In questi giorni si parla tanto del cosiddetto “caso Poppy Playtime”, fenomeno che riguarda un videogioco e che come al solito è esploso a qualche mese di distanza dalla pubblicazione del titolo in questione; un horror molto breve nel quale si dovrà fuggire da un pupazzone blu terrificante all’interno di una fabbrica di giocattoli abbandonata e avvolta nel mistero.
Si tratta a tutti gli effetti di un horror come tanti altri, che appartiene a un genere ben specifico ma che per qualche ragione è stato posto all’attenzione dei più piccoli a causa di una mal veicolazione del prodotto da parte dei content creator con target minorile.
Un prodotto assolutamente non adatto alla visione dei bambini e con possibilità di generare stati di angoscia profonda nei soggetti più sensibili.
Come mai però ai bambini non sembra far paura? Nelle ultime settimane è facile trovare merce a tema Poppy Playtime indirizzata ai più piccoli e veder scorrazzare infanti con le riproduzioni dei personaggi del videogioco tra le mani.
Non è una puntata di Black Mirror ma quello che sta accadendo è che un prodotto horror capace di generare ansie anche ai più grandi è diventato quasi l’ossessione di ogni bambino, portandoli a voler approfondire sempre di più la storia dietro Huggy Wuggy, il terrificante pupazzone del gioco.
Qual è stato dunque il problema di Poppy Playtime?
La cattiva veicolazione del prodotto da parte dei content creator che pur di ricevere più visite, hanno cavalcato un trend americano tralasciando un particolare fondamentale: l’età dei loro follower e come il contenuto avrebbe impattato sulle loro azioni.
In aggiunta a tutto questo il ruolo dei genitori è stato fondamentale. Ai bambini viene concesso di guardare contenuti non adatti a loro senza la supervisione di un adulto pur di tenerli occupati con qualcosa. E se quel qualcosa fosse talmente angosciante da generare ansie a paure anche molto gravi?
In conclusione si può affermare che Poppy Playtime non ha nulla di sbagliato se preso singolarmente e si colloca al pari dei numerosi titoli horror usciti negli ultimi anni con l’eccezione di essere purtroppo diventato un fenomeno di massa tra i più piccoli i quali non avrebbero mai dovuto conoscerlo.