Dio solo sa quante volte, parlando con amici che condividevano la mia stessa passione non solo per i videogiochi, ma anche per i giochi di carte collezionabili, mi sono ritrovato a ricordare con malinconia alcuni dei titoli che, su console, mi accompagnarono per ore e ore.
In ognuna di quelle occasioni il discorso finiva sempre e comunque sulle solite frasi che sottolineavano come, da ormai troppo tempo, su console non ci fosse più alcuna traccia di titoli validi che riuscissero a unire quelle due realtà senza necessariamente ricadere nel solito copia e incolla; un qualcosa che abbiamo visto già fin troppe volte all’interno dei giochi di carte. Oggi, dopo aver fatto la conoscenza di Cardpocalypse, ti invito a leggere la recensione di un videogioco che nonostante non si sia presentato nel migliore dei modi, ha comunque saputo farmi ricredere.
È solo il primo giorno di scuola. Cosa potrebbe mai andare storto?
In Cardpocalypse faremo immediatamente la conoscenza della piccola Jessica Carter, una bambina dal carattere deciso che dopo essersi recentemente trasferita insieme alla madre, si prepara ad affrontare il suo primo giorno alla scuola elementare Dudsdale. Dopo aver finito di guardare alla TV la puntata del cartone animato che ama, Jess si fionda fuori casa pronta a salire sul bus che la porterà a scuola e, quasi immediatamente, inizia a conoscere quelli che diventeranno ben presto i suoi compagni d’avventura.
Tutto sembra andare nel migliore dei modi, specie dopo aver scoperto che all’interno della Dudsdale, il gioco di carte Power Pets basato sui suoi eroi animati preferiti, è incredibilmente popolare. Purtroppo per lei però qualcosa di sospetto sta accadendo in quel posto e, prima ancora di rendersene conto, Jess verrà coinvolta in un’incredibile battaglia per la salvezza di praticamente ogni studente della scuola, se non addirittura del mondo intero.
I giocatori si troveranno infatti ben a presto a dover indagare, nei panni di Jess, sulla misteriosa scomparsa del nostro amico Jacob per poi scoprire, un paio di giorni piú tardi, che qualcosa di molto strano sta accadendo fra le mura perimetrali della nostra scuola: i fantastici animali mutanti protagonisti del nostro cartone animato preferito stanno prendendo vita e non sembrano per nulla amichevoli nei confronti di noi umani.
È proprio a questo punto che ha inizio la vera avventura di Jess Carter, temeraria ragazzina pronta a tutto pur di poter riportare un po’ di ordine all’interno della scuola e che, in una sola settimana, dovrà riuscire a sventare i malvagi piani di un essere oscuro.
Un gameplay classico…
Introducendo il gameplay di questo titolo è innanzitutto doveroso specificare che, pur trattandosi di un videogioco di carte collezionabili, Cardpocalypse offre un’esperienza esclusivamente single player contraddistinta e arricchita da diverse influenze di carattere GDR. Al suo interno i giocatori potranno scegliere tra due diverse modalità di gioco: Story Mode e Challenge Mode.
Come suggerisce il nome, la prima è particolarmente adatta a chi vuole godersi lo sviluppo della trama senza alcun intoppo e, potendo contare su più risorse degli avversari oltre che sulla possibilità di saltare eventuali scontri ritenuti troppo ostici, risulta perfetta per chiunque voglia vincere facile.
Ovviamente, apprezzando sempre una certa sfida nei titoli che gioco, io mi sono buttato a capofitto nella seconda modalità che, senza alcuna forma di semplificazione donata al giocatore, si preannuncia essere a mio avviso il modo migliore per affrontare questo titolo.
Il primo impatto con il gameplay vero e proprio di Cardpocalypse, per qualsiasi appassionato del genere, non risulterà affatto problematico. Il gioco infatti si basa su tutti quei fondamenti che ritroviamo puntualmente in quasi ogni titolo di questo tipo: una mano iniziale costituita da (a seconda di chi inizierà a giocare per primo) quattro o cinque carte fra quelle che avremo scelto di inserire nel nostro mazzo, una risorsa che -oltre a ricaricarsi- aumenterà di un’unità all’inizio di ogni turno di gioco (permettendoci quindi di mettere in campo le nostre carte dal diverso costo) e infine la presenza del proprio eroe, che perdendo tutti i punti vita prima di quello avversario sancirebbe la nostra sconfitta.
