Sviluppato da Tonguç Bodur e pubblicato in sinergia con EastAsiaSoft, Cions of Vega è un breve walking simulator, decisamente lineare e costellato da enigmi ambientali semplici e intuitivi. Noi siamo andati alla ricerca di nostra figlia su PlayStation 4 e questa è la nostra recensione.
Cions of Vega – una fuga nella foresta
Cions of Vega è il nuovo walking simulator di Tonguç Bodur, sviluppatore del discutibile The Redress of Mira (qui trovi la nostra recensione) che ritorna nuovamente sul genere offrendo una storia meno fantasy, meno action e dalla durata anche più ridotta, mutando le atmosfere ma variando poco la sostanza.
Ma procediamo con ordine, in Cions of Vega vestiamo i panni di un padre che, nel giorno del suo compleanno (ben quaranta candeline) vede la propria figlia diciannovenne (Leila) scappare di casa e smarrirsi nel bosco vicino. Accompagnato dal nostro caro fratello Logan (unica voce e adulto che incontreremo in tutto il titolo), il genitore (rigorosamente muto) parte per un percorso estremamente lineare e breve alla ricerca della figlia scomparsa.
Cions of Vega offre una trama molto più lineare e sintetica rispetto a The Redress of Mira, condendo la narrazione di un mistero vago e poco accattivante. Anche il cast, molto ridotto, non brilla praticamente mai. La rivelazione finale è l’unico momento vagamente di spicco ma anche qui, nonostante ben tre finali differenti (legati unicamente alla scelta finale) solo uno (quello “vero”) permette una conclusione raccontata decente.
Il problema è che Cions of Vega non approfondisce i temi trattati. Il mistero stesso, non sorprende. Il sistema che in The Redress of Mira funzionava discretamente bene, ossia quello di trovare dei libri sparsi in giro con dentro dei retroscena narrativi (una sorta di lore) viene recuperato anche in questo titolo ma in forma amputata e ridotta.
Anche i personaggi che vedremo a schermo sono tanto brutti esteticamente quanto poveri di caratteristiche e carisma. Escluso Logan, l’unio doppiato e che si abbandona in sproloqui anche abbastanza inutili ai fini della narrazione, avremo modo di incontrare dei bambini (tutti uguali) apparentemente abbandonati. Questi, senza alcun doppiaggio, comunicheranno con brevissime frasi anche simili tra loro per contenuti e inutilità.
Oltre ai fogli e ai risicatissimi PNG, nei vari capitoli potrai anche recuperare dei disegni che dovrebbero aiutare a comprendere la “macro situazione” ma che in realtà sono fini a se stessi e facilmente dimenticabili. Infine, la stessa location non aiuta, risultando monotona e anonima. Ma passiamo ad analizzare il gameplay!
Cammina, risolvi enigma, trova la chiave e ripeti
Cions of Vega è un walking simulator e in quanto tale, ti richiederà principalmente di camminare lungo percorsi lineari. Niente esplorazione. Niente luoghi aperti, nonostante un colpo d’occhio ad ampio respiro. Ricordiamo, infatti, che il gioco è ambientato in un’ampia foresta che, purtroppo, non condivide i vantaggi offerti, ad esempio, da Blair Witch.
Inoltre, a differenza di The Redress of Mira, qui non ci saranno fasi horror o fasi action. Manca perfino la possibilità di saltare (ti ritroverai a farlo, male, solo in alcuni momenti prestabiliti). In Cions of Vega puoi solo camminare, correre o accovacciarti. Niente armi o inventario con oggetti. Non potrai neanche interagire con Logan che si limiterà a seguirti passivamente.
Il ritmo di gioco, estremamente lento e vuoto, spalmato nell’arco di sette capitoli per una durata complessiva di circa quaranta minuti scarsi, accompagna un’esperienza dimenticabile sotto tutti i punti di vista. Un’esperienza, tra l’altro, scandita da un ciclo ben preciso che è, appunto: cammina, risolvi un enigma, trova la chiave, apri il cancello e procedi.
Per quanto riguarda gli enigmi, Cions of Vega riesce a risultare ancora più semplice e banale di The Redress of Mira richiedendo azioni come girare delle manovelle, risolvere combinazioni (tra l’altro presenti chiaramente sul muro vicino) o recuperare oggetti usa e getta per azioni banali (come spalare del terriccio vicino con una pala).
Restare bloccati in Cions of Vega è praticamente impossibile così come è impossibile smarrirsi essendo l’avventura un unico corridoio intervallato da cancelli tutti uguali. E per quanto riguarda il finale, come detto, presenterà una scelta con tre opzioni. Ogni opzione porterà a una conclusione.
Grafica e sonoro
Graficamente, Cions of Vega è un pasticcio. Abbiamo erba che non aderisce al suolo, volti umani orribili, animazioni legnose e brutte, cervi che sbucano dai cespugli come se fossero dei razzi e poi ci sono le case… Dunque, lungo il breve percorso, ci ritroveremo inspiegabilmente a visitare delle dimore (solo alcune). Questi edifici, oltre a essere immersi nella foresta, offrono il fianco a innumerevoli critiche.
Prima di tutto, sono uguali. Ogni edificio è uguale all’altro. Inoltre, tutti hanno gli stessi mobili. E nella stessa casa, lo stesso mobile, è presente in un numero esagerato o disposto in posizioni discutibilissime. Una casa presentava un quantitativo di divani esagerato… di cui uno posizionato davanti alle scale. Questo denota una scarsissima cura nel decorare gli interni. Interni che dovrebbero spezzare la monotonia esterna fallendo miseramente. Questo perché la foresta offre sì un impatto abbastanza buono, quasi notevole. Ma se ci si avvicina, tutto ciò che sembrava godibile diventa orribile, sgranato, poco curato e ripetuto all’infinito.
Tutt’altro discorso invece per le musiche, l’elemento migliore di Cions of Vega grazie a una varietà notevole e a sonorità ben ritmate con alcune decisamente godibili. Discutibile invece il doppiaggio, inspiegabilmente ancorato a un solo personaggio (Logan). Da segnalare che il gioco non presenta i sottotitoli in italiano ma i testi a schermo, oltre a essere pochi, sono anche decisamente comprensibili.