se la compagnia nega fermamente quest’ultimo scenario, affermando che “at present there is no indication that any customer information was breached”, è ovvio che molti di noi saranno preoccupati e il consiglio in questi casi è di attivare, qualora fosse possibile, l’autenticazione a due fattori per tutti i nostri profili, bancari e non. È pur vero che si rimane sempre un po’ scioccati ad apprendere quanto siano fragili le sicurezze informatiche di organismi potenti come i vari governi o le multinazionali del videogioco come Capcom e, con l’aumentare del commercio via web anche a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19, è ora più che mai importante investire in cybersicurezza.
Capcom e un problema da risolvere
Per Capcom, poi, questa tegola dev’essere sistemata il prima possibile: mancano ormai pochi mesi, infatti, all’uscita di titoli su cui la compagnia punta molto come Monster Hunter Rise e Monster Hunter Stories 2: Wings or Ruin. Va da sé che una percezione di insicurezza da parte dei consumatori avrebbe un impatto molto negativo sui preorder di questi giochi, soprattutto a proposito della Collector’s Edition del primo, disponibile anche sul sito degli sviluppatori.
Ciò che ci auguriamo è che la questione della sicurezza dei nostri dati venga presa più sul serio, in particolare dopo aver subito due attacchi su larga scala in pochi mesi, e che gli acquisti online dei nostri titoli preferiti possano continuare a farci risparmiare senza dover necessariamente mettere a rischio i nostri dati. La palla passa ora nelle mani della polizia, che Capcom ha prontamente contattato, e poi in quelle delle aziende stesse, alle quali chiediamo un cambiamento radicale.