Negli ultimi anni anche il nostro hobby preferito è stato investito dal crescente interesse per cuochi e cucine: abbiamo avuto la versione videoludica di Hell’s Kitchen e svariate serie, principalmente per mobile e console portatili tra cui sicuramente spiccano Cooking Mama di Nintendo e Overcooked.
La maggior parte di questi titoli è accomunata da un tono scanzonato e una grafica cartoonesca, senza pretese di realtà.
A cambiare le carte in tavola ci hanno pensato i polacchi di Big Cheese Studio, che con il loro Cooking Simulator vogliono proporre al grande pubblico una simulazione in grado di far capire con buona approssimazione cosa significhi lavorare nella cucina di un ristorante, con i suoi ritmi frenetici e le numerose ricette da padroneggiare.
Nella cucina di Cooking Simulator
Lo scopo finale di Cooking Simulator è semplice e abbastanza scontato. In qualità di chef della nostra cucina, dovremo preparare tutti i piatti a nostra disposizione, con livelli di complessità differenti. Questo comporta operazioni come affettare le verdure, condire i piatti, arrostire o friggere le carni, il tutto tenendo conto del conto alla rovescia imposto dagli affamati clienti, impazienti di ricevere i loro piatti.
Purtroppo è più facile a dirsi che a farsi, per due motivi: il primo intrinseco alla natura di questo tipo di giochi, il secondo strettamente legato ai controlli della versione Switch.
I problemi della versione Switch
Se da un lato Cooking Simulator riesce ad essere più user friendly rispetto a titoli come Surgeon Simulator, dall’altro lato si scontra con l’impossibilità del motore di gioco nel rappresentare realisticamente la realizzazione di piatti più o meno complessi.
Spesso e volentieri, nel tentativo di restituire una fisica verosimile, il gioco ci sottopone a situazioni assurde: cibo che volerà dal piatto perché ci siamo girati velocemente oppure perché in automatico viene disposto troppo vicino al bordo, pentole e teglie che finiranno per terra poiché il motore di gioco registra “collisioni” inesistenti e via dicendo. Tutto segnalato dall’immancabile vibrazione, che diventa un continuo sottofondo durante tutta la partita.
Relativamente alla versione Switch, il gioco soffre del problema tipico di tutti i titoli pensati per altre piattaforme e adattati all’ibrida Nintendo. I controlli non sono esattamente comodissimi, specialmente nelle occasioni in cui gli analogici dei JoyCon vanno utilizzati insieme ai dorsali in varie combinazioni. Inoltre spesso abbiamo solo delle indicazioni generiche sui comandi da utilizzare nelle varie azioni contestuali e dovremo sperimentare un po’ per comprendere appieno come muoverci.
Il tutto non giova ad un titolo che non è Cooking Mama o Overcooked e che dovrebbe essere un po’ più complesso. Il risvolto della medaglia è che in Cooking Simulator assistiamo spesso a scene divertenti causate dalla nostra poca destrezza, o per lo meno poca destrezza rispetto a quanto calcolato dal motore di gioco.
Le modalità di gioco
Il cuore del gioco è dato dalla modalità carriera: inizieremo con poche ricette, semplici e con pochi ingredienti da mettere insieme senza troppo sforzo. Tuttavia, il conto alla rovescia potrebbe mettere in crisi qualche giocatore. Con il passare del tempo sbloccheremo ricette sempre più complesse, che richiederanno nuovi strumenti del mestiere da acquistare e che non sempre riusciremo a preparare in tempo o con un risultato finale di buon livello.
Capiterà che lasceremo i clienti in malinconica attesa del loro piatto, oppure che gli stessi si lamenteranno della preparazione.
Va detto che spesso riceveremo lamentele sulle quantità dei condimenti o sulle tecniche di preparazione del piatto anche quando avremo seguito la ricetta alla lettera, d’altro canto capita anche abbastanza spesso che pur sbagliando le dosi delle spezie o accorciando i tempi di cottura, il cliente accolga il piatto con soddisfazione.
Considerato che sarebbe impossibile memorizzare tutte le ricette e i relativi tempi di preparazione, a venirci in aiuto sono degli schermi televisivi posti al centro della cucina che ci mostrano nel dettaglio il piatto da preparare, limitando al massimo le possibilità di errore.
Per i perfezionisti o i puristi delle simulazioni, Cooking Simulator può essere molto frustrante. Al contrario per i giocatori che cercano solo divertimento, in questo titolo possono trovarne di più che in titoli come Thief Simulator o Farming Simulator.
A patto ovviamente di prendere il gioco così come è, non cercando un realismo eccessivo o una qualità impeccabile.
Il divertimento maggiore in Cooking Simulator è quasi involontario, riusciremo a divertirci di più sperimentando quanto le cose possono andare male.
La cucina può andare a fuoco, le bombole del gas esplodere, il cibo può (e lo farà spesso) finire dappertutto e i piatti voleranno senza controllo. Nonostante questo caos, con la cucina sporca e gli attrezzi sparsi dovunque, ci ritroveremo a servire il nostro piatto e sperare per il meglio.
Partendo da questi presupposti, possiamo apprezzare in parte Cooking Simulator.
Pensare di avere rovinato un piatto e ricevere invece una buona valutazione è una bella soddisfazione, così come è soddisfacente vedere (e ripulire) il caos che ci saremo lasciati indietro dopo un turno particolarmente impegnativo.
Il gioco va affrontato a briglia sciolta, allentando le catene e vedendo fin dove possono arrivare le cose.
Il rovescio della medaglia è che Cooking Simulator va bene per partite veloci, ma se vogliamo intraprendere la carriera dello chef full time, il gioco rivela tutte le proprie carenze e diventa noioso.
Insomma, il gioco è divertente finché dura. Tagliare, friggere, mescolare è divertente ma non tanto quanto causare disastri da far impallidire Gordon Ramsey.
Segnali di stile
Considerato che avremo a che fare con un’area limitata alla cucina, il motore di gioco fa il suo dovere dal punto di vista visivo. I piatti e gli utensili appaiono abbastanza realistici, così come le trasformazioni delle pietanze dalla materia prima al piatto finito.
Lo stesso si può dire del sonoro, che riproduce al meglio i suoni di una cucina, rimanendo scarno per il resto. Ad accompagnarci saranno solo alcune tracce audio della nostra fedele radiolina e il traffico fuori dal ristorante.