Dopo il divieto di pubblicare simboli nazisti all’interno dei videogiochi, la Germania fa un passo indietro
Proprio così, la Germania sembra essere tornata sui suoi passi. Dopo il divieto di mostrare simboli nazisti all’interno dei videogiochi, i nuovi regolamenti permetteranno finalmente di evitare tale censura. L’Ente per l’Autodisciplina del Software di Intrattenimento (USK, abbreviato in tedesco) ha infatti stabilito che alcuni dei giochi che includevano simboli vietati come la famosa svastica, possono ora ricevere un’adeguata valutazione solo se questi simboli saranno considerati socialmente adeguati.
Dopotutto non si tratta di parlar male di una nazione specifica o di lucrare su determinate fatti accaduti, qui si parla prevalentemente di storia, quindi pare inutile negare quanto sia accaduto realmente in passato. La decisione di poter utilizzare simboli nazisti mette finalmente i videogiochi sullo stesso piano di film o altre opere d’arte, sempre se utilizzati in maniera adeguata e non a sproposito.
Quest’argomento è venuto fuori soprattutto dopo gli eventi accaduti con Wolfenstein 2: The New Colossus, dove viene mostrato un Hitler che invecchia. A causa delle passate regole sulla censura, gli sviluppatori si sono trovati costretti a sostituire le svastiche con dei simboli triangolari, e rimuovere i baffi dal volto del Führer.
Il direttore della German Games Industry Association, Felix Falk, si è detto molto soddisfatto di queste nuove regole, perchè soprattutto nell’ambito videoludico c’è sempre molta attenzione nei confronti del razzismo, antisemitismo e discriminazione in genere.
A proposito di Wolfenstein 2, il nostro collega Andrea Puviani lo ha recensito per voi. Dategli pure un’occhiata se siete curiosi di scoprire il nostro pensiero a riguardo, non ne rimarrete delusi.