Oggi vorrei esprimere un parere puramente personale (anche se in alcuni casi concordano molti utenti), su un problema che sempre più insistentemente affligge le varie community dei videogiochi, soprattutto quelli multigiocatore online; sto parlando della tossicità dei giocatori.
Intanto vorrei chiarire cosa si intende per tossicità: con questo termine, sinonimo anche di velenoso, vengono additati tutti quei giocatori che si pongono in maniera veramente negativa, che pensano di sapere tutto su qualunque argomento videoludico e non, solitamente sparando a zero su ogni aspetto del gioco, ritenendo i loro giudizi e pareri assoluti, senza minimamente tenere in considerazione le opinioni altrui o del resto della community.
Ma non è finita qui; si riconoscono anche dalla cattiveria e maleducazione con la quale si rivolgono agli altri giocatori online, compagni o avversari che siano, spesso accusandoli ingiustamente per la sconfitta o le scarse prestazioni del team come se dall’esito della partita dipendesse la loro stessa vita, e dalle poco etiche azioni compiute in game.
Quando molti di questi giocatori affollano le fila di un gioco, viene spesso detto che la community di quel determinato titolo sia tossica.
Fatta la doverosa premessa sul significato, passiamo al vedere in quali community è presente una più alta concentrazione di tossicità, ricordando che l’articolo è interamente basato sulle mie esperienze personali.
League of Legends
Un titolo che sicuramente molti davano per scontato e che puntualmente non poteva mancare in questa triste raccolta. Il gioco in questione è un moba dove 2 team composti da 5 persone, si affrontano in un’arena cercando di avere la meglio distruggendo la base nemica. A questa meccanica, unisci un elevatissimo numero di campioni selezionabili, tutti molto ben caratterizzati in aspetto e lore e con abilità molto diverse fra loro.; il titolo è anche gratis, cosa potrà mai andare storto?
La mia esperienza personale con League of Legends è stata pessima: scaricato perché si era deciso di giocarci assieme ad alcuni amici, ho provato a fare qualche partita online in solitaria per impratichirmi. Il mio apporto nel match sarà stato pari allo zero se non inferiore, data la mole di insulti che comparivano in quella chat: “don’t feed him, you (insulto vario ed eventuale, spesso rivolto anche a genitori, parenti e amici)”, e io che cercavo di capire a chi o a cosa stavo dando da mangiare… non è colpa mia se sono un videogiocatore di vecchia data e alcuni termini mi sono sconosciuti.
Ho provato a stemperare gli animi dicendo che erano le prime partite ma niente, gli insulti sono continuati ininterrottamente e si sono anche aggiunti gli auguri di essere colpito da qualche rara malattia terminale. Sarà stato un caso, anche il fatto che su 5 giocatori tolto me e un altro membro del team, gli altri 3 mi hanno bombardato di insulti? No, la situazione non è migliorata neanche nella seconda e terza partita: per giocare a Legue of Legends, secondo la sua community tossica, o nasci “pro” o non puoi permettertelo.
Inoltre, nei meandri velenosi del titolo, dimora anche una tipologia di videogiocatori che, anche non risultando tossici per insulti, lo diventano con il comportamento perché, pur essendo evidentemente giocatori veterani, creano un account secondario per smembrare i novellini; i cosiddetti “Smurf”.
Perché lo fanno non è dato saperlo, probabilmente un misto di frustrazione nella vita reale che li porta ingiustamente a sfogarsi in questo modo, forse per sentirsi potenti e adatti almeno in qualcosa, che tristezza.
World of Warcraft
L’MMORPG più longevo e giocato per eccellenza; un mondo fantasy dove milioni di giocatori uniscono le forze e collaborano per superare missioni difficili e avere la meglio su boss potentissimi. Anzi no.
Uno dei giochi che più ho amato nella mia vita videoludica, spendendo diversi anni su di esso. Qualche tempo fa, preso dalla nostalgia dei bei tempi passati, ho avuto la (non) brillante idea di riprendere in mano l’account e provare ad immergermi di nuovo in questo mondo.
Tutto è andato più o meno bene (a patto di ignorare le varie chat), fino ai primi dungeon, dove, pur avendo avvisato il team che ero rientrato nel gioco da poco, le pretese erano altissime e ogni errore era sottolineato con pesantissimi insulti.
