La domanda che mi sono posto anche questa volta è stata: come è possibile che questo gioco sia ancora così buono?
Pur essendo un appassionato di retrogaming (a questo punto potresti essertene accorto), cerco sempre di essere obiettivo quando guardo ai titoli del passato; rendendomi conto che alcune delle cose che mi sono piaciute sono più effimere di altre.
Le persone parlavano dei giochi per Atari 2600 come di classici senza tempo o titoli che non passeranno mai di moda; eppure guardando oggi il joystick dell’Atari sembra più uno strumento da tortura medievale che una periferica di gioco.
Devo anche ammettere che molti giochi per il NES non sono invecchiati bene, ma Contra al confronto è uno Chateau Lafite tenuto conto di come migliora col tempo. Tutto del titolo Konami regge alla prova del tempo: nel modo in cui la grafica colorata si presenta e crea contrasti nell’ambiente di gioco, il design grottesco degli alieni, i personaggi piccoli ma ben definiti.
Tutti elementi che contribuiscono a creare un platform-shooter-bullet hell con un livello di sfida immenso, ma sempre coerente e corretto con il giocatore.
Parlando dei controlli, difficile trovarne di più reattivi: prendiamo il salto, basta premere il tasto A e il protagonista compie la sua efficace e iconica capriola e potremo indirizzare con precisione anche l’area di atterraggio.
Nei primissimi secondi di Contra, saltare evitando i proiettili avversari e nel frattempo scaricargli contro la nostra arma, è gioia pura.
Anche la colonna sonora compie il suo dovere, creando una melodia accattivante che attraversa diversi riff prima di ricominciare da capo; superfluo dire che anche in questo caso siamo davanti a un elemento iconico del gioco.
Perché gli upgrade delle armi volano sullo schermo in capsule ondeggianti? Perché quando le colpiamo atterrano formando un’icona alata con una singola lettera a indicare che arma ci verrà consegnata? Chissà!
O meglio, qualcuno in Konami lo saprà di certo; per noi giocatori quello che conta è che in un genere in cui la maggior parte dei titoli mostrava una semplice, noiosa, immagine dell’arma Contra utilizza un approccio più stiloso, quasi fosse una loot box.
In effetti quando appaiono due ali con una S al centro, significa che abbiamo ottenuto una “spread gun”, ovvero un’arma in grado di sparare con un ampio raggio. Praticamente Natale.
Messi tutti insieme questi elementi abbiamo una bellissima armonia di suoni, vista e azione che non stanca mai. Ho a malapena giocato gli altri titoli della collection, che già penso di tornare indietro a rigiocare all’originale Contra.
Inoltre si può pure giocare con la versione per Famicom in questa collezione, che include alcune varianti grafiche e scene pensate apposta per la versione nipponica.
Ricordo ancora quando comprai Contra per la prima volta; ero un bambino e conoscevo poco il mondo dei videogiochi.
Ricordo più o meno il negozio, che ormai non esiste più da anni, ma soprattutto ricordo la scatola. L’illustrazione sulla scatola era bellissima, e il gioco stesso manteneva le promesse della scatola, come pochi altri titoli NES, almeno una volta affrontato uno dei boss alieni pù grandi del gioco.
Recentemente un collezionista ha pagato 100.000 dollari per la scatola originale, io sarei ben felice di ritrovare la mia. Nel frattempo mi accontento della Contra Anniversary Collection.