Sviluppato da Jump Over The Age e pubblicato da Fellow Traveller, Citizen Sleeper è una sorta di evoluzione dei vecchi e cari librigame. In questo intrigante indie troverai principalmente una bella storia cyberpunk tutta da leggere ma anche alcuni frammenti di gameplay che mescolati insieme possono offrire un’esperienza unica e tenerti calamitato allo schermo per molto tempo. Noi abbiamo giocato Citizen Sleeper sulla nostra Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Citizen Sleeper – un mondo cyberpunk che non fa sconti
Parlare della narrativa di Citizen Sleeper in modo approfondito rischierebbe di rovinare quello che è il punto più potente di tutta la produzione, nonché fulcro principale intorno a cui ruotano tutti i piccoli elementi che compongono la parte ludica dell’opera di Jump Over The Age. Ti basti sapere che la storia di Citizen Sleeper è accattivante, dal ritmo forse un po’ troppo compassato ma in grado di tenerti incollato allo schermo per molto, molto tempo.
La trama inizia con una scelta (e ne farai tante): dovrai scegliere la classe del protagonista. Questa scelta andrà a coinvolgere principalmente alcune caratteristiche legate alle abilità principali (prima base di elementi RPG). Fatto questo, si inizia la lettura. L’inizio può spaventare chi non è ben preparato a questo tipo di giochi. Schermo nero e tante, tante scritte da leggere. Qui il primo appunto fondamentale: il gioco è interamente in inglese (l’italiano è totalmente assente). La mole di contenuti da dover leggere è molto elevata e il linguaggio utilizzato non è complesso ma richiede una buona padronanza della lingua.
Superate le primissime decisioni, si prende coscienza di chi siamo e di dove ci troviamo. Siamo in un futuro non ben precisato, nello spazio e impersoniamo un dormiente (uno sleeper, appunto) praticamente una vera e propria nullità. Una sorta di involucro tecnologico e dalla forma umanoide a cui è stata impiantata una coscienza umana precedentemente digitalizzata e venduta dal suo stesso proprietario (sì, guadagnano soldi, vendendo la propria coscienza digitalizzata). A chi la vendono? Alla Essen-Arp, una mega corporazione spaziale super tecnologica che ha – quindi – il controllo su di noi.
Altro elemento narrativo di fondamentale importanza è l’ambientazione. In questo caso, sul podio c’è la stazione spaziale Erlin Eye’s con tutti i suoi abitanti, le sue regole e il suo disordine. Il cast di personaggi che ci aspetta nei meandri dell’avventura è ben realizzato e alcuni sono decisamente memorabili. Il plot in sé è degno di nota e regala un’esperienza cyberpunk davvero gradevole e che si presta a essere vissuta più e più volte per scoprire eventuali altri risvolti. E questo ci porta inevitabilmente ad approfondire il gameplay di Citizen Sleeper.
Gameplay
Come detto, Citizen Sleeper è principalmente una visual novel dove leggerai molto, effettuerai scelte testuali e ne subirai le conseguenze. Certo, non tutte sono prevedibili ma… la vita stessa è imprevedibile. Ci sta. La narrazione comunque non è mai esageratamente “vaga” e anzi, offre un setting ben preciso e non sarà impossibile intuire determinate reazioni. Ci si sente abbastanza padroni delle proprie azioni anche se si potevano sicuramente inserire più “scelte”.
Ma Citizen Sleeper non è solo visual novel, l’altra sua anima è quella di strategico survival e la motivazione è semplice: il protagonista ha bisogno di sopravvivere… e non solo per questioni legate a cibo o soldi ma proprio legate al suo essere di dormiente. In poche parole: sta morendo. La motivazione del deterioramento del corpo del protagonista è legata a questioni narrative e comporta nel giocatore l’urgente bisogno di trovare un modo per prolungare la propria esistenza (evitando così determinate complicazioni o malus che dir si voglia).
Procedendo per ordine, il gioco è diviso in “cicli”, praticamente dei “giorni” in cui sarai chiamato ad effettuare determinate azioni. Scegli tu quali fare, sfruttando le proprie abilità e pianificando bene ogni mossa. Considera che oltre alle attività di routine (banalmente: lavorare per avere soldi), ci saranno missioni a tempo, eventi improvvisi e quant’altro. Le nostre azioni sono dettate da dei dadi – che ci saranno forniti ogni giorno e i cui valori verranno stabiliti da un lancio (elemento che richiama tanto i giochi da tavolo) – e che sono strettamente influenzati dallo stato fisico del dormiente che impersoniamo. Più il dormiente si trova in uno stato pessimo, meno azioni potremo intraprendere.
Per quanto riguarda le varie attività, oltre a ricompense come denaro, oggetti, cure temporanee e quant’altro, c’è tutto un sistema di bonus e malus legati alle abilità richieste messe a confronto con le abilità (e quindi ai rispettivi valori) del proprio protagonista. Abilità che potranno eventualmente essere potenziate – a scelta del giocatore – con determinati punti, ottenuti dal superamento delle relative missioni. Come avrai intuito, gli elementi di gameplay diretto e legati ad elementi da survival RPG sono tanto pochi quanto “ciclici”. La struttura ludica di Citizen Sleeper è legata all’andamento dei giorni e questa sorta di loop oltre a diventare sempre più facile col progredire delle abilità, può anche portare una certa monotonia.
Per fortuna la monotonia viene a sua volta minata da una longevità non esagerata e perfettamente in linea con la produzione, che si sposa – come detto – con la possibilità di essere più volte rigiocato. La rigiocabilità non è solo legata alla possibilità di provare un’altra classe (coi relativi pro e contro) ma anche per scoprire conseguenze inediti e provare così a raggiungere altri finali.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Citizen of Sleeper offre artwork di personaggi accattivanti e ben realizzati, nonostante una staticità dominante. Le location ispirate al cyberpunk non sono male anche se forse non brillano per originalità, seppur si sforzano di fornire un’identità propria al prodotto. Il sonoro non è per niente male, accompagnando le lunghe fasi di lettura in modo mai invadente e contribuire a realizzare la giusta atmosfera.
Ultime note per quanto riguarda la versione per Nintendo Switch: la modalità portatile è ideale per vivere l’esperienza sulla stazione spaziale ma le dimensioni del font non sono molto generose. Nulla d’impossibile ma forse si potevano personalizzare ancora di più – tenendo in considerazione i wall text che ci ritroveremo ad affrontare.