Tutti correvano senza dare il tempo di capire cosa stesse succedendo e senza spiegare le varie meccaniche dei boss, in modo che anche i nuovi potessero fare del loro meglio, e guai a chiedere aiuto, venivo ricoperto nuovamente di insulti. Al terzo errore “stranamente” mi sono ritrovato espulso dal gruppo, perdendo i progressi fatti nel dungeon.
Si sta arrivando a un livello dove non viene perdonato più niente nei videogiochi e soprattutto nessuno sembra avere tempo e voglia di insegnare, spiegare o semplicemente socializzare con gli altri utenti.
Una tipologia tossica di giocatore che si può trovare nella community di WoW sono coloro i quali, avendo equipaggiamento e livello del personaggio al massimo, aspettano i novellini della fazione avversaria per massacrarli innumerevoli volte, spesso appostandosi nei punti di respawn, fino a farli disconnettere per la frustrazione.
Pensa a chi torna da una brutta giornata lavorativa o pesante per altre mille ragioni e decide malauguratamente di cercare divertimento rifugiandosi in un videogioco con queste community.
Fortnite
Anche in questo caso, titolo scontatissimo in questa raccolta tossica. Il battle royale in questione, pur avendo riscosso un successo straordinario a livello mondiale, presenta a oggi quella che probabilmente è la community più tossica dei giochi online.
La cosa veramente triste è che a essere così tossici in questo gioco, sono soprattutto i più giovani, in molti casi neanche maggiorenni, i quali a ogni uccisione effettuata o subita, decantano le prodi gesta intime con la madre dell’avversario. E occhio a giocare in cuffia… le urla stridule raggiungono livelli di decibel altissimi che mettono a rischio l’apparato uditivo.
Purtroppo non è solo la parte in game a essere tossica, ma anche quella social, dove Fantasma Rosso Vendicativo XOXO, forte dell’anonimato concesso dal suo prepotente nome, dispensa assolute verità sullo schifo che fa il gioco al quale ha dedicato centinaia se non migliaia di ore (continuando a farlo), e sul quanto siano (insulto vario) quelli che chiedono spiegazioni sul titolo. Anche qui, se non sei nato pro, non puoi permetterti di giocare e soprattutto non raggiungerai mai il livello di Fantasma Rosso Vendicativo XOXO.
Bless Unleashed
Forse non molti conosceranno questo titolo, e se da una parte è un peccato perché è un ottimo MMORPG con buone meccaniche, dall’altra è meglio così, in quanto consta di una community che definire tossica è un complimento.
Anche qui, il problema principale sorge nei dungeon; al contrario di altri titoli del genere, il party non deve avere una conformazione precisa di ruoli (tank, healer, dps) e questo comporta che, molto spesso, le classi nel team siano ripetute.
Avendoci giocato dal day one su Xbox One, mi è dispiaciuto molto vedere la tossicità invadere questo titolo. Adesso se vuoi provare a completare un dungeon, oltre al fattore “tempo di attesa” devi superare lo scoglio più difficile, il party.
Se ci sono più Priest, quello di livello più basso viene buttato fuori, così come se hai avuto la malaugurata idea di scegliere il Crociato come classe per il tuo personaggio, il quale, facendo i danni più bassi fra le classi disponibili, verrà silurato instant. Stessa sorte tocca ai Berserker; quello con l’equipaggiamento più basso viene mandato fuori.
Questo è ridicolo, e considerando che non si ricevono penalità nel buttare fuori dal team in modo immotivato gli altri giocatori, questa pratica avviene in maniera costante. Ridicolo è anche il fatto che, piuttosto che provare a superare il dungeon col team casuale, si preferisce attendere anche delle ore il formarsi del team desiderato. Classico esempio di community tossica che rovina un bel gioco.
Purtroppo queste sono solamente alcune delle tristi esperienze vissute nei diversi giochi online, e non mancherò di raccontare anche le altre. Oramai sembra che il ritmo frenetico che ha preso la vita reale, si sia in tutto e per tutto trasferito nell’unico mondo in cui molti trovano riparo da essa, quello dei videogiochi.
Nessuno a più voglia di insegnare, di pazientare, di socializzare e di crescere insieme a livello videoludico, a meno che tu non stia giocando a Final Fantasy XIV Online che, a parere dello scrivente, è il titolo che dispone della miglior community online.
Se l’argomento ti ha incuriosito, puoi leggere anche questo nostro altro interessante articolo sui comportamenti tossici dei giocatori.