Soli. Isolati dal mondo, i nostri compagni svaniti. I ghiacci dell’Antartide unica compagnia, che ci confinano nello uno strano e spaventoso centro di ricerca nel quale ci siamo svegliati.
Non un ricordo del recente passato, circondati da una miriade di luci lampeggianti ed esperimenti interrotti, dovremo recuperare la memoria mentre ci rendiamo conto che in realtà non siamo esattamente da soli.
Queste sono le premesse di Conarium, che arriva oggi su Switch a distanza di 4 anni dalla sua prima uscita, la cui storia si ispira al romanzo Alle montagne della follia del maestro dell’horror H.P.Lovecraft, con alcuni richiami a film comeThe Thing di Carpenter.
Ice Station
Del nostro smemorato sappiamo solo che si chiama Frank Gilman e che è uno scienziato del complesso Upuaut situato in Antartide; insieme a lui dovremo esplorare il circondario per scoprire dov’è finito il resto del corpo di ricerca e svelare i segreti di Conarium.
Non passerà molto tempo per ricordarci che insieme al nostro team, ed in particolare al Dr.Faust, abbiamo esplorato i legami tra scienza e natura assumendo dosi sempre maggiori di potenti droghe per esplorare il regno ai confini della realtà e della conoscenza umana.
Prevedibilmente, un’entità non proprio benevola ci ha seguito nel regno materiale e a noi non rimane che scoprire le conseguenze di una ricerca avventata in questa avventura punta e clicca.
Come già detto, la storia del gioco segue molto da vicino il romanzo di Lovecraft, al netto di ovvi cambiamenti nei nomi e di alcuni dettagli modificati la sostanza è la stessa; abbiamo una base antartica, un’antica razza e una costante tensione strisciante.
Conarium rispetta tutti i topos degli horror in prima persona: dalle figure misteriose che sbucano in fondo ai corridoi alle luci sfarfallanti e alle creature da cui scappare. Il tutto condito da una storia ben riuscita, che si dipana man mano che avanziamo arrivando a compimento con una serie di finali multipli, esito delle nostre scelte durante la partita.
Come spesso accade, per comprendere appieno la storia dovremo esaminare con attenzione l’ambiente circostante dal momento che note, documenti sparsi e collezionabili sono utili per comprendere cosa è successo alla squadra di Upuaut.
Gameplay di Conarium
Il gameplay di Conarium è semplice e piacevole da giocare; nonostante il gioco abbia una durata breve, circa 4 ore, c’è tanto da esplorare e scoprire, nulla ci fa pensare ad un titolo realizzato con poca cura o in maniera affrettata.
Trattandosi di un punta e clicca, le meccaniche di gioco sono molto semplici (ma non per questo poco efficaci).Tutto quello che dovremo fare è esplorare gli ambienti, con il cursore che cambierà forma in base al contesto e alle azioni che potremo effettuare.
Talvolta tuttavia si verificano alcuni piccoli bug, specie aprendo le porte, per cui ci ritroveremo bloccati da alcuni oggetti senza poterci muovere ed eventualmente fuggire. Non avendo a disposizione un pulsante dedicato al salto, in queste situazioni purtroppo non avremo altra soluzione se non ricaricare l’ultimo salvataggio.
Un’altra criticità del gameplay risiede nei puzzle, che talvolta risultano imbarazzanti a causa di controlli non proprio precisi. In linea di massima comunque si tratta di puzzle sfidanti, che richiedono una certa memoria peri continui riferimenti ad elementi dell’ambiente circostante. Purtroppo quando attiviamo gli enigmi non possiamo accedere alle note per cui ogni volta che avremo dubbi dovremo uscire, consultare i nostri appunti e ricominciare daccapo.
Infine esiste il modo di utilizzare la vibrazione di Switch, calandola all’interno del gameplay: si tratta comunque di un’opzione consigliata se utilizziamo la console in modalità tv, dal momento che in modalità handheld le vibrazioni risultano talmente vigorose da diventare scomode.
Segnali di Stile
Tanto in modalità docked quanto handheld il gioco risulta piacevole da vedersi, a testimoniare il buon lavoro fatto dagli sviluppatori per questo porting.
I modelli umani risultano nel complesso leggermente inferiori di qualità se paragonati agli ambienti e ai personaggi non umani; si tratta del risultato di una precisa scelta, per cui gli sviluppatori si sono concentrati di più sugli ambienti che sono davvero stupefacenti e dettagliati, grazie all’utilizzo di Unreal Engine 4.
Il sonoro, da sempre elemento fondamentale per un titolo horror è qui ben sviluppato.
In Conarium abbiamo poche tracce musicali e tanti rumori ambientali a creare la giusta atmosfera con le raffiche di vento, i pavimenti metallici scricchiolanti e i rumori causati dal ghiaccio che ci avvolge.
Anche il doppiaggio, nonostante 2 sole voci si alternino per tutti i personaggi è convincente.
Unico neo, a volerne trovare uno, è che i suoni non si adattano all’ambiente in cui vengono emessi: che ci troviamo in una cabina angusta o in una grotta immensa, il riverbero sarà lo stesso.