Chaos Galaxy è un titolo che parte da premesse molto ambiziose: creare una sorta di grand strategy che possa proiettare il giocatore in combattimenti strategici dal sapore anime, dove mecha e navicelle spaziali si affrontano per decidere le sorti di un vasto, ma ormai in declino, impero spaziale. Delle premesse davvero interessanti insomma, che ora approfondiremo in questa recensione.
La storia di Chaos Galaxy
La trama di Chaos Galaxy, in un certo senso, è riassunta nel titolo: la galassia è nel caos. L’impero galattico, da millenni glorioso e vasto, è stato attaccato da una razza aliena, che però è stata sconfitta. La guerra ha però lasciato nel caos l’impero, ormai indebolito dal lungo conflitto e senza un leader stabile. Questo ha consentito a diverse fazioni di proclamare la loro indipendenza o, più in generale, a pirati spaziali di avere via più libera.
Inizia quindi una guerra tra diverse fazioni, tutte con obiettivi diverse: alcuni vogliono portare l’impero alla sua vecchia gloria, altre vogliono distruggerlo, mentre le IA vogliono annientare tutti (chiaramente!). Il titolo, peraltro, permette di giocare con tutte le fazioni disponibili, che superano persino la decina. Tutte hanno una storia leggermente diversa e vantano unità a loro modo uniche. Davvero un ottimo punto di inizio.
I real robots nella diplomazia!
Il loop di gameplay di Chaos Galaxy è davvero ambizioso e vanta diverse meccaniche che si uniscono in due strati distinti: il primo da grand strategy e il secondo da GDR tattico, con una fortissima componente strategica, anche in questo caso. Ma andiamo con ordine.
Ogni partita si svolge in una mappa galattica divisa in diverse fazioni, che controllano segmenti diversi dello scenario (ovvero pianeti, unità e spazi aerei intorno ai pianeti stessi). Ogni fazione ha qualche forma di relazione con la fazione del giocatore, che va dall’alleanza più o meno forte (scambio risorse, o veri e propri alleati) all’essere nemici con una dichiarazione di guerra in corso.
Questa fase si compone di una forte componente gestionale, dove vanno gestiti, appunto, i singoli pianeti. Questi hanno infatti diverse risorse da prendere in considerazione: due forme di valuta, la lealtà e la difesa. Le prime due sono necessarie per l’acquisto di unità e per il rinforzo dei pianeti stessi, la lealtà decreta la velocità di produzione risorse, mentre la difesa stabilisce quanti turni sotto attacco sono necessari per la conquista del pianeta da parte del nemico.
Tutte queste statistiche possono essere potenziate investendo risorse, ma saliranno anche in autonomia con il proseguire della partita. E’ poi possibile assegnare un governatore a un pianeta che, a sua volta, aumenterà l’efficienza della produzione risorse.
Questa fase della partita si compone poi di scelte tipiche del genere: è possibile stringere alleanze con le fazioni vicine, con il classico sistema di scambio risorse, dichiarazioni di guerra e così via. Allo stesso modo, per esempio, è possibile conquistare pianeti nemici posizionando una delle nostre navi sopra un bersaglio, per poi attaccare e far crollare le difese in un certo numero di turni. Proprio queste relazioni sono l’aspetto più problematico del titolo, dato che risultano spesso confusionarie (con nemici che attaccano apparentemente senza motivo) nell’esecuzione delle varie dinamiche e, ancora peggio, sono appesantite da un’interfaccia che aggiunge ulteriore confusione generale per via della sua complessità non necessaria.
In ogni caso, Chaos Galaxy fa un ottimo lavoro nella creazione di un loop di gameplay che costringa il giocatore a sfruttare queste meccaniche, per esempio, alternando conflitti di vario tipo durante la campagna, spaziando dalle diplomazie difficili a vere e proprie guerre su larga scala. Le conseguenze di una gestione accorta in questo lato del gameplay, peraltro, si proiettano sulla componente strategica, visto che la produzione di risorse e la presenza non troppo vasta di nemici in guerra delinea la situazione con cui inizia uno scontro.
