Sviluppato da Moon Moose e pubblicato da TinyBuild, Cartel Tycoon è un singolare gestionale che, a una struttura decisamente classica e dominata da un susseguirsi di menù, aggiunge un obiettivo decisamente singolare: creare un proprio sistema di narcotraffico. Il tutto in pieno stile anni ‘80. Dopo aver recensito la versione per PC, siamo pronti a mostrarti come il titolo se l’è cavata su PlayStation 5!
Cartel Tycoon: tante storie ma con lo stesso obiettivo… i soldi!
Prima di entrare nei meandri della narrazione di Cartel Tycoon è bene indicare che il titolo è suddiviso in tre modalità principali. La più tosta è quella denominata “sopravvivenza” e che, oltre a seguire le linee guida delle altre modalità, introduce il permadeath, oltre a un livello di sfida crescente. Insomma, una modalità esclusivamente pensata per gli appassionati e per quelli dotati di davvero tanta, tanta pazienza.
Totalmente opposta invece la modalità “sandbox” altamente personalizzata e che si plasma completamente al volere del giocatore. Quest’area può diventare una vera e propria palestra, permettendoci di approfondire al meglio i tecnicismi, spesso poco chiari, che permeano l’opera dei Moon Moose in modo poi da poter affrontare al meglio le altre due modalità previste dal titolo.
L’ultima della triade, nonché pacchetto principale a sua volta rimpolpato da DLC extra a pagamento, è la modalità “Storia”. Cartel Tycoon sfrutta un sistema ingegnoso che è quello di suddividere la campagna in diverse trame. La suddivisione, ovviamente, è legata al livello di difficoltà e ognuna di esse presenta un incipit narrativo e una previsione di durata media dell’intera campagna. A tal proposito, andiamo dalle 3-6 ore del tutorial alle oltre 10 ore di altre campagne ben più complesse e ostiche.
Nonostante la differenza narrativa dei vari incipit, la narrazione di Cartel Tycoon è fondamentalmente una scusante per chiamarci in campo per creare una catena di narcotraffico crescente e sempre più implacabile. Lo scopo? Fare una barca di soldi. Tutto qua. Sì, ci sono personaggi secondari che cambiano, innumerevoli avatar che si alternano, tenenti con il proprio atteggiamento e persino la propria voce ma il tutto fatica a emergere.
La questione principale è che il titolo si adagia molto sui cliché del genere, dalla serie più famosa Narcos a caratteri già visti in altri titoli simili e non (come GTA). I personaggi sono un po’ una macchietta di sé stessi e anche le trame, seppur presenti, non sorprendono. I colpi di scena, pochi, sono abbastanza telefonati e che il cinema ha saputo già sdoganare. D’altronde, si sa, la vita di un sovrano del narcotraffico non finisce quasi mai bene, no?
Se proprio sei curioso, anche a prova di quanto affermato, ti descriviamo l’incipit del tutorial che vede un novello ex studente universitario fare il suo ingresso nel mondo del narcotraffico forte del fatto che il boss di prima era suo padre. La sua inefficienza come leader e la totale assenza di esperienza nel mondo criminale è un’ottima scusante per permettere a suo zio da farci da mentore e allo stesso tempo introdurci le regole di gioco di Cartel Tycoon, fino all’inevitabile conclusione del più breve e prevedibile degli archi narrativi disponibili.
Come ti vendo la droga
Cartel Tycoon è un gestionale decisamente classico e palesemente studiato per computer. La sua trasposizione su console, quindi, porta con sé una serie di rallentamenti che potrebbero far storcere un po’ il naso. Adattarsi al pad con relativo cursore non è comodissimo e i comandi stessi non brillano per intuizione. Basti pensare che in caso di più elementi nello stesso luogo, potresti avere problemi a indicare ciò che cerchi (banalmente: potresti cliccare il menù del luogo al posto di quello del tenente che è in quel luogo).
