Se per qualcuno, ormai davvero pochi, il nome Capitain Tsubasa potrebbe non dire nulla è indubbio come in Italia Holly e Benji sia un grande classico, visto e amato da generazioni di spettatori.
Nato negli anni ’80 e trasmesso in tv con i celebri nomi totalmente diversi dagli originali, sia l’anime che il manga seguono la carriera di Tsubasa Oozora e dei suoi coetani, dalle elementari fino ai campionati del mondo.
Captain Tsubasa: Rise of New Champions, uscito un paio di anni dopo l’ultimo remake dell’anime, contribuisce al processo di rilancio della saga. Come sarà andata? Scopriamolo insieme.
Loro non sanno calciare come noi
Non è la prima volta che Captain Tsubasa approda su console tuttavia, come spesso accade per i titoli ispirati ad anime e manga, in occidente era dai tempi di Tecmo Cup Football Game per Megadrive che non vedevamo un titolo dedicato allo spokon (manga sportivo) più famoso di sempre. Fa naturalmente eccezione Capitan Tsubasa: Dream Team uscito nel 2017 per mobile.
Se fino a qualche anno fa era facile trovare giochi sportivi strambi e divertenti, come il calcio violento di Red Card o la follia frenetica di NFL Blitz o ancora il basket esagerato e deformato di NBA Jam, tutti titoli affiancati a produzioni serie e sofisticate.
Negli ultimi anni, invece, sul mercato sono stati lanciati solamente titoli simulativi e, sebbene sia il primo ad apprezzare uno sportivo in grado di riproporre una competizione realistica, ritengo che titoli più leggeri e scaccianoia debbano comunque continuare ad uscire.
Da grande appassionato della serie Mario Strikers (o Smash Football), anch’essa ferma ormai da anni, ho atteso questo Captain Tsubasa fin dalla sua presentazione e come me tutti gli appassionati della creatura di Yoichi Takahashi.
In ogni caso, se Bandai Namco si è convinta a distribuire Rise of New Champions in tutto il mondo è perché, al di là dello stile visivo, la formula standard del calcio è parte integrante del gioco ed è immediatamente riconoscibile a chiunque una volta avviata una partita.
Per quanto inizialmente l’abitudine ci porti a giocare come se fossimo in FIFA (che sicuramente è molto più arcade di PES), in pochi minuti ci renderemo conto della sostanziale differenza con altri titoli calcistici quando si tratta di rubar palla, dribblare un avversario o tirare in porta
Se riusciremo in una di queste azioni, ci troveremo con uno stiloso close-up sui due avversari, che richiama le inquadrature tipiche dell’anime.
Naturalmente, concatenare queste azioni rende il tutto appagante sia da un punto visivo che per quanto riguarda il gameplay: potremo infatti attivare la cosiddetta V-Zone con cui caricare un super tiro che, oltre alla consueta animazione speciale, metterà a dura prova i riflessi del portiere avversario che se pure riuscisse a parare il tiro, sarebbe troppo stanco per rimanere efficace sui tiri successivi.
Allo stesso modo, la V-Zone può essere utilizzata in fase difensiva per le super parate a cui la serie ci ha abituato.
In tutti questi frangenti, il gameplay di Rise of New Champions funziona come una sorta di carta forbice pietra, in cui solo una scelta sarà vincente. A rendere il tutto speciale e appagante ci pensa il fascino visivo e lo stile che permea gli incontri.
La modalità storia è divisa in due parti: potremo scegliere se giocare nei panni di Tsubasa o di un nuovo calciatore.
Scegliendo Tsubasa, ripercorreremo la storia del manga sfidando le scuole rivali per conquistare i campionati nazionali.
Questa modalità è piena di scene in cui tutti i più famosi personaggi della serie interagiscono, si sfidano e si sbeffeggiano, ma è anche piena di partite intense in cui la vittoria è sempre sul filo di lana.
Completando alcuni compiti segreti come difendere palla nei panni di Tsubasa oppure caricare un tiro a pochi secondi dal termine dell’incontro assisteremo ad una scena speciale, sempre diversa ed esaltante.
Se, al momento di scegliere la storia, opteremo per utilizzare un nuovo giocatore, passeremo dalla storia predeterminata di Tsubasa ad un’esperienza più aperta e personalizzabile.
Le opzioni di personalizzazione per il nostro calciatore sono tantissime, così come tante sono le opportunità per svilupparne statistiche e personalità.
Avanzando nella storia affronteremo numerosi dialoghi, con le consuete risposte da scegliere in grado di influenzare il nostro rapporto con alcuni personaggi; elemento utile per sbloccare nuove mosse o nuovi percorsi all’interno degli avvenimenti affrontati.
Oltre le modalità single player, a completare l’offerta ci pensano le partite versus in locale, le sfide e l’online. Se le altre due modalità sono abbastanza intuibili, attraverso le sfide dovremo completare gli obiettivi assegnatici per sbloccare tutta una serie di elementi utilizzabili per la personalizzazione del personaggio, così come musiche e valuta in-game da spendere nell’apposito negozio (per fortuna non ci sono microtransazioni).
Interessante, per quanto riguarda l’online, la possibilità di creare delle Leghe personalizzate a cui altri giocatori potranno iscriversi.
Segnali di Stile
Il comparto visivo è un po’ altalenante: se da un lato abbiamo cutscene curate e in grado di esaltare il giocatore, il resto è un po’ rivedibile.
I modelli dei giocatori e degli impianti, con tutto quello che c’è dentro e fuori dal campo, sono un po’ troppo grezzi. Pur non rovinando l’esperienza di gioco, qualcosa di meglio poteva e doveva essere fatto.
Degno di lode invece il sonoro, ricco di brani orecchiabili e sempre adatti a quanto avviene su schermo.