La presenza di varie fazioni capitanate dai relativi diversi eroi ottenibili nel corso del gioco, ancora una volta come accade in molti altri esponenti di questo genere, assicura poi un discreto senso di continua progressione verso l’assemblaggio del proprio mazzo definitivo.
Oltre a questo, il gioco presenta anche alcune caratteristiche sicuramente già note a chi ha avuto modo di giocare titoli come Hearthstone. Attraverso infatti una serie di abilità passive sulle quali i nostri Power Pets potranno contare, le battaglie in Cardpocalypse richiederanno una buona dose di strategia che, se unita a una saggia preparazione del proprio mazzo, potrà sicuramente garantire diverse soddisfazioni.
A rendere ancora più profondo il gameplay del gioco troveremo infine le Mutazioni, delle vere e proprie trappole che dopo esser state piazzate a faccia in giù sul campo di battaglia, si attiveranno automaticamente al compimento di particolari eventi che varieranno a seconda della carta.
Insomma, per quanto riguarda le meccaniche base del gioco di Power Pets, si potrebbe dire che Cardpocalypse presenta quasi ognuna delle caratteristiche che un appassionato di GCC (giochi di carte collezionabili) potrebbe desiderare e questo, unito al fatto che i giochi single player appartenenti al genere sono ormai una rarità, rappresenta senza dubbio un buon punto a favore degli sviluppatori.
… che risulta però originale
Come ho già accennato, presentandosi sul mercato in un momento in cui la quantità di titoli in grado di unire l’esperienza di un GCC a un’avventura per giocatore singolo risulta davvero minima, Cardpocalypse riesce a distinguersi davvero facilmente fra la concorrenza e, seppur con timidezza, introduce anche una buona quantità di idee piuttosto originali che contribuiscono senz’altro a rendere il titolo complessivamente più piacevole.
Prima fra tutte la particolare meccanica di gioco che prevede, una volta raggiunta una certa soglia di Punti Vita, la trasformazione in Forma Mega di ogni eroe presente nel titolo. Questa, oltre a garantire la possibilità di creare vere e proprie combo all’interno del proprio mazzo, permetterà in più di un’occasione di veder ribaltare l’esito di una battaglia, contribuendo di conseguenza a rendere il risultato di ogni sfida meno scontato del previsto.
Oltre a essere una chiara conseguenza della pochezza di suoi simili nei dintorni, l’originalità di Cardpocalypse emerge anche grazie ad alcune chicche capaci di sorprendere i giocatori. La prima aggiunta interessante, fatta al gioco di carte che sta alla base di questa piccola perla indipendente, è data sicuramente da alcuni aspetti tipici dei giochi di ruolo: una mappa esplorabile ricca di PNG con i quali poter interagire e scambiare le nostre carte, una quest principale attorniata da vari compiti secondari che ci garantiranno ottime ricompense e, infine, una quantità notevole di dialoghi a scelta multipla.
Proprio sulla questione dei dialoghi trovo opportuno soffermarmi per un istante, così da poter sottolineare quanto essi rappresentino sicuramente un punto forte del titolo. A tutto questo si vanno poi a sommare le vere e proprie trovate degli sviluppatori che, anche se in alcuni casi presentano dei limiti ben specifici, devo ammetterlo: mi hanno saputo stupire.
In un paio di circostanze, ad esempio, Cardpocalypse dà ai giocatori l’opportunità di creare carte personalizzate, scegliendo ovviamente tra diverse opzioni combinabili fra loro a proprio piacimento. Inoltre, ad aumentare ulteriormente il numero di strategie legate al proprio mazzo, il gioco vanta una curiosa meccanica grazie alla quale è possibile collezionare adesivi da appiccicare alle nostre carte; un’idea molto interessante che permette di modificare i nostri Power Pets in praticamente ogni loro statistica, dando cosí origine a combo incredibili a seconda dei propri gusti.
Prima di iniziare a parlare, nel prossimo paragrafo, di tutto quello che mi ha convinto meno all’interno del gioco, voglio analizzare un’ultima peculiarità che nelle fasi avanzate del titolo riesce ancora una volta a cogliere di sorpresa i giocatori. Mi riferisco in particolare alle conseguenze che avranno sul gioco le battaglie contro i vari eroi che invaderanno la nostra scuola, alcune delle quali considerabili a tutti gli effetti come veri e propri scontri opzionali.
