Colossal Cave è un titolo che risale praticamente all’archeologia dei videogiochi, quando ancora le avventure testuali la facevano da padrone e c’erano evidenti limiti hardware a ostacolare lo sviluppo di videogiochi. Parliamo infatti di un titolo che inizialmente era un’avventura testuale, la quale veniva descritta tramite scritte che comparivano su schermo e a cui l’utente rispondeva digitando le azioni da compiere.
Tutto questo è stato poi trasposto in questo remake con una nuova veste grafica, di fatto cambiando genere, avvicinandosi a una sorta di avventura grafica 3D. Non siamo più davanti a testi e a interazioni, ma ad ambienti tridimensionali da esplorare, risolvendo enigmi e utilizzando gli oggetti giusti nel posto giusto. Vediamo quindi se vale la pena giocare questo remake nella nostra recensione.
La storia di Colossal Cave?
Colossal Cave non ha una vera e propria storia, sostituita invece da una sorta di contesto. Semplicemente, una leggenda narra di una caverna permeata di magia, dove si nascondono tesori, pericoli e stanze che rompono le leggi della fisica. Da bravo avventuriero, il nostro protagonista muto decide di esplorare il luogo, alla ricerca delle sue ricchezze e con la speranza di uscirne vivo e vegeto.
La storia, di base, finisce qui, ma nonostante tutto il gioco vanta comunque un’atmosfera fiabesca davvero interessante. Il narratore accompagna l’ingresso in alcuni luoghi o il ritrovamento di oggetti e in generale l’assurdità dei luoghi crea la sensazione costante di trovarsi in una sorta di paese delle meraviglie sotterraneo.
Ah, la vecchia scuola!
Il gameplay di Colossal Cave ricalca, in un certo senso ma con le dovute differenze, il tipico loop delle avventure grafiche. Ci troviamo infatti in un grosso ambiente tridimensionale diviso in stanze staccate tra loro, dove interagire con punti specifici o risolvere enigmi utilizzando oggetti trovati nei luoghi, a volte da combinare per risolvere determinati enigmi.
L’obiettivo del gioco è quindi quello di entrare in profondità nella caverna, superando gli ostacoli proposti dalle varie stanze e raccattando tesori che poi aumentano il punteggio in caso di morte. Punteggio che, in realtà, non serve veramente a qualcosa, se non a stabilire eventuali record. Partendo da queste basi, però, Colossal Cave propone di tutto.
Alcune stanze hanno semplici ostacoli da superare tramite l’utilizzo di oggetti, mentre in altri casi il giocatore si trova di fronte a veri e propri enigmi ambientali, dove bisogna capire cosa fare anche solo per uscire dalla stanza in questione. Potremmo quindi dover catturare un uccellino per poi darlo a un serpente che blocca la strada, oppure potremmo ritrovarci in un labirinto di stanze tutte uguali e capire cosa fare per poterne uscire. Le idee sono davvero tante e originali e, se da una parte questo è ottimo, dall’altro lato troviamo la frustrazione sempre in agguato insieme ai pericoli della caverna, quando non si riesce a capire cosa fare per diverso tempo.
Tutto ciò si affianca poi a controlli “belli ma non bellissimi”. Se infatti il movimento può essere affidato semplicemente a WASD, l’utilizzo del cursore risulta invece macchinoso e poco piacevole da vedere, per via di un occhio gigante posizionato al posto del tipico indicatore, utilizzato per osservare appunto. A questo si aggiunge un comando per interagire che richiede due tasti: il tasto destro del mouse per modificare l’indicatore da occhio a mano e la seguente pressione del tasto sinistro per interagire.
Un metodo davvero troppo macchinoso, che invece sarebbe decisamente più fluido dedicando alle due azioni tasti differenti. Si aggiunge poi un inventario gestito in modo altrettanto scomodo, con oggetti che devono essere trascinati verso grandi riquadri per essere utilizzati o scartati. Proprio l’utilizzo di oggetti si collega peraltro ad alcuni enigmi, che a volte non sembrano avere una logica, ma portano quasi ad alternare tutto quello che si ha nell’inventario.
In altre parole, Colossal Cave si basa su una struttura di gioco sicuramente interessante, ma comunque invecchiata malamente. Parliamo infatti di un titolo che è nato per essere un’avventura testuale, che qui è stata “tradotta” in una versione tridimensionale, con ambienti visitabili in prima persona e con enigmi che per essere svolti prendono in prestito meccaniche da avventura grafica. Il risultato, per quanto gradevole, resta comunque quello di un videogioco caratterizzato dal ritmo lento, dall’assenza totale di indizi e dal fatto di richiedere al giocatore un’enorme dose di pazienza per esplorare le stanze, trovare gli oggetti e risolvere gli enigmi necessari ad avere tutti i tesori.
Meccaniche come l’inventario limitatissimo, la necessità di lasciare oggetti in punti specifici per non perderli, il backtracking massiccio e l’utilizzo generale dei menù non sono infatti giustificabili in un titolo che viene pubblicato ai giorni nostri. La volontà di proporre un’esperienza vecchia scuola è sicuramente comprensibile, nonché apprezzabile da alcuni giocatori, ma per la maggior parte delle persone, il risultato sarà probabilmente lento e noioso.
Graficamente nuovo
Il comparto tecnico di Colossal Cave è letteralmente nuovo. Parliamo infatti di una vera e propria trasposizione di un’avventura inizialmente testuale, che qui viene riproposta con un comparto grafico vero e proprio. Vediamo quindi ambienti tristemente spogli, affiancati da animazioni poco elaborate e da una generale macchinosità del cursore. Chiaramente, questo passaggio al 3D ha modificato anche il gameplay del titolo, che adesso fa dell’esplorazione uno dei suoi punti fondamentali.
Per fortuna, questa esplorazione è valorizzata da un comparto artistico di tutto rispetto, che vanta un’atmosfera spettacolare e affascinante, delineata da stanze assurde, affiancate a elementi particolari dal sapore fantasy.
Infine, il comparto audio è migliorabile. Da una parte troviamo un narratore che fa un ottimo lavoro, ma dall’altro lato siamo di fronte a musiche poco memorabili e poco frequenti.