Crash Bandicoot 4: It’s About Time è, come suggerisce il numero dopo il titolo, il seguito di Crash Bandicoot 3: Warped. Un seguito che arriva dopo “solo” 22 anni. Salute. Dietro a questa ripresa della saga non c’é Vicarious Visions (Crash Bandicoot N.Sane Trilogy), non c’é Beenox (Crash Team Racing Nitro-Fueled), ma c’é Toys For Bob che, già forti del successo raccolto sulla Spyro Reignited Trilogy, cancellano quanto fatto dal 2000 nella saga del marsupiale più famoso del mondo dei videogiochi e cercano di proporre un titolo che mischia tradizione ed innovazione in un’operazione dove molti altri hanno già fallito? Ci saranno riusciti?
Prima di proseguire nella recensione, voglio dare un po’ di contesto a quello che andrò a scrivere. Fu lo stesso Crash Bandicoot, molti anni fa, a convincermi ad abbandonare le console Nintendo in favore di PlayStation. Certo, a farmi definitivamente innamorare contribuirono poi i molti port di picchiaduro arcade e Final Fantasy VII, ma il primo passo di quella decisione lo presi a causa di Crash Bandicoot 2. Come molti fan, abbandonai la serie poco dopo Crash Bash, quando The Wrath of Cortex si rivelò un titolo pessimo (e gli ho dato anche una seconda possibilità con Twinsanity). Successivamente, seguendo il cannovaccio, sono tornato ad amare Crash con la N.Sane Trilogy e con Crash Team Racing e non vedevo l’ora di mettere le mani su questo Crash Bandicoot 4.
Un turbine di tempo e spazio
Fatta questa doverosa premessa, procediamo con ordine e facciamo subito un appunto: non avevo mai visto un Crash Bandicoot così profondo dal punto di vista della storia. Non solo si cita tutto quello che è successo nella trilogia originale, ma si andrà anche a indagare su quello che è successo prima del primissimo Crash Bandicoot. Non dico di più per evitare spoiler di sorta. La storia in sé sembra la solita premessa da platform: nel tentativo di liberarsi dalla loro prigione temporale, gli scienziati cattivi della serie (N.Tropy, N.Cortex, N.Brio e N.Gin), insieme a Uka Uka generano una crepa nello spazio tempo al costo, almeno sembra, della vita della maschera malvagia. L’avvenimento libera le 4 maschere quantiche che subito avvisano Aku Aku dell’accaduto e prontamente Crash e Coco si mettono in viaggio per fermare i cattivi.
Una trama classica, no? In partenza sì, ma il modo in cui si svilupperà sarà molto moderno con Crash e Coco che visiteranno molte dimensioni diverse e incontreranno nuovi alleati e nemici (tra cui anche N.Oxide che finalmente debutta anche nella parte platform della serie). Alla fine niente sarà come sembra e ho davvero apprezzato le svolte di trama più “sorprendenti.” Così come ho apprezzato tantissimo la comicità di cui è permeato il gioco che abbandona le terribili battute “da cinepanettone” di cui Crash sembrava essersi fatto portatore negli ultimi anni e gioca molto di più sull’ironia, il sarcasmo e l’andare sopra le righe senza, però, snaturare i personaggi e gli eventi.
Un turbine di tradizione ed innovazione
Passiamo al gameplay e anche qui, alla partenza, ci sono ben poche sorprese. I comandi proposti sono quelli classici: con un pulsante si salta (e si può eseguire un doppio salto ripremendolo), con uno si esegue il tipico turbine di Crash e con un terzo ci si abbassa o si scivola, comando che permette anche di saltare più in alto. All’avvio potremo scegliere se giocare in modalità retro, ovvero vite limitate con una nuova che viene guadagnata ogni 100 frutti Wumpa, o modalità moderna, vite infinite e i frutti Wumpa servono solo ai fini delle gemme (ci torniamo dopo). Un’altra aggiunta è una piccola ombra gialla che fa vedere dove cade il proprio personaggio (anche questa è disattivabile dal menù delle opzioni). Ogni livello si sviluppa o in orizzontale, in visione isometrica o in verticale e si muore (spesso) per via dei nemici, delle cadute nel vuoto o delle casse di TNT e Nitro a cui, oltretutto, si aggiungono delle nuove casse di Wumpa che emettono fiamme. Oltre a quest’ultime l’unica altra novità lato casse è l’inserimento di una cassa pulsante temporizzata.
