Blood Bowl: Death Zone si becca un “Automatic first down”
Aaaah il caro vecchio Blood Bowl, quanti ricordi. Per chi non avesse idea di cosa io stia parlando Blood Bowl è un gioco da tavolo basato su miniature dell’azienda britannica Games Workshop. In poche parole è il riuscito tentativo dei nerd di farsi piacere il Football americano. E cosa piace a noi nerd? Ambientazione fantasy, strategia, e tante tante mazzate.
E’ con questo spirito che i ragazzi di Cyanide Studio lavorano dal 2009 alle trasposizioni videoludiche di Blood Bowl. Negli anni infatti il gioco da tavolo è diventato videogioco già due volte e anche con discreto successo. Blood Bowl 1 e 2 sono sempre rimaste opere di nicchia ma comunque godibili da tutti i fan del prodotto originale e da chi si è lasciato catturare dalla pazza idea di vedere orchi, umani, nani e Goblin riempirsi di botte in un campo da Football. Con Blood Bowl: Death Zone la casa di sviluppo ci riprova presentando questa volta delle meccaniche differenti da quelle del gioco da tavolo con l’obbiettivo di donare più coinvolgimento e rapidità al gameplay. Devo però smorzare il vostro hype fin da subito: al momento il gioco è in una versione troppo arretrata per essere giudicato correttamente.
Fatta questa doverosa premessa, allacciato il caschetto e posizionate le protezioni siamo finalmente pronti a scendere in campo.
Corri, passa , picchia.
Il gioco è un titolo sportivo con meccaniche abbastanza singolari; ciò è dovuto dall’altrettanto singolare ambientazione e premessa ludica. Scelto il capitano della nostra squadra scenderete in campo con la vostra formazione a scelta fra orchi e umani. Con il passare dei mesi gli sviluppatori hanno garantito che verranno aggiunti molti altri contenuti ma, al momento, si possono selezionare solo le due razze precedentemente elencate. I team sono composti da 5 giocatori comandabili singolarmente o in gruppi,eloce quanto fragile. Come nel Football quindi avremo l’obbiettivo di fare meta portando un giocatore con la palla al termine della metà campo avversaria passando la palla ai nostri compagni, scattando e smarcando i giocatori avversari.
Fino a qui tutto normale ma è ora che viene il bello. In aggiunta a questa formula infatti avremo la possibilità di picchiare fino a tramortire i giocatori avversari e di usare delle magie che variano a seconda del capitano scelto. Il pestaggio avviene selezionando un nostro giocatore e mandandolo contro uno avversario. I due inizieranno a menarsi e, il primo che perderà una tacca di vita cadrà a terra tramortito. Potremo anche giocare in modo sleale infierendo su un giocatore a terra togliendogli così un’altra tacca di vita ma beccandoci una bella squalifica. I giocatori atterrati si rialzeranno dopo alcuni secondi ma, per tutta la durata della partita, non recupereranno mai la vita persa aggiungendo così un fattore strategico interessante.
Gli incantesimi che potremo usare vanno da una grossa mina posizionabile sul campo di gioco, passando per un fulmine capace di friggere un componente della squadra avversaria fino ad una poderosa incornata perfetta per tramortire i giocatori troppo coraggiosi. Le stregonerie vanno a delineare una bella variante per il gioco ma risultano troppo forti e impattanti sulle partite. Tante volte infatti i match si risolveranno in uno spam forsennato di fulmini e bombe, lancio di un singolo giocatore nel campo avversario, meta e reset del tutto.
Ho trovato purtroppo il gameplay di Blood Bowl: Death Zone troppo macchinoso e poco intuitivo. Soprattutto lo spostamento dei giocatori non è funzionale: non si riesce infatti a muovere il proprio team in modo coerente e ciò provoca non poca frustrazione. Oltre a questo vi basterà sapere che, lanciando le magie a più non posso riuscirete tranquillamente a vincere contro l’IA che di certo non brilla particolarmente per buon senso. Pur apprezzando le nuove idee introdotte con Blood Bowl: Death Zone vedo purtroppo solo passi indietro rispetto alla strategia a turni del gioco da tavolo che caratterizzava anche il capitolo precendente della saga videoludica.
Quando si gioca con un altro giocatore, se riusciste a trovarlo, il caos prenderà il controllo totaledel gioco. La vittoria verrà affidata in base alla casualità e ai cooldown delle magie. Oltre a ciò la presenza di sole 2 squadre (orchi e umani), di un solo campo da gioco e nessun’altra modalità non giova di certo alla longevità del prodotto.
E ora? Che cosa diamine dovrei fare?
Entrati in Blood Bowl Death Zone la situazione è abbastanza desolante. Si può andare diretti al tutorial, fare una partita contro il computer o cercare uno sfidante online. La più grande pecca, oltre alla carenza di contenuti generale e alle meccaniche di gioco ancora troppo grezze, è purtroppo la prima di queste 3 modalità.
Il tutorial, di importanza fondamentale in un prodotto del genere, è pessimo, poco chiaro e riesce nel solo intento di farvi innervosire. Questa caratteristica è capace da sola di minare le fondamenta dell’intero gioco non permettendo ai giocatori di comprendere ciò che bisogna fare. Non siamo di fronte ad un gioco come FIFA, ad esempio, che può essere imparato giocandoci, ma di un prodotto con meccaniche più complesse e spiegate in modo poco chiaro. Nessuno si divertirebbe giocando a scacchi senza sapere come si devono muovere le pedine.
Unite tutte queste problematiche ad un comparto grafico poco rifinito e a giocatori che smettono di seguire i vostri comandi e capirete di Blood Bowl : Death Zone si salva molto poco. Certo il gioco costa solo 10€ ed è ancora un’early acces ma, allo stato attuale delle cose, non vale la candela. Peccato perché l’idea di un Blood Bowl più dinamico e di facile approccio ci alletta molto. Le scelte fatte dai ragazzi di Cyanide Studio non sono errate: Il problema sta nella loro implementazione e nella poca rifinitura generale che compromette tutto il prodotto. Per fortuna il gioco è ancora lontano dal rilascio ufficiale e noi confidiamo fortemente nel talento e nella passione dei ragazzi di Cyanide Studio che hanno già dimostrato più volte le loro capacità.
Finchè qualcuno nel mondo sognerà di fare meta nei panni di un Nano, effettuerà un passaggio lungo con un goblin o prenderà a mazzate un giocatore avversario con un temibile troll il Blood Bowl non morirà mai.