Il 2023 è ormai giunto agli sgoccioli, e con questo anno giungono al termine anche dodici mesi davvero eccezionali per l’industria videoludica. I titoli di grande qualità pubblicati sono stati tantissimi, dal recente vincitore del Game of the Year Baldur’s Gate 3 ad Alan Wake 2, da The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom a Marvel’s Spider-Man 2, per non parlare poi di Street Fighter VI, Final Fantasy XVI, Diablo IV, Starfield e tanti altri titoli ancora.
L’anno che si accinge ormai al suo termine è stato un anno eccezionale anche per la Nintendo. L’azienda di Kyoto è riuscita anche quest’anno a sfornare gli ennesimi capolavori capaci di rinnovare le proprie saghe più storiche, in particolare con la pubblicazione dell’appena citato The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e di Super Mario Bros. Wonder, candidati anche come Game of the Year 2023.
Questi due titoli hanno avuto un successo strepitoso sia a livello di pubblico che di critica. Tale successo è certificato anche dalla classifica annuale di Metacritic, il celebre aggregatore di voti attraverso il quale vengono certificate le votazioni dei giochi. Ebbene, nella classifica del 2023 The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom occupa il primo posto (a pari merito con Baldur’s Gate 3) con una votazione media di 96/100, mentre Super Mario Bros. Wonder si è piazzato alla sesta posizione con un voto di 92/100.
Al secondo posto di questa classifica troviamo, a sorpresa, un altro titolo di grandissima qualità pubblicato da Nintendo nel corso di quest’ultimo anno appartenente a un’altra serie storica della casa giapponese e che viene citato molto meno spesso: si tratta di Metroid Prime Remastered. Il gioco ha ottenuto, infatti, una valutazione pari a 94/100.
La sorpresa nel trovare la versione rimasterizzata di Metroid Prime in classifica non è legata alle qualità eccelse del capolavoro realizzato originariamente da Retro Studios nel 2002 e trasportato con grande maestria su Nintendo Switch, quanto piuttosto dal fatto che la stessa Nintendo abbia annunciato e pubblicato immediatamente il gioco durante il Nintendo Direct dell’8 febbraio 2023, un po’ come si trattasse di un progetto secondario.
La voglia dei giocatori di tornare a esplorare pianeti sconosciuti nei panni di Samus Aran è invece ancora molto intensa. La pubblicazione di Metroid Prime Remastered è stata l’occasione non solo per giocare un titolo entrato di diritto nella storia del medium, ma anche per tornare a chiedere a gran voce aggiornamenti sul nuovo capitolo della saga.
Metroid Prime 3 è stato, infatti, pubblicato nel 2007, ormai sedici anni fa. Dopo aver assistito nel 2023 all’uscita di un nuovo The Legend of Zelda dopo sei anni e di un nuovo Super Mario in due dimensioni da oltre dieci anni (fatta eccezione per la versione aggiornata e migliorata di New Super Mario Bros. U, pubblicata originariamente su Wii U), la nostra speranza è quella che il 2024 possa sancire definitivamente il ritorno della saga.
Ripercorrendo la storia di Metroid Prime 4 e dei (pochi) dettagli che a oggi sono noti, cercheremo di spiegare perché sia giusto attendere in maniera così trepidante il nuovo episodio della saga di Samus Aran, così come accade quando vengono annunciati nuovi titoli delle serie Nintendo più iconiche.
Da Metroid Prime 4 a… Metroid Prime 4
Le prime notizie relative a Metroid Prime 4 sono immediatamente successive all’uscita di Nintendo Switch. Dopo appena tre mesi dall’uscita della console, infatti, Nintendo ha rilasciato un trailer in occasione dell’E3 2017 nel quale veniva mostrato il logo del nuovo capitolo della serie. Questo è, ancora oggi, l’unico trailer che è stato mostrato riguardante il gioco.
A conferma che il gioco era in fase di sviluppo, venne presto alla luce che Retro Studios, la società texana che ha realizzato la trilogia originale di Metroid Prime per GameCube e Wii, non era coinvolta nello sviluppo del nuovo capitolo. È stato però annunciato che il produttore originale di Metroid Prime, Kensuke Tanabe, avrebbe preso parte allo sviluppo del gioco. Per i successivi due anni non si sono, sostanzialmente, più avute notizie sul nuovo capitolo di Metroid. Nintendo ha sempre continuato a ripetere che lo sviluppo del gioco stava procedendo.
La situazione è cambiata radicalmente nel 2019. In questo anno, il responsabile sviluppo presso Nintendo Shinya Takahashi ha annunciato che lo sviluppo di Metroid Prime 4 era, sostanzialmente, ripartito da zero. Takahashi ha, infatti, ringraziato i fan per l’entusiasmo e il supporto fornito, spiegando che “Gli attuali progressi nello sviluppo non hanno raggiunto lo standard che cerchiamo in un seguito della serie Metroid Prime“: per questo motivo hanno deciso di eliminare quella versione e di ricominciare lo sviluppo del gioco fin dal principio.