Proprio gli scontri sono la seconda metà di Chaos Galaxy. Questi si svolgono su un campo di battaglia diviso da una griglia, dove diverse unità si muovono fino ad avere le unità nemiche nel loro raggio d’azione. A questo punto è possibile attaccare, sfruttando un combattimento a turni, dove le classi delle unità entrano in gioco. I mecha, per esempio, possono muoversi nei campi di asteroidi e schivare più facilmente, risultando utilissimi per aggiramenti o assalti veloci. Al contrario, quando subiscono danni il loro numero si riduce, sottraendo quindi punti al loro potere d’attacco.
Al contrario, le navi spaziali sono meno “maneggevoli”, ma hanno un potere di fuoco e una riserva di munizioni più ampia. In generale, comunque, i combattimenti si svolgono con l’utilizzo di abilità, influenzate appunto dalla griglia di gioco e da eventuali ostacoli ambientali. Si aggiungono poi i comandanti, ognuno con abilità specifiche che possono essere attivate dopo un certo numero di turni, permettendo al giocatore di cambiare letteralmente le sorti di una battaglia.
Vincere gli scontri, chiaramente, ha delle ripercussioni sul lato grand strategy, dove diventa poi possibile appropiarsi di pianeti, che a loro volta donano risorse, poi spendibili per il potenziamento dell’esercito. Questo circolo virtuoso diventa la base di Chaos Galaxy, che vanta un gameplay reso ancora più complesso da diverse meccaniche secondarie che non ha senso spiegare in sede di recensione. Ti basti sapere il titolo riesce a proporre una struttura di gioco profonda e divertente, dove tutto si unisce in un riuscito ecosistema. Tutto perfetto quindi? Non proprio.
Chaos Galaxy, di fatto, è estremamente confusionario. L’interfaccia di gioco è fin troppo complessa, abitata com’è da menù di ogni tipo, spesso con sottofunzioni nascoste dietro certi comandi. Allo stesso modo, persino lo stesso tutorial risulta difficile da comprendere, per via dei vari comandi necessari per ogni azione. Anche solo spostare una flotta, per esempio, richiede diversi click, decisamente poco immediati da eseguire.
Va poi segnalata una gravissima mancanza del porting. Questo si dimostra una sorta di versione “in scala 1.1” della versione PC. Ci si ritrova quindi un’interfaccia composta da finestre e comandi piccolissimi, difficilissimi da cliccare persino con il touchscreen. Altri comandi sono poi lasciati alla pressione di un cursore dal funzionamento identico a quello del mouse…da spostare però con il pad analogico sinistro. Persino il movimento della mappa, che poteva essere affidato al pad destro, viene invece lasciato allo spostamento del cursore ai bordi dello schermo, come nei videogiochi strategici tradizionali (per PC però!).
Il risultato rende Chaos Galaxy ancora più complesso e meno immediato, creando un muro altissimo nelle prime ore di gioco. Sia chiaro, chi ha voglia di superare questo scoglio troverà un titolo valido e divertente, ma il porting rende poca giustizia a un videogioco che sarebbe stato più ambizioso e valido.
Tecnicamente valido
Chaos Galaxy vanta un buon comparto tecnico, che richiama molto chiaramente i titoli del genere del passato. L’interfaccia è quindi creata in pixel art, così come la mappa principale, le arene e le unità. Nonostante le animazioni volutamente limitate, peraltro, il risultato finale resta decisamente godibile e colorato, nonché coerente con le evidenti ispirazioni del titolo.
Il comparto artistico, allo stesso modo, richiama in modo volutamente generico l’immaginario sci-fi dei real robots, mettendo in scena un mondo perfetto per tutti gli appassionati del genere.
Infine, il comparto sonoro si dimostra allo stesso modo volutamente limitato, contribuendo proprio a quest’estetica “passata”.