Quali fossero gli intenti di Namco Bandai con la sua nuova IP, Code Vein, è stato chiaro fin da subito.
Il primo teaser trailer pubblicato era una brevissima sequenza animata volutamente grezza, quasi monocromatica.
A spiccare, in quei minimali 35 secondi, erano il sangue, unico elemento colorato, una ragazza vampiro, una chiesa distrutta, chiaro riferimento a un probabile contesto post-apocalittico e, in conclusione, un enorme mostro dagli occhi rossi.
Come se non bastasse, ci aveva pensato la tagline a suggellare il tutto: “Prepare to dine”. Non una supposizione della stampa o del pubblico, ma un’affermazione diretta della casa di sviluppo.
Il nuovo Dark Souls è in arrivo. Tutto è rimasto celato nel mistero fino a quando, all’E3, un corposo trailer per XBox one X si è mostrato al pubblico e Namco si è finalmente sbottonata su questo nuovo interessante titolo.
Code Vein uscirà nel 2018 e sarà un GdR di stampo action che mutuerà molte meccaniche dalla saga dei Souls.
A differenza di questi calerà l’azione all’interno di un contesto che, sia dal punto di vista estetico che narrativo, sarà affine all’immaginario giapponese.
Nulla di sorprendente, se si considera che i ragazzi di Shift, il team di sviluppo dietro il titolo, sono gli stessi di God Eater, ottima serie di titoli PSP/PSVita da poco sbarcata su PS4.
Un po’ di Storia
I protagonisti di Code Vein sono sopravvissuti ad un’oscura apocalisse che ha distrutto l’intera civiltà. Si aggirano tra i grattacieli, trafitti dai “Thorns of Judgment” (“rovi del giudizio”), in cerca di esseri viventi da smembrare.
L’unico loro obiettivo è berne il sangue per poter accrescere il loro potere e continuare così a sopravvivere.
Poco di umano è rimasto in loro. I “Lost”, vittime della sete, si sono piano piano trasformati in orrendi mostri deformi. I “Revenant”, invece, ne sfruttano il potere per risolvere il mistero che si cela dietro questa regressione dell’umanità.
Oltre a essere fondamentale per la trama, il sangue è anche uno degli elementi chiave delle meccaniche di gioco. Permetterà, infatti, al giocatore di acquisire abilità che andranno a incidere sia sull’attacco che sulla difesa.
Le armi saranno l’altro elemento principale del combat system. non solo elemento estetico, ma vero e proprio tratto distintivo delle meccaniche e delle abilità, diversificate in base al tipo di arma brandita.
Namco ha specificato che, anche se il sistema di combattimento sarà variegato, la difficoltà degli scontri non raggiungerà mai le vette dei Souls. Il titolo sarà, inoltre, accessibile a un pubblico più ampio.
A spasso con il vicino
Code Vein prevede un sistema di combattimento peculiare. Il giocatore potrà, infatti, scegliere dei compagni di avventura tra i diversi abitanti di Vein. Questo crea nuovi interessanti sviluppi in termini di strategia. La scelta di un alleato piuttosto che un altro, infatti, integrerà lo stile di combattimento del giocatore e della sua arma. Non è chiaro ancora, se questi compagni saranno esclusivamente gestiti dalla CPU, oppure potranno essere interpretati da un altro player in carne e ossa, online o in coop locale.
Le carte in tavola sono quelle giuste.
- Ottimo team di sviluppo.
- Un combat system i cui elementi base sono più che collaudati.
- Estetica da urlo, per un titolo che ha tutta l’aria di essere un futuro must-have.
Queste sono le uniche informazioni attualmente in circolazione su Code Vein. Non ci resta che aspettare per scoprire se Shift ci regalerà l’ennesimo “Souls-like”, o un titolo che raccoglierà e porterà ancora più in alto l’eredità lasciata dal capolavoro di FromSoftware.