Ma procediamo con ordine. Lo scopo del titolo è soddisfare una serie di missioni che portano prevalentemente alla realizzazione di un sistema automatizzato di produzione, trasporto e vendita della droga. Per far ciò, devi costruire piantagioni (studiando il suolo e cercando di sfruttare al meglio le porzioni con % di produzione migliore), erigere depositi in cui trasportare la merce e collegare il tutto con percorsi che potrai realizzare e personalizzare man mano.
Per quanto riguarda i terreni, come anticipato, questi hanno rese diverse e variano a seconda della tipologia di prodotto che si vuole coltivare. Inutile dire che tali coltivazioni vanno realizzate all’interno del raggio di un deposito in modo da poterne conservare i raccolti (il tutto automaticamente). Una volta prodotta e depositata, tale merce deve poi essere trasportata e venduta, venendo quindi consegnata nell’aereodromo più vicino (o lontano, sta a te scegliere il percorso di trasporto).
L’aereodromo funge da “centro di contrabbando” (e non sarà l’unica struttura a farlo) attraverso il quale puoi vendere la tua merce e ottenere denaro sporco. Per quanto riguarda i trasporti, puoi anche procedere manualmente dando ordini e relativo percorso ai tuoi tenenti ma suggeriamo calorosamente d’investire in un’azienda di trasporti automatici che, come i depositi, procede da sola in base al raggio di costruzione.
Il denaro in Cartel Tycoon è la nostra risorsa principale e lo stato dei nostri conti (legali e sporchi) è costantemente mostrato al centro dello schermo. Il denaro legale, o pulito che dir si voglia, è quello che verrà impiegato automaticamente per la costruzione e per altre tipologie di operazioni/spese (come l’investimento in edifici o attività in città).
Ovviamente, potrai intervenire manualmente in ogni singolo investimento e mutare la valuta da spendere. Ma come si fa a convertire il denaro sporco? Realizzando un “edificio di riciclaggio” all’interno della propria città. Qui, trasportando manualmente il denaro, potrai convertirlo e investirlo in ulteriori attività. Bisogna quindi prestare attenzione alla tipologia di denaro che si utilizza onde evitare di dare troppo nell’occhio.
Il cartello e le guerre
Ogni cartello è composto da capi e tenenti. Il capo, contrassegnato da un anello d’oro, è l’attuale leader del cartello nonché nostro “avatar” principale. Un capo può ovviamente morire, oltre che essere impiegato in attività sul campo. In caso di morte, toccherà incoronare un successore per permettere all’impero di non collassare.
Ogni capo e ogni tenente, è dotato di specifiche abilità che possono agevolare il trasporto, il riciclaggio, la diplomazia e il combattimento. Perché in Cartel Tycoon un peso rilevante lo hanno anche le guerre tra cartelli. Alcune regioni, infatti, sono controllate da bande nemiche che possono essere affrontate e sconfitte. Per liberare una regione dal dominio altrui hai due opzioni: guerra o fedeltà.
La seconda è più complessa e difficile da gestire, è una via diplomatica e che prevede una crescita lenta e costante del livello di fedeltà altrui nei nostri confronti e che, in caso positivo, si conclude con l’ingresso dell’intero cartello sotto il nostro dominio. Come si aumenta la fedeltà? Puoi sconfiggere le forze di sicurezza, stipulare e rispettare una serie di accordi con la banda rivale e procedere in un dialogo costante con il loro leader.
Un esempio di accordo tra bande è il trasporto, con tanto di timer, di una determinata merce dalla loro sede a un determinato punto, sfruttando i nostri uomini. Insomma, lavorare per loro e/o aiutarli a svolgere determinati compiti. Ma, occhio, alcuni possono fare i furbi e tradirti. Anche se un accordo sembra procedere per il verso giusto, infatti, un leader nemico può decidere comunque di venir meno, magari chiedendo di più o accusandoci di falso.