Una prima dose di innovazione lato gameplay viene però portata dalle maschere. Se Aku Aku ha sempre la solita funzione, lo stesso non si può dire per le maschere quantiche, ognuna delle quali introduce delle nuove meccaniche: Lani-Loli, la maschera azzurra, permette di saltare tra due diverse dimensioni facendo apparire o scomparire degli oggetti nel livello. Akano, la maschera viola, rende il turbinio di Crash/Coco più potente anche se meno controllabile, permettendogli anche di “volare” per un breve tratto. Kupuna-Wa, la maschera gialla, permette di rallentare il tempo per qualche secondo. Infine Ika-Ika, la maschera verde, rovescia la gravità di Crash/Coco permettendo loro di camminare sul soffitto. Se credi che queste meccaniche di gioco non saranno sfruttate al massimo, ricrediti subito perché spessissimo dovrai pensare fuori dagli schemi per completare un livello.
L’altra novità a livello di gameplay arriva dai personaggi aggiuntivi. Se Coco è un semplice reskin di Crash e i due sono intercambiabili sempre, discorso diverso vale per Tawna, Dingodile e N. Cortex. Questi tre dovranno prima essere sbloccati affrontando dei livelli unici per loro e poi saranno resi disponibili anche in dei livelli secondari (con un bel po’ di backtracking), riconoscibili perché durante la normale run di questi succede qualcosa di strano ed esterno (sottolineato da Crash/Coco con un !?).
In quest’ultimi potranno essere usati per metà e il resto sarà una variante più difficile del livello classico. Ogni personaggio aggiuntivo ha un gameplay proprio. Tawna è agile e può sparare il suo rampino per muoversi velocemente o attaccare a distanza. Dingodile è lento, ma ha un aspirapolvere come arma con cui può levitare o lanciare le casse di TNT. N.Cortex è quello meno agile di tutti (non ha neanche un doppio salto), ma può scattare orizzontalmente in avanti e ha un blaster che trasforma i nemici in piattaforme.
I livelli stessi sono creati in modo da non farti mai sapere cosa aspettarti dietro l’angolo: non mancano ovviamente le fasi in cui dobbiamo scappare verso lo schermo o quelle dove usiamo un motoscafo o cavalchiamo Polar. Ci sono anche delle sezioni nuove dove scivoleremo su una sbarra orizzontale. Tutti i livelli (compresi quelli secondari) sono disposti su una serie di mappe che ricordano molto (per la mia gioia) Crash Bandicoot 1.
Lo ammetto, vedendo inizialmente che per ogni isola c’erano solo 3/4 livelli, ho un po’ storto il naso, ma non ti far ingannare perché in realtà Crash Bandicoot 4 It’s About Time ha una longevità colossale: i livelli regolari sono in tutto 45 e ognuno di questi è in realtà doppio visto che, ad un certo punto, sbloccheremo la possibilità di giocarne una variante invertita e in un’altra dimensione.
Inoltre, va detto che il livello di difficoltà che Crash Bandicoot 4 raggiunge è abnorme e la curva di apprendimento è anche molto ripida visto che da per scontato che si sia giocata almeno la Crash Bandicoot N. Sane Trilogy. Verso metà gioco la sfida è talmente elevata da essere paragonabile ai livelli del 1° Crash Bandicoot (considerato il più difficile della trilogia originale). Non ti basta? Ci sono tutti i collezionabili da raccogliere: 3 gemme ottenute raccogliendo frutti wumpa, 1 per tutte le casse, 1 se si muore 3 volte o meno, 1 nascosta, 6 gemme colorate ultrasegrete da ottenere in modi particolari, le reliquie delle sfide a tempo e delle reliquie speciali da ottenere completando tutto quanto scritto sopra in una run in cui non si può morire! Non ti basta? Ci sono anche dei nastri VHS che possono essere raccolti solo se si arriva fino ad essi senza mai morire e che sbloccano 21 livelli bonus.
Quest’ultimi livelli, chiamati livelli Flashback, si svolgono prima di Crash Bandicoot 1 e sono dannatamente difficili. Mentre sto scrivendo queste parole sono riuscito a completarne solo 5 su 21. Si sviluppano completamente in orizzontale e metteranno davvero a dura prova le tue capacità di platforming. Non ti basta ancora? Ci sono tutte le numerose skin da sbloccare e usare e ci sono ben tre modalità per due giocatori: due che permettono di costruire sifde 1vs1 (una a chi rompe più casse e una a chi ci mette meno a finire il livello) ed una che è una vera e propria strizzata d’occhio al passato visto che permette di affrontare il gioco passandosi il joystick e alternando tra Crash e Coco a ogni morte o a ogni checkpoint. Crash Bandicoot 4 It’s About Time è un gioco davvero enorme e pieno di opzioni.
Un turbinio di colori e suoni
Passiamo infine a valutare la parte tecnica di Crash Bandicoot 4 It’s About Time che, come puoi ben vedere dagli screen, è assolutamente stupefacente. L’intero gioco è realizzato con uno stile grafico coloratissimo e gommoso che riprende quanto già visto in Crash Bandicoot N. Sane Trilogy e lo migliora e porta all’estremo. Alcuni effetti di luce presenti sono semplicemente perfetti e rendono la resa complessiva del titolo meravigliosa, ma non solo. Un ