Sviluppato da TRAGsfot e pubblicato da Freedom Games, Coromon è un vero e proprio tuffo nel passato. Giocare Coromon in modalità portatile su Nintendo Switch rimanda ai tempi di Pokémon Oro e Argento sul Gameboy Color. L’impatto emozionale è piacevole e gli sviluppatori sono coscienti di questa potenzialità che è, allo stesso tempo, un’arma che può diventare letale per se stessi. Sarà riuscito Coromon a differenziarsi dai Pokémon? Noi lo abbiamo consumato sulla nostra Nintendo Switch e siamo pronti a condividere la recensione!
Coromon – un tuffo nel passato
Se Game Freak con gli ultimi capitoli ufficiali di Pokémon (in particolare Spada e Scudo versioni standard) sembra aver accantonato l’idea di una trama articolata, profonda o almeno che possa vagamente uscire dai binari da essa stessa percorsi più e più volte negli anni, Coromon propone – o almeno ci prova – qualcosa di leggermente più maturo e profondo. La trama non è un orpello o una banale giustificazione per andare in giro a catturare e allenare Coromon ma ha un suo senso e anzi, cerca di essere la fonte principale per trainare il giocatore fino alla fine dell’avventura (dalla durata decisamente discreta e che si allinea ai vecchi capitoli dei Pokémon con possibilità di andare ben oltre – ma di questo ne parleremo tra poco).
L’avventura ha un inizio estremamente simile a quasi tutti i Pokémon: il risveglio a casa nostra con nostra madre come primo personaggio “dialogante”. Da quell’edificio, scopriremo il nostro scopo: iniziare il lavoro – da dipendente – presso l’organizzazione scientifica Lux Solis (un vero e proprio centro di ricerca). Il nostro primo incarico ufficiale sarà quello d’investigare su sei Titani – e qui il richiamo è a un altro Pokémon-like, ossia Nexomon, che incentra gran parte del proprio progetto proprio sui Titani – e su alcuni stravaganti fenomeni che stanno coinvolgendo varie parti del mondo.
Le terre di Velua – la regione in cui è ambientato il gioco – sono però invase dai Coromon e per difenderci ci viene concesso di scegliere uno tra diverse creature (in pieno stile Pokémon). Scelto il primo compagno di viaggio, l’avventura inizia in modo graduale e tremendamente simile ai classici e famosissimi mostriciattoli Nintendo, con combattimenti, catture (al posto delle Poké Ball, ci sono gli Spinner), città e percorsi da scoprire. Non mancano gli oggetti per i curare i nostri compagni di viaggio, qui trasformati in cibo – altro richiamo a Nexomon. Presente nel pacchetto, anche i cattivi, una sorta di organizzazione malvagia simil Team Rocket (ma che qui si chiamano Wubboniani) e che intende fare cose brutte e cattive (un classico).
Per informazione, ci sono oltre 100 Coromon diversi e, purtroppo, proprio le creature ci hanno in parte deluso per originalità. Chiariamoci, non mancano creature veramente belle ma sono una minoranza rispetto a tanti pescati a piene mani dall’enorme Pokédex. Alcuni sono particolarmente identici ed è un qualcosa che si poteva sicuramente evitare. In compenso, i Coromon riescono a differenziarsi dai cugini più famosi grazie ad alcuni elementi inseriti nel gameplay!
Gameplay
Coromon è un gioco di ruolo a turni dove a combattere saranno gli stessi mostri catturati e allenati. La struttura ludica, tecnicamente parlando, è uguale a quella di Pokémon: dalle quattro mosse per creatura alle tipologie di Coromon con le dovute debolezze o punti di forza. Occhio però, qui le mosse non hanno un proprio numero di consumo ma condividono una barra come in un classico rpg.
C’è poi un ulteriore elemento che va a potenziare la strategia rendendola leggermente più personalizzata. Il giocatore potrà mettere mano alle statistiche del Coromon indirizzando alcuni punti e andando a incidere personalmente sulla crescita (in termini di statistiche) del mostro. Ogni Coromon, infatti, oltre la barra dell’esperienza (classica) ha anche una delle potenzialità che è quella legata a questi elementi personalizzabili dal giocatore.
I mostri si differenziano ulteriormente tra loro per il colore (standard, potente e perfetto) con quelli più rari che presenteranno attributi, ovviamente, più elevati. Questo andrà a incidere nella ricerca del Coromon perfetto per la propria squadra. Per quanto riguarda invece le famose – al tempo – Macchine Nascoste (MN), ossia tutte quelle mosse (taglio, surf, spaccaroccia, ecc) che potevano essere utilizzate dal Pokémon all’esterno della battaglia per aprire percorsi e risolvere enigmi… qui vengono tutte racchiuse in un particolare guanto – altro richiamo a Nexomon – che, coi dovuti aggiornamenti, potrà eseguire determinate azioni risultando essenziale nella risoluzione degli enigmi ambientali. Da non sottovalutare neanche le abilità passive, ulteriore aggiunta strategica in un sistema realmente ben studiato e appagante.
Molto interessante è il fatto che Coromon racchiude in sé anche un sistema di missioni secondarie che ben si sposano con la principale e che aiutano ad approfondire la lore del mondo e i Coromon stessi. La stessa trama principale presenta delle variazioni, non solo legate agli enigmi, davvero ben studiate e che riescono a spezzare il ritmo, allontanando la monotonia e dando nuovi incentivi a continuare, lasciandosi guidare e divertire dalla creatività degli sviluppatori. In pratica, se alcuni mostri sono pochi ispirati, l’avventura ha dei guizzi creativi decisamente appaganti.
Da segnalare, ancora, la possibilità di modificare la difficoltà in quattro livelli diversi con l’ultimo che introduce una sorta di “permadeath” col Coromon sconfitto che fuggirà definitivamente dal nostro team. Una sfida estrema ma che regala grandi soddisfazioni e che potenzialmente, allunga anche la permanenza nel gioco per chi è appassionato del genere.
Grafia e sonoro
Graficamente parlando, Coromon pesca a piene mani dal passato presentandosi con una veste interamente in pixel art decisamente e sorprendentemente dettagliata. E il dettaglio e la cura sono notevoli soprattutto nelle ambientazioni (incluso durante le lotte tra Coromon, dettaglio non da poco). Nuovamente, sono proprio alcuni mostriciattoli a prestare il fianco a critiche estetiche per scarsa originalità (così come alcune location, poco ispirate).
Il sonoro è discreto ma non regge il passo con la grafica, risultando meno coraggioso del necessario e limitandosi a tracce anonime, in un certo senso classiche e che perdono il confronto col cugino famoso. Coromon si difende benissimo su Nintendo Switch in entrambe le modalità ma, per la natura stessa del titolo, noi consigliamo la modalità portatile. Ultima cosa, il titolo è interamente sottotitolato in italiano!