Prima di partire con la recensione del titolo, occorre dare alcune informazioni aggiuntive su Chasm: The Rift. Pubblicato per la prima volta nel 1997 su MS-DOS da GT Interactive e sviluppato dalla dalla software house ucraina Action Forms, si tratta di uno sparatutto in prima persona, molto simile ad altri titoli a lui contemporanei e dello stesso genere, come il famoso Quake.
Dopo un’uscita su PC ad ottobre del 2022, Chasm: The Rift è stato rilasciato su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, XBox Series X|S e Nintendo Switch il 18 maggio 2023. La recensione che segue è basata sulla versione Nintendo Switch del titolo e terrà conto di avere come oggetto un gioco di oltre 25 anni fa, tuttavia non si potrà fare a meno di guardarlo e valutarlo con gli occhi di un videogiocatore moderno.
Il mondo è in pericolo e tocca noi salvarlo
La trama di Chasm: The Rift risulta a tratti banale e sa di già sentito.
I giocatori dovranno infatti interpretare un soldato, di cui non ci viene specificato il nome, incaricato di combattere i Timestriker, una specie aliena in grado di utilizzare i campi elettromagnetici per muoversi tra le dimensioni. Dopo aver portato a termine le prime due missioni, il giocatore riuscirà ad impadronirsi di uno strumento utilizzato dai Timestriker per lo spostamento spaziotemporale. In seguito ci verrà ordinato, grazie all’utilizzo del nostro nuovo dispositivo, di combattere i Timestriker anche in altre epoche.
Combatteremo dunque contro i mostri anche nell’antico Egitto e nel Medioevo, scoprendo i segreti della loro origine, fino a raggiungere la loro dimensione di provenienza e a sconfiggerli definitivamente.
Il gioco ha una durata di circa 4 ore, per un totale di 16 livelli. Sono inoltre presenti anche 3 livelli bonus, giocabili subito dopo la fine dei livelli principali o selezionabili direttamente dal menu principale. Non tutte le mappe presentano un level design memorabile, tuttavia quelle ambientate nell’antico Egitto sono sicuramente le più interessanti, sia per quanto riguarda l’ambientazione, sia per le numerose trappole che puniranno i giocatori meno attenti.
Un frenetico sparatutto old-school
Per quanto riguarda le meccaniche, si tratta di uno sparatutto in prima persona old-school. Dovremo aggirarci per la mappa con lo scopo di eliminare i mostri invasori, portare a termine gli obiettivi assegnati e potremo raccogliere oggetti in grado di curarci, fornisci scudo aggiuntivo o ricaricare le munizioni.
Le fasi di shooting risultano frenetiche e moto divertenti, e sicuramente saranno apprezzate dagli amanti del genere. Una caratteristica unica è la possibilità di smembrare i mostri colpendoli in punti specifici: potremmo infatti decapitarli colpendoli alla testa, o privarli di braccia e gambe colpendoli agli arti. Sono presenti 3 livelli di difficoltà, ma è anche possibile personalizzare la difficoltà regolando la quantità di danni inflitti dai mostri, quella inflitta ai mostri e la quantità di nemici presenti nella mappa.
Un’altra caratteristica positiva del titolo sono i mostri, tutti con design unici e particolari, tra cui i Punisher, dei corpulenti boia che ci lanceranno addosso le loro enormi asce, i Joker, dei giullari dall’aspetto rettiliano che ci spareranno addosso delle lame affilate, oppure i Lionman, degli enormi uomini-leone armati di mazza e scudo.
Anche i comandi risultano gradevoli ed intuitivi, ed è molto utile la possibilità di visualizzare in altro a sinistra una mini mappa che ci segnala la nostra posizione e la possibilità di salvare in maniera rapida premendo la freccia direzionale sinistra. Altro punto a favore è anche la possibilità di personalizzare il mirino e la presenza dei testi interamente in italiano. Su Switch è inoltre possibile muovere la visuale muovendo i joycon o utilizzando gli analogici ed è inoltre possibile attivare la funziona “Rumble HD”.
Il comparto tecnico non è il suo punto forte
Dal punto di vista grafico, Chasm: The Rift presenta delle texture rimasterizzate in HD, con una prevalenza di tonalità marroni che contribuiscono a rendere più cupa l’atmosfera ma che alla lunga rendono l’aspetto grafico molto piatto e potrebbero annoiare il videogiocatore.
Anche il sonoro rappresenta un tasto dolente, con tracce audio per lo più anonime e dimenticabili. Tuttavia, una piccola nota a favore è data dalla possibilità di scegliere l’audio originale o quello rimasterizzato. Possiamo a questo punto dire che il comparto tecnico non è proprio il punto forte di Chasm: The Rift