Per lavorare alla nuova versione sono stati richiamati gli sviluppatori della trilogia originale, Retro Studios. Anche Kensuke Tanabe è rimasto parte del team di sviluppo, mentre al progetto cancellato sembra che stesse lavorando Bandai Namco.
Proprio il fatto che Retro Studios fosse tornato alle redini del progetto ha contribuito a mitigare la delusione dei fan. Poco dopo la ripartenza del progetto hanno cominciato ad apparire annunci di lavoro che confermavano la volontà di Retro Studios di non utilizzare qualsiasi lavoro già svolto in precedenza.
Nel giugno dello stesso anno, lo studio texano era ancora alla ricerca di un direttore artistico per il progetto, con l’ex modellatore di personaggi di Halo Kyle Hefley che si sarebbe unito allo studio entro ottobre. L’anno successivo, invece, è stato assunto per lavorare a Metroid Prime 4 anche Dylan Jobe, director di Warhawk e sviluppatore con esperienza nel campo di FPS del calibro di Doom, Twisted Metal: Black e Call of Duty: Modern Warfare Remastered.
Durante il Nintendo Direct dell’E3 2021, quello in cui è stato rivelato Metroid Dread, la società ha affermato che stava ancora “Lavorando sodo” su Prime 4, ma non ha fornito ulteriori aggiornamenti. L’unica novità degli ultimi due anni riguarda il fatto che Nintendo ha ufficialmente aperto una pagina sul proprio store dedicata al gioco, seppure questa sia ancora priva di qualsiasi contenuto.
Nintendo Switch non può rimanere senza Metroid Prime
Il silenzio attorno al gioco è tanto più rumoroso quanto è stato forte l’impatto dei suoi predecessori sulle console di vecchia generazione. La trilogia di Metroid Prime ha segnato uno spartiacque su GameCube e su Nintendo Wii: il primo capitolo è stato il primo gioco a provare a ricreare la formula dei metroidvania in 3D e ad adattarlo al formato FPS. Un esperimento talmente riuscito che, dopo aver dato vita al sottogenere proprio dei metroidvania, lo stesso Metroid è riuscito a delineare un nuovo sottogenere: quello del First Person Adventure.
Oltre all’innovazione legata alle tre dimensioni, ogni episodio della saga di Prime rasenta ancora oggi la perfezione sotto molti punti di vista, a partire dal level design e dalla direzione artistica. La versione rimasterizzata del primo episodio ci ha ricordato quanto sia profondo, immersivo e stupefacente esplorare Tallon IV, ma lo stesso vale per il pianeta Aether di Metroid Prime 2: Echoes con le sue regioni luminose e oscure e per i mondi di Bryyo, Elysia e Norion di Metroid Prime 3: Corruption.
Metroid Prime ha saputo unire ambienti di gioco vasti, dettagliati e ricchi di atmosfera con un sistema di esplorazione non lineare appagante come pochi altri. L’atmosfera del gioco riesce poi a rendere perfettamente le sensazioni provate dalla protagonista: dai cunicoli più claustrofobici fino alle sue ambientazioni aperte in biomi incontaminati, il giocatore percepisce sempre il senso di pericolo nel trovarsi su un pianeta sconosciuto popolato da mostri ma, al tempo stesso, il fascino dell’esplorazione di un luogo ignoto.
Non solo: la trama è estremamente ricca. Le rovine presenti sui mondi di gioco ci raccontano cosa è accaduto all’ambiente che circonda al giocatore, e l’innovazione rappresentata dalla gestione del visore di Samus, con il quale si possono scansionare architetture e oggetti del mondo circostante per carpirne ogni segreto, garantisce un’immersività incredibile per l’epoca, e che ancora oggi ben pochi giochi possono dire di riuscire a emulare.
Così come per ogni generazione di console Nintendo non può mancare almeno un titolo di Super Mario e di The Legend of Zelda, allo stesso modo la casa di Kyoto non può privare la propria console di un titolo di punta come Metroid Prime. Questo non solo per tenere fede alla promessa fatta quando il gioco è stato annunciato, ma anche per il valore che la saga di Samus Aran ha acquisito.
Metroid Prime, nei suoi tre capitoli, ha saputo combinare abilmente un gameplay coinvolgente, una narrativa avvincente e un design di gioco innovativo, affermandosi come un capolavoro e diventando un punto di riferimento per i giochi d’avventura in prima persona. Proprio per questo una saga così importante e capace di lasciare nel mondo dei videogiochi un’impronta tanto duratura non può lasciare un vuoto così grande. Proprio per questo ci auguriamo che il 2024 possa essere l’anno di Metroid Prime 4.