Dopo aver vinto ognuna di queste sfide infatti (che confesso avrei sperato essere più ostiche), il giocatore potrà scegliere una fra tre diverse opzioni che da quel momento in avanti andrà letteralmente a mutare le regole base del gioco.
I punti deboli del gioco
Come avrai sicuramente notato, almeno fino a questo momento, nel corso della recensione mi sono voluto concentrare particolarmente sull’analisi di tutti quelli che possono essere considerati i fattori positivi che delineano Cardpocalypse. Questo significa forse che il gioco di oggi rasenta la perfezione e non potrebbe in alcun modo essere migliore di così?
Ovviamente no; semplicemente mi sono voluto concedere uno spazio apposito per poterti parlare in modo più approfondito di quelli che reputo essere i punti deboli di un gioco che, se in alcuni dei suoi aspetti avesse osato di più, avrebbe potuto tranquillamente rappresentare un ottimo punto di partenza per la nascita (perché no) di un nuovo franchise di successo.
Come ho già avuto modo di introdurre molto brevemente, uno degli aspetti che mi ha lasciato l’amaro in bocca è sicuramente quello dato dalla difficoltà del titolo che, soprattutto nelle fasi avanzate e a causa di alcune delle già citate meccaniche di gioco, arriva seriamente a piegarsi sotto la volontà del giocatore.
Nonostante un livello di semplicità adatto a tutti possa rappresentare un pregio, infatti, confesso di non aver potuto fare a meno di vederlo in questo caso come un vero e proprio limite del gioco. Inoltre, mi sento di puntualizzare che, sebbene il titolo mostri praticamente ogni aspetto che un appassionato del genere sognerebbe di trovare all’interno di un GCC single-player, la sensazione finale è a tratti quella di un gioco che avrebbe potuto essere, ma non è. Cardpocalypse rappresenta sì il ritorno di un genere che su console manca davvero da troppo tempo, ma lo fa in modo molto timido e senza sfruttare appieno le sue possibilità.
Se dovessi immaginare un eventuale Cardpocalypse 2 nel quale siano stati migliorati tutti gli aspetti meno convincenti del suo predecessore, sicuramente penserei a un titolo che vanti una maggiore profondità data ad esempio dall’introduzione di una valuta in-game (sfruttabile per poter acquisire dei nuovi pacchetti) ottenibile sia come ricompensa delle varie missioni, sia come premio per aver sfidato e sconfitto in duello uno dei tanti personaggi presenti nel gioco.
Una meccanica classica come quella dei pacchetti infatti, oltre a rappresentare una delle cose più belle che un appassionato di GCC possa desiderare, essendo basata sull’RNG (Random Number Generator) non potrebbe che rendere un gioco del genere decisamente più profondo.
E il comparto tecnico?
Un ulteriore punto che tengo ad analizzare prima di passare a quello che sarà l’ultimo paragrafo di questa recensione, è sicuramente il comparto tecnico di Cardpocalypse. In questo ambito, le due cose che maggiormente risultano essere degne di plauso sono senza dubbio la colonna sonora del titolo e il lavoro di doppiaggio svolto sulla presentazione dei vari eroi una volta sbloccati. Purtroppo però, mentre la prima non riesce ugualmente a spiccare nel corso del gioco se non durante i brillanti jingle rockeggianti che la caratterizzano, il secondo non è stato impiegato in quasi nessun’altra occasione oltre a quella già indicata.
Per quanto riguarda il doppiaggio, mi permetto di sottolineare quanto questo sia un vero peccato data la certezza che, potendo ascoltare l’interpretazione di alcuni dei dialoghi presenti nel gioco, in molti avrebbero trovato questo titolo potenzialmente esilarante.
Ultima ma non necessariamente per importanza, la grafica di Cardpocalypse che nonostante vanti un proprio stile abbastanza caratteristico e ben delineato, non riesce comunque a lasciare il segno in un genere come quello dei GCC in cui, anche solamente la bellezza estetica delle carte presenti al loro interno, rappresenta spesso e volentieri una delle cose fondamentali per far sì che un titolo venga ricordato oppure no. Una maggiore cura all’aspetto prettamente artistico del gioco avrebbe sicuramente potuto giovare al prodotto finale, rendendo il tutto ancora più piacevole.