L’utenza ha un potere enorme sugli sviluppatori, specialmente nell’ultima epoca dove il semplice lamentarsi di un personaggio diventa fonte di discussione. Non solo per la community, ma anche all’interno delle aziende. Una discussione su come poter accontentare il videogiocatore, arrivando anche a snaturare il proprio personaggio e la propria creazione sotto minaccia dell’utente che se non viene accontentato, allora non acquisterà il videogioco.
Un danno non da poco, specialmente in questo periodo dove le materie scarseggiano, i costi sono rincarati e la progettazione di un videogioco richiede una quantità ingente di denaro. Possiamo dire che capiamo la scelta degli sviluppatori nel volersi tenere i giocatori senza rischiare ed è una soluzione che mette a tacere un po’ tutti, ma il povero sviluppatore?
Immagino sempre situazioni un po’ al limite, tornando un po’ indietro nel tempo quando si creavano modellini durante le scuole elementari. Tutto contento portavi la creazione alla maestra e lei, con un sorriso raggiante, ti diceva che non andava bene perché lei voleva un castello con il fosso. Cosa se ne sarebbe fatta di una casetta con il mulino? Eppure, il compito era quello di costruire qualcosa e basta.
Come l’utenza può essere egoista?
A questo punto si parla di egoismo personale nel vedere un personaggio come la nostra mente lo produce; una guerra senza tener conto del fatto che lo sviluppatore voleva un certo tipo di protagonista e basta, senza fronzoli vari. Perché è di questo che parliamo, purtroppo: delle discussioni interminabili su Aloy da Horizon Zero Down e, ben presto, su Horizon Forbidden West.
Ti sarà capitato di incappare in qualche post riguardante la protagonista, almeno sui social, no? Nonostante siano cose accaduti mesi fa, c’è ancora chi continua a perpetrare questa battaglia per vederla magra, truccata e piacente. Recentemente sono state pubblicate su internet diverse immagini con Aloy dal mascara appena percepibile, eyeliner abbastanza marcato e con un blush rosato sulle guance; l’armatura non è quella che vediamo sulla copertina dell’edizione fisica, ma un’altra degna di nota. Ha tratti orientali, quasi, e continua a rimanere sul classico filone di tutte le altre. Rossa, bella ed estremamente curata. Come succede in oriente, a volte il trucco viene marcato leggermente di più per portare allo sguardo una fanciulla sana, giovane e carina.
Gli sviluppatori hanno introdotto questa scelta del trucco per rendere omogenea l’immagine dell’armatura, non abbiamo certezza che l’abbiano fatto per compiacere l’utenza. Ma anche in questo caso, non va bene. Le domande sono sempre le solite e tutti si domandano il motivo principale del perché non sia stato fatto sulla versione base di Aloy.
Potresti mai chiedere a Lara Croft di fermarsi a comprare uno smalto, prima di un’arrampicata?
Questa domanda dovrebbe far capire la risposta: truccare Aloy in qualsiasi sua scena equivale a renderla meno Aloy di quanto dovrebbe essere. Se un personaggio ha dei lineamenti e un vestiario di un certo punto, è perché deve trasmettere una determinata emozione o figura. Xena non mi darà mai l’impressione di volersi fare le treccine ai capelli e truccarsi, almeno non prima di andare a cavallo verso nuove avventure. Lo stesso vale per la nostra splendida rossa. Certo, mi potresti benissimo dire che Lara Croft sembra abbastanza truccata, con le ombre sul volto accentuate. Ma appunto: sono ombre per dare profondità al viso, proprio come quelle umane.
Non vedrò mai Ellie di The Last of Us chiedere una pausa dal proprio viaggio per andare a farsi un giro al centro commerciale e fare shopping. Né che si possa permettere di poter dire: “Voglio essere una modella, magari evito di vestirmi così e mi faccio una bella acconciatura”. Ellie è una persona che vive in un mondo ostico, dove la concezione di bellezza c’è solo in determinati luoghi abitati e, probabilmente, non è neanche legato al concetto di bellezza sulla persona. Probabilmente vedono un cavallo e quello, per loro, è il massimo della bellezza.
Nessun utente può pretendere che Ellie sia magra e piacente, perché l’ambiente attorno a lei non glielo permette e lo stesso vale per la protagonista di Horizon Forbidden West. Probabilmente sarebbe stato stato diverso il suo concept se, effettivamente, non l’avessero esclusa dal villaggio, ma ciò non è successo. Recentemente sto riguardando per l’ennesima volta la serie Netflix Anne with an E, Chiamatemi Anna nella traduzione italiana, e Anna dalle tracce rosse dice una cosa importante già nei primi minuti: una donna può essere come un uomo, se non di più.
I personaggi che trasmettono forza devono essere snaturati?
No, non sto dicendo che un uomo non possa truccarsi, il discorso è completamente diverso; il punto della questione è proprio il fatto che una donna può rappresentare ciò che l’uomo ha fatto per anni a questa parte. Senza trucco, magari preferendo stare all’aria aperta piuttosto che stare in casa e specchiarsi per scegliere quale colore mettere sulle labbra. Chiedere di truccarla o renderla meno in carne vuol dire snaturarla.
Toglierle qualche principio, magari, proprio gli stessi che ognuno di noi possiede e che portiamo avanti nella nostra vita. E poi, è più importante la storia e l’esperienza che il videogioco può dare al giocatore rispetto a vedere un personaggio in un certo modo, su un’ambientazione piatta. Inoltre, se il primo capitolo vedeva Aloy in un modo, perché renderla diversa? Questo discorso è incentrato sulla ragazza in armatura dalla chioma rossa, ma in realtà si può applicare a tutti i personaggi. Maschi compresi.
Ciò che personalmente spero, dal 2022 in poi, è di vedere una maggior fiducia dell’utenza verso gli sviluppatori e le loro scelte. Dietro la creazione di qualsiasi elemento all’interno di un videogioco (se fatto bene, ovviamente, perché esistono anche prodotti non curati nel minimo dettaglio e ne abbiamo parlato già in passato) c’è uno studio enorme; parliamo di psicologia del personaggio e di ciò che deve trasmettere al giocatore, parliamo di uno studio sul volto e sulle espressioni che possono coincidere con il suo carattere. Ogni cosa è messa in un certo modo per un motivo e proviamo a fidarci, anziché portare avanti petizioni al solo fine di mandare un messaggio: tu, sviluppatore, non vali niente.