Ci sono alcuni giochi specificatamente dedicati a una nicchia di utenti, che quindi propongono meccaniche particolari o strutture non troppo adatte al pubblico mainstream o, più in generale, a chi non è strettamente appassionato del genere. In questa categoria rientrano soprattutto i simulatori, ma anche quei titoli che puntano tutto sulla ricostruzione di dinamiche specifiche, legate a una certa attività.
Carrier Command 2 è uno di questi giochi, composto da una lunga serie di meccaniche che creano un’esperienza complessa, amata alla follia oppure odiata fino alla morte. Il gioco riprende l’idea già sperimentata nel capostipite e la espande, grazie alla potenza tecnologica degli hardware più recenti. Il primo Carrier Command, per quanto affascinante, risentiva infatti dei limiti tecnici dell’epoca, che oggi non ci sono più. Questo secondo capitolo sarà quindi riuscito a svecchiare la formula?
Tra terrorismo e tecnologia
La storia di Carrier Command 2 ci mette, neanche a dirlo, nei panni di un comandante di una portaerei. Il gioco inizia in uno shuttle in orbita nello spazio, quando il nostro protagonista si sveglia da una lunga stasi. Poco dopo essersi svegliato, una registrazione audio lo informa dei recenti avvenimenti sulla terra: un gruppo di terroristi ha preso il controllo di una potente portaerei e punta a utilizzare l’armamento della nave per i propri scopi di conquista.
Per questo motivo, il nostro compito sarà quello di prendere il comando di un’altra portaerei, in modo da poter fronteggiare le mire espansionistiche di questo gruppo terroristico, distruggendo la loro nave e conquistando le loro isole.
Chiaramente, la storia è soltanto un pretesto per introdurre il giocatore all’idea base del titolo: due portaerei si affrontano per il dominio di un grande arcipelago, conquistando le varie isole e cercando di distruggere l’avversario. Carrier Command 2, in poche parole, si gioca per il gameplay.
Uno strategico in prima persona
L’idea alla base di Carrier Command 2 è semplicissima: siamo al comando di una portaerei e il nostro obiettivo è affondare la nave nemica. Questa, però, si trova dall’altro lato di un enorme arcipelago da conquistare, prima di arrivare allo scontro finale. Conquistare le varie isolette, infatti, permette di accedere a risorse di ogni tipo, dai veicoli, alle munizioni. Dopo aver ottenuto il controllo di un’isola e delle sue risorse, si passa a quella successiva, e così via, fino alla battaglia decisiva.
Si parte quindi al comando della propria nave ma, progressivamente, si sceglie in che direzioni espandersi e cosa conquistare, in modo da aumentare il proprio potere offensivo e le proprie possibilità di vittoria. Chiaramente, conquistare le isole vuol dire lottare contro le IA che le controllano, quindi è importante gestire bene risorse e sforzi bellici.
Descritto così Carrier Command 2 può sembrare un classico strategico di stampo militare ma, in realtà, ha una particolarità che lo rende unico e lo distanzia dagli altri congeneri: tutta l’azione si svolge in prima persona, nella cabina della propria nave. Da qui, infatti, si gestisce tutto, utilizzando schermi, pulsanti e grafici sparsi tra le varie postazioni di comando. Per controllare tutto, quindi, bisogna spostarsi tra le postazioni, oppure fare affidamento su un amico.
Per conquistare, un’isola, ad esempio, bisogna mandare dei droni di terra o aerei. Per farlo bisogna andare alla postazione dedicata ai veicoli, premere i pulsanti per lo spiegamento, aspettare che le unità arrivino a destinazione, e utilizzare lo schermo per osservare l’azione e dare ordini sui movimenti. In qualsiasi momento, poi, è possibile controllare i veicoli sul campo, in modo da gestire in prima persona azioni particolari.
Se però durante la battaglia vogliamo dare supporto ai veicoli che abbiamo dispiegato, dovremo uscire dalla postazione, andare verso la plancia di comando dedicata alle armi e inserire il comando manuale, per poi fare fuoco con i cannoni della portaerei.
Dopo aver eliminato le unità nemiche, possiamo hackerare la postazione di comando dell’isola, prendendone il controllo. Ma la simulazione non è finita qui. Dopo la battaglia bisogna richiamare le unità sulla nave, andare nella postazione dedicata all’inventario, controllarne lo stato ed eventualmente ricaricarne le scorte.
Da questo esempio puoi capire come Carrier Command 2 sia uno strategico che punta tutto sull’immersione e sulla simulazione, dividendo le tipiche meccaniche degli RTS in varie postazioni di comando, schermi e pulsanti sparsi per la cabina. Diventa quindi importante ricordarsi a cosa serve ogni cosa, imparare a usarla e decifrare l’interfaccia.
Le immagini dei vari schermi sono infatti modificabili in vari modi, per visualizzare diverse informazioni, che vanno dalle correnti oceaniche, alla profondità, passando per i vari tipi di munizioni e altro. Un grandissimo difetto del gioco, però, è proprio nell’estetica e nell’immediatezza delle schermate. Tolte pochissime eccezioni, la maggior parte degli schermi presenta un’estetica davvero anacronistica, fatta di pixel molto evidenti, quadrati, cerchi e forme difficilmente identificabili.
Sarebbe stato molto più piacevole vedere uno stile più moderno e meno “pixeloso”, simile a quello della mappa tattica al centro della stanza. Dato l’enorme quantitativo di tempo passato tra gli schermi, un’interfaccia utente più immediata e curata non è trascurabile. A questo si aggiunge un tutorial sbrigativo e poco approfondito, che – molto pigramente – spiega solo le meccaniche base, per poi invitare il giocatore a leggere gli enormi muri di testo del manuale digitale.
Ma i difetti di Carrier Command 2 non si fermano qui. Purtroppo il gioco cade in modo eccessivo nella simulazione, inserendo alcune meccaniche semplicemente fastidiose. La gestione dell’inventario, per esempio, è macchinosa e lenta, richiedendo al giocatore una buona dose di pazienza per potersi abituare. Lo stesso dicasi per la distanza tra le isole, spesso fin troppo estesa: capita di dover navigare per diversi minuti senza che accada nulla, guardando solo alle onde low poly.
Arrivati a destinazione, si combatte per la conquista dell’isola, si gestisce nuovamente l’inventario e poi si naviga ancora per diversi minuti di monotonia. Il risultato è un titolo che alterna combattimenti davvero interessanti e divertenti, a momenti frustranti in cui bisogna gestire l’inventario, per poi scivolare nella monotonia della navigazione. Se ti piace una simulazione strategica dal ritmo lento, allora potresti apprezzare Carrier Command 2. Se però cerchi un RTS dai ritmi più “classici”, allora preparati ai momenti morti.
Guerra low poly
Il comparto tecnico di Carrier Command 2, in poche parole, è pessimo. Il gioco presenta una grafica low poly, che però stride con l’atmosfera e lo stile realistici, risultando in ambienti spogli, dai poligoni evidenti e privi di dettagli. Allo stesso modo, le animazioni sono quasi inesistenti e, in alcuni casi, del tutto assenti. L’unica caratteristica che si salva sono gli effetti visivi, dati dalle scie dei veicoli e dalle splendide esplosioni, ma il resto è decisamente migliorabile.
Il comparto audio è invece altalenante, dato che troviamo ottimi effetti sonori, affiancati però da musiche fastidiose e ripetitive.
Chiude il cerchio un comparto artistico generico che, accompagnato alla grafica low poly crea un’estetica dimenticabile.