Century: Age of Ashes è finalmente disponibile per tutti quegli appassionati di rettili volanti che stavano già seguendo lo sviluppo di un titolo che sembrava divertente fin dai primi video. Chiaramente, in questi casi, bisogna giocare un titolo, prima di poterlo effettivamente giudicare. In questo caso, peraltro, toccare il gioco con mano era particolarmente rilevante, dato il modello free to play scelto dagli sviluppatori.
Come sempre, infatti, questa modalità di distribuzione porta a una classica domanda: il prodotto finale sarà pay to win, oppure no? Per fortuna, la risposta è no. Century: Age of Ashes si pone fin da subito come un free to play onesto ed equo, dove nessun paywall blocca la progressione e dove non ci sono potenziamenti di gameplay acquistabili con soldi reali.
Questo, chiaramente, rende ogni partita totalmente skill based, dato che nessun giocatore può ottenere vantaggi di sorta. Dato che questa premessa rende immediatamente il gioco più interessante, vediamo cosa aspettarci da Century: Age of Ashes.
Un piccolo contesto narrativo
Century: Age of Ashes è un titolo totalmente improntato sul multigiocatore, che quindi non presenta nessuna storia e nessuna modalità che punta sulla narrazione. Troviamo però una contestualizzazione fantasy che fa da sfondo a tutti gli scontri, dando un’atmosfera epica a ogni partita.
Inoltre, tra i menù di gioco è disponibile un bestiario dov’è possibile leggere varie curiosità sulle diverse specie di draghi, affiancate da brevi descrizioni sulla lore di gioco. Dato che il titolo dovrebbe introdurre continuamente nuovi draghi, è molto probabile vedere un’espansione costante del bestiario e, di conseguenza della lore associata alle descrizione. Comunque, parliamo di qualcosa di marginale, visto che il vero fulcro dell’esperienza è decisamente il gameplay.
Tra virate e palle di fuoco
Ciò che caratterizza Century: Age of Ashes è (chi lo avrebbe mai detto!) la presenza dei draghi. Questo, chiaramente, ha delle ripercussioni sul gameplay vero e proprio. Proporre degli scontri a mezz’aria a cavallo di rettili volanti, piuttosto che di arei, significa concedere al giocatore una maggiore mobilità, la possibilità di schiantarsi senza esplodere immediatamente e, in generale, arene più dense di ostacoli.
Il risultato è un gameplay fluido, veloce e a tratti persino caotico, dove manovre di ogni tipo e virate improbabili si alternano continuamente alle palle di fuoco e agli ostacoli ambientali. Ma andiamo con ordine.
Alla base, Century: Age of Ashes è uno sparatutto in terza persona che si concentra sui combattimenti arei con una visuale molto ravvicinata sul nostro drago. Chiaramente è possibile virare a 360°, in tutte le direzioni. A questa manovra base si aggiunge la possibilità di scattare in avanti e quella di arrestarsi di colpo.
Per bilanciare l’elevata mobilità, lo scatto è affidato a una barra della stamina divisa in quattro tacche, che può essere ricaricata volando vicino ad alcune sorgenti energetiche. Non troviamo invece la possibilità di voltarsi di 180° con un solo tasto. Un’ottima scelta, dato che impone al giocatore di compiere diverse manovre per un’azione simile, aumentando a dismisura lo skill ceiling.
Troviamo poi due tipi di attacchi, le palle di fuoco per la lunga distanza e un getto continuo a distanza ravvicinata. Entrambi hanno un lock on automatico, purché il nemico resti sulla loro traiettoria. E’ quindi possibile schivare gli attacchi nemici (o mancarli, se siamo noi a “sparare”), svoltando in modo brusco, girando angoli o tuffandosi dietro vari tipi di ostacoli.
Si aggiungono poi le abilità attive e passive, che variano in base alle classi. Queste vanno da semplici proiettili magici, all’occultamento, passando per nubi di fumo tossico lasciate al nostro passaggio. Infine, abbiamo persino una sorta di ultimate, che varia da classe a classe. Il risultato è una struttura ludica solida e divertente, basata totalmente sull’abilità dei giocatori.
Per quanto le classi siano importanti, infatti, ciò che caratterizza gli scontri è la manovrabilità dei draghi. Le abilità infatti non sono mai così dirompenti da poter vincere uno scontro da sole e, in generale, la bravura del giocatore nel controllare il drago e nello sfruttare le mappe e il posizionamento si fa decisamente sentire.
Nonostante le classi siano bene o male allo stesso livello di performance, troviamo dei piccoli sbilanciamenti che possono essere sistemati facilmente. Alcune abilità sono poco efficaci e, di fatto, vengono usate raramente, mentre altre richiederebbero qualche piccolo ritocco. Ad esempio, il Phantom può attivare l’occultamento istantaneamente, con la semplice pressione di un tasto, persino quando è sotto il fuoco nemico, salvandosi così da situazioni improbabili.
Va fatta poi una menzione d’onore alle arene, che vantano un ottimo level design, ma che richiedono qualche miglioramento. Gli scenari sono infatti pieni di ostacoli di ogni tipo, che vanno dalle mura, alle rocce, passando per tunnel vari e persino correnti d’aria per arrivare in alto. Si fa notare positivamente un’alternanza tra queste zone ricche di ostacoli con altre più aperte, che però non risultano mai completamente spoglie Troviamo poi dei potenziamenti per aiutarci negli scontri, come scudi, salute e stamina.
Proprio questi ultimi, potrebbero essere di più, magari anche affidati a bersagli mobili che spawnano a cadenza regolare, in modo da garantire uno skill ceiling più alto ai giocatori che vogliono memorizzare meglio la conformazione delle mappe e una maggiore varietà nelle situazioni durante gli scontri.
La varietà, peraltro, è proprio ciò che manca a Century: Age of Ashes. Il gioco propone infatti tre classi, quattro modalità e davvero poche mappe. Nonostante questa sia una buona partenza per un gioco appena lanciato, il supporto degli sviluppatori si dimostra già fondamentale per il successo del titolo nel lungo periodo.
Principalmente, Century: Age of Ashes ha bisogno di nuove mappe e nuove classi, che possano aggiungere varietà all’esperienza. Nella situazione attuale, peraltro, le classi possono scegliere tra due abilità distinte all’inizio di ogni scontro. Anche in questo caso, sarebbe utile vedere una scelta più ampia, in modo che si possa personalizzare ancora di più lo stile di gioco di ognuno.
Per fortuna gli sviluppatori sembrano già intenzionati a supportare il titolo, aggiungendo progressivamente contenuti e ampliando l’esperienza. Possiamo quindi aspettarci un miglioramento lento e costante, che gioverà alla vita del gioco. Già da ora, però, siamo davanti a un’esperienza decisamente promettente, che parte da basi solide e riesce a staccarsi dalle tendenze attuali dei titoli multigiocatore.
Divertente da giocare, bellissimo da vedere
Century: Age of Ashes vanta un comparto tecnico davvero sorprendente per un free to play. I modelli di personaggi e draghi sono davvero ben fatti, con armature, scaglie e un gran numero di dettagli. Le animazioni dei rettili, poi, sono davvero tante e convincenti, con vari movimenti del corpo e delle ali, che danno un’aspetto realistico alle creature. Gli effetti visivi sono altrettanto belli e danno ulteriore realismo alle arene e agli scontri stessi.
Il comparto artistico richiama semplicemente quello di un classico epic fantasy, con guerrieri dalle armature tipicamente fantasiose e draghi relativamente realistici. Allo stesso modo, le arene ospitano strutture altissime e frastagliate, plausibili soltanto in un’atmosfera fantastica. Una menzione d’onore va fatta al design dei draghi e delle varie skin, che riescono a essere sempre interessanti.
Il comparto sonoro è semplicemente eccellente, grazie a vari effetti audio che accompagnano i movimenti delle creature, gli schianti, i vari attacchi e gli occasionali effetti ambientali. Si aggiungono musiche dal tono decisamente epico, che contribuiscono a rendere esaltanti tutti gli scontri.