Coronavirus, croce e delizia dei videogiocatori: da un lato, l’industria videoludica è costretta a casa tra quattro mura, mentre dall’altro lo stesso vale per un’utenza che si ritrova fin troppo tempo libero tra le mani. Viceversa, il fatto che l’intrattenimento elettronico sia diventato un bisogno primario aiuta ben poco, quando l’industria videoludica in toto è andata in letargo e non può sopperire a una necessità proprio quando quest’ultima, paradossalmente, potrebbe contribuire enormemente al business. Stando al capo della divisione Xbox di Microsoft, Phil Spencer, le cose potrebbero anche peggiorare.
Il coronavirus e l’effetto farfalla
Phil Spencer è stato intervistato da Business Insider per parlare a cuore aperto delle sue preoccupazioni in merito alla pandemia. Per quanto Spencer abbia chiuso l’intervista con una nota positiva, il suo incipit è ben poco incoraggiante. Ci sono tanti lati del coronavirus a cui non abbiamo nemmeno pensato, uno dei quali è il mo-cap: il processo di motion capture (“cattura dei movimenti”) usato anche in molti film, con il quale i movimenti degli attori vengono registrati per poi venire applicati a modelli 3D. Non si tratta esattamente di qualcosa di effettuabile mediante telelavoro.
“Quei giochi previsti tra un anno o due? Forse nel loro caso l’impatto c’è, ma nel complesso se la caveranno, ma il mo-cap è giunto a un punto morto. Non andiamo agli studi di mo-cap… se hai già registrato l’animazione in mo-cap e sei alle battute finali, come ad esempio per ritoccare texture o altro, sei già a cavallo. Se però stai aspettando che ti arrivi del materiale audio o di movimenti registrati mediante motion capture, sei fermo.”
“Mo’ cap, mo’ problems”
Le osservazioni di Phil Spencer la dicono lunga su quanto capillari siano le implicazioni del coronavirus, portandoci a una scomoda conclusione. Per quanto Xbox Series X e PlayStation 5 siano previste per un’uscita entro la fine dell’anno senza problemi, questi ultimi verranno dopo. Si prospetta infatti un periodo di magra non indifferente, ben oltre l’ipotesi smentita da Nintendo. Quella che dovrebbe essere una preoccupazione in meno per la Grande N rischia di far storcere il naso ai giocatori più impazienti che acquisteranno le console next-gen al lancio, per poi ritrovarsi con ben poco all’orizzonte.
La nota positiva a cui alludevamo all’inizio, però, sta nell’atteggiamento ottimista con cui Phil Spencer vede il coronavirus più come una entusiasmante sfida che altro.
“So che l’industria riuscirà comunque a produrre giochi con costanza. Ci sono molti titoli in produzione, e questo riguarda l’intera industria. Credo che tutti noi, proprio come industria, ne verremo fuori. Credo nell’uscita tempestiva dei giochi, sebbene il coronavirus possa influenzare – fino a un certo punto, s’intende – il periodo finestra della loro uscita.”