Abbiamo provato Castle Formers, un titolo indie prodotto da INK EYE GAMES e rilasciato (oltre che su PlayStation e Xbox) anche su Nintendo Switch.
Per quanto dal trailer sembrasse abbastanza accattivante, il gioco non ci ha pienamente convinto: siamo pronti, quindi, per raccontarti la nostra esperienza con questo nuovo titolo.
Castle Formers vuole essere retrò, anche troppo
Castle Formers è uno strategic & survival game ambientato in un mondo tipicamente medievale. I giocatori dovranno controllare un re (o una regina) che difende il proprio castello da orde di nemici; nel frattempo, sarà possibile interagire con soldati, armi, potenziamenti per prepararsi adeguatamente all’ondata successiva.
La grafica di Castle Formers è completamente retrò, con personaggi, scenari e ambientazioni ispirati all’arcade più puro. Anche le modalità di gameplay risentono di questa scelta; tuttavia, il problema sta proprio in questa eccessiva semplicità.
Poche interazioni, troppi elementi uguali
Tra un’orda di nemici e l’altra, in Castle Formers potremo svolgere varie attività per potenziarci in attesa della notte, cioè il momento del gioco in cui compare il maggior numero di nemici; questi ultimi sono infatti principalmente scheletri, vampiri e non-morti. Uno stile horror medievale molto classico insomma.
Il gioco è quindi diviso in due fasi: giorno, dedicato ai potenziamenti e alla raccolta risorse, e notte, concentrata sui combattimenti e gli attacchi dei nemici. Tuttavia, a lungo andare si ha l’impressione non solo che le attività da svolgere siano sempre le stesse, ma che anche la stessa dinamica di gioco sia troppo poco variegata.
Dopo avere superato il quinto giorno di gioco ho cominciato addirittura a confondere giorno e notte. Se non fosse stato per l’oscuramento del cielo e l’apparizione della luna non sarei riuscito a capire in quale momento della giornata mi trovassi: questo perché l’intero titolo è abbastanza ripetitivo ed eccessivamente asciutto.
Le attività di potenziamento (riparare il cancello, reclutare truppe, mangiare cibo per recuperare HP, preparare le catapulte) cominciano piano piano a risultare ridondanti, non tanto per via delle animazioni semplici quanto per la loro poca originalità. L’obiettivo del titolo è superare 30 giorni di assedio, ma già dopo 1/3 dell’impresa si comincia a percepire una stanchezza non indifferente.
Stessa cosa vale per l’esplorazione all’esterno del castello: sia di giorno che di notte, infatti, sarà possibile correre con il nostro personaggio nell’area davanti alla fortezza per raccogliere risorse; in realtà, sarebbe più corretto dire raccogliere monete, con cui è possibile comprare i vari potenziamenti nel castello.
Proprio qui sta il problema: l’unica attività che si può compiere al di fuori del castello è raccogliere monete. Spaccare rocce, aprire scrigni, scuotere gli alberi: tutto porta esclusivamente al guadagno di monetine d’oro. Nessuna attività di crafting o di raccolta risorse anche solo minimamente più variegata.
Inoltre, l’area all’esterno del castello è un unico, cortissimo prato da percorrere avanti e indietro nel corso delle varie giornate. Lo scenario non cambia, né si sbloccano altre aree di gioco: gli alberi rimangono tali e persino i fiori, cambia solo la posizione delle rocce e degli scrigni. Anche questo, purtroppo, va a incidere sulla ripetitività e ridondanza del titolo.
Castle Formers, per quanto partito da premesse abbastanza interessanti, non riesce insomma a costruire una modalità di gameplay soddisfacente; del resto, era questo l’unico versante su cui il gioco poteva sperare di farsi notare, data la totale assenza di una trama.
Il gioco comincia infatti senza alcun filmato introduttivo né testo a scorrimento: veniamo gettati all’interno del castello, pronti a sopravvivere alla prima ondata. Di certo non mi aspettavo una storia profonda e coinvolgente, ma speravo che il gioco si presentasse con un minimo approfondimento narrativo.
Stesso discorso vale per la musica (e in generale il comparto audio): la maggior parte dei momenti di Castle Formers sono infatti immersi nel silenzio più totale, senza alcuna soundtrack in sottofondo; in più, i suoni prodotti dai PNG e dagli oggetti di gioco sono eccessivamente semplificati, a volte quasi fuori luogo, tanto da rovinare l’immersività di gioco.
Ambientazioni piacevoli e personaggi divertenti
Castle Formers non è tuttavia un totale fallimento: alcuni elementi di gioco riescono a risultare abbastanza piacevoli, anche se non in maniera così profonda da incidere sui lati più negativi.
La grafica di gioco, infatti, risulta gradevole all’occhio e i colori sono saturati alla perfezione. Oltre che essere un fan della grafica retrò, ho sempre apprezzato particolarmente i paesaggi notturni che riescono a restituire quella sensazione di horror medievale in stile Castlevania.
Castle Formers riesce insomma a costruire un mood abbastanza efficace: gli oggetti nel castello, come l’olio bollente da gettare sui nemici o i pranzi cucinati dal cuoco, sono curati nei dettagli e contribuiscono a rendere l’esperienza di gioco più accattivante.
Dall’altro lato, anche alcuni PNG sono ben caratterizzati: il loro “verso” quando interagiscono con il protagonista è molto divertente (una sorta di mugugno acuto), proprio come il grido di gioia del nostro personaggio quando salta a ripetizione; lo stesso, purtroppo, non si può dire delle animazioni, che anche in questo caso risultano eccessivamente semplificate e legnose.
I nemici, invece, sono presenti nella giusta varietà: si passa da scheletri viventi a esseri pallidi che indossano zucche di Halloween, da ladri incappucciati a stregoni con gli occhi iniettati di sangue. Giocando a Castle Formers si percepisce insomma l’urgenza di difendere la propria terra da queste terribili creature, che per quanto semplificate sono in grado di farci preoccupare per la nostra incolumità.
Il gameplay riesce quindi nel complesso a intrattenere per qualche tempo: le attività da fare si susseguono velocemente e occorre scegliere se rivolgersi al fabbro per potenziare la propria spada oppure se parlare con il mercante per rifornire il castello di frecce.
Tuttavia, i problemi cominciano quando si prosegue nel corso del gioco, cioè in quelle giornate cruciali che dovrebbero invece risultare le più frenetiche e accattivanti per il giocatore. Qui si percepisce la pesantezza e la ripetitività di Castle Formers, nonostante l’alchimista ci annunci con la sua vocina buffa che la pozione è pronta.