Charge Kid è un titolo poco ambizioso, che parte da premesse semplici, ma le espande il più possibile nel corso dei suoi livelli. In poche parole, siamo di fronte a un puzzle-platform estremamente difficile, dove il fulcro del gameplay risiede nel ragionamento necessario per capire come superare i vari ostacoli. Vediamo se vale la pena spremersi le meningi.
Nessuna storia. Dritti al punto!
Charge Kid non ha nessuna storia e non ci sono didascalie particolari che possano creare qualche tipo di atmosfera. Si parte dritti verso i livelli, senza premesse. In fondo, però, parliamo di un’esperienza che punta tutto sul gameplay, il vero motivo per cui acquistare il titolo. A parte alcune simpatiche didascalie segrete, quindi, non aspettarti nessun tipo di narrazione per le tue avventure.
Semplice da imparare, difficile da padroneggiare
Il gameplay di Charge Kid potrebbe essere riassunto in questa frase. Il titolo, infatti, punta tutto su meccaniche basilari, che vengono riproposte in tutte le salse nel corso dei vari livelli. Le azioni base sono semplici: un tasto per saltare e uno per lanciare una sfera di energia. Da questi due semplici input partono tutte le varianti che ci sevono per completare i vari livelli. Ad esempio, la sfera di energia può essere bloccata a mezz’aria, per poi teletrasportarsi alla sua posizione, oppure è possibile utilizzare un doppio salto.
In tutti questi casi, però, dobbiamo attivare degli interruttori per ottenere una “carica”. Il nostro protagonista, infatti, può saltare solo una volta in condizioni normali. Ma attivando queste “cariche”, presenti in punti specifici, è possibile utilizzare le azioni extra come il teletrasporto o il doppio salto. Una volta utilizzata una di queste azioni, però, la carica si esaurisce, e bisogna nuovamente raccoglierla.
Inizialmente queste meccaniche vengono sfruttate in modo semplice: per superare un ripiano troppo alto per il salto normale, basta attivare la carica ed eseguire un doppio salto. Ben presto, però, Charge Kid m0stra la sua vera anima. Capiterà molto spesso la necessità di dover attivare diversi poteri per superare un ostacolo. In questi casi bisogna sfruttare al meglio il lancio della sfera di energia, cercando di capire cosa fare.
Per esempio, è possibile ottenere una carica toccando un interruttore, per poi lanciare la sfera di energia e bloccarla vicino all’interruttore stesso. Dopo aver eseguito il doppio salto (e consumato la prima carica), è possibile rilasciare la sfera di energia mentre siamo a mezz’aria, in modo da ottenere una seconda carica, da sfruttare per un altro salto.
In tutti i livelli che compongono Charge Kid, bisogna ingegnarsi per superare gli ostacoli più disparati, che vanno dai semplici burroni, a raggi elettrici, fino ad altri più fantasiosi. Tutto, però, va risolto sfruttando le meccaniche appena descritte, in situazioni sempre nuove e sempre difficili.
Gran parte della sfida sta nel capire cosa fare di fronte all’ostacolo di turno, ragionando sulla posizione degli interruttori, delle cariche e degli ostacoli stessi. Dopo aver capito cosa fare, poi, entra in gioco la parte puramente platform: molti ostacoli vanno superati con azioni calcolate al millimetro e, spesso, questo porta a diversi tentativi fallimentari. C’è quindi una leggera vena trial and error, tipica di questo genere.
In poche parole, il gameplay di Charge Kid è principalmente quello di un puzzle game e, in secondo luogo, quello di un platform. Rispetto ad altri titoli simili, l’azione è più lenta e spremersi le meningi è più importante dei riflessi. Se cerchi una sfida o se ti piacciono gli enigmi non troppo immediati, potresti trovare un’esperienza davvero appagante.
Chiaramente, un’esperienza simile ricade inevitabilmente nei limiti e nei difetti tipici del genere. Il titolo tende a essere ripetitivo ed è più indicato per sessioni brevi. Inoltre, alcuni livelli sono estremamente difficili e, di conseguenza, possono risultare frustranti per i giocatori meno pazienti.
Uno stile minimalista
Il comparto grafico di Charge Kid si difende davvero bene. Pur avendo una grafica minimalista, Charge Kid vanta delle buone animazioni e degli effetti belli da vedere (chiaramente, tenendo conto dello stile grafico). Gli scenari sono privi di dettagli ma questo è lo stile scelto dagli sviluppatori.
Il comparto artistico, infatti, salta subito all’occhio. Il gioco utilizza pochi colori e pochi dettagli, creando uno stile minimalista che è subito riconoscibile.
Infine, il comparto sonoro si limita a fare il suo lavoro, con musiche non troppo memorabile e con effetti sonori accettabili.