Questo rischia di portarci alla guerra che può iniziare tanto per mano nostra quanto per quella avversaria. Per dare noi l’incipit allo scontro, basta inviare un tenente armato in una zona nemica e lo scontro entrerà nel vivo con tanto di valori a schermo e prevedibile conclusione. Le armi, ti garantiscono temporaneamente dei “punti potere” aggiuntivi e puoi aumentare tale valore trasportando ulteriore equipaggiamento nel luogo del conflitto in atto.
Ogni tenente ha un valore di “resistenza” che va a diminuire nel corso dello scontro a fuoco mentre va a rigenerarsi quando l’unità non è impegnata in un conflitto. Più la resistenza cala, più alte sono le possibilità che il tenente esca ferito. Un tenente ferito non può combattere o eseguire altri tipi di ordine. Bisogna quindi portarlo in un ospedale o in una residenza privata (queste oltre a essere un utile deposito e rifugio di soldi sporchi e tenenti, è anche un ritrovo per feriti all’occorrenza).
Ricerca e controllo
Gli elementi di Cartel Tycoon non finiscono qui. Il titolo include un albero delle ricerche con cui potrai sbloccare bonus e potenziamenti di vario genere a patto di avere tempo e soldi a disposizione. Cosa non da poco visto che il titolo ha una curva d’apprendimento per niente morbida oltre a un bilanciamento interno discretamente discutibile.
Nell’ordine, già nel corso del tutorial potrai renderti conto che ci sono molte cose di cui dovrai tenere conto e non tutte sono perfettamente intuibili. Ma non per colpa tua. Cartel Tycoon, infatti, non è perfettamente chiaro col giocatore. Banalmente, non sai mai con che quantità e in che tempi precisi puoi produrre determinati prodotti che, a loro volta, senza alcun contatore di tempo, vengono trasportati e depositati.
La mancanza di tempistiche e di numeri concreti non sarebbe un problema se i depositi non fossero limitati per contenimento. E un deposito pieno (cosa che avrai spessissimo) attira l’attenzione della polizia che, durante un controllo, può scovare la merce illecita e chiudere l’edificio.
La chiusura di un edificio mina il controllo della nostra zona e può seriamente danneggiare la catena di produzione. Senza contare che sono tutti costi che dovremo affrontare e questo, se avviene durante uno scontro o un’invasione di bande nemiche è un problema enorme visto che non potrai produrre o cercare armi. Sì, puoi corrompere il sindaco della tua città o chiedere prestiti ma le tempistiche per ritornare privo di debiti e “non ricercato” sono lunghe e faticose.
Insomma, il tracollo in Cartel Tycoon è dietro l’angolo. Basta davvero poco per far capitombolare l’intera catena di produzione, soprattutto nei livelli più avanzati della campagna. Eppure, a pesare non è tanto la difficoltà in sé (che anzi farà la gioia degli amanti del genere) quanto l’imprevedibilità e la sensazione di vaga impotenza in cui potresti, tuo malgrado, ritrovarti. Un miglior bilanciamento delle forze gioco avrebbe giovato all’accessibilità del titolo, già di suo prevalentemente di nicchia come genere e trasposizione.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Cartel Tycoon non è malaccio. Il colpo d’occhio, grazia a una buona visuale dall’alto, regala chiazze colorate discretamente dettagliate e varie. Sì, non c’è chissà quale stupore ma è funzionale all’azione in gioco è abbiamo riscontrato solo qualche sporadico rallentamento.
Anche il sonoro non è male, seppur abbastanza anonimo. Discorso analogo per il doppiaggio, non sempre presente e in alcuni casi fuori sincrono nelle cut-scene (scene in 2.5D simil animate e godibili). Infine, da segnalare la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana che, nonostante qualche sbavatura, sono una manna dal cielo per un titolo fortemente ancorato a opzioni e menù di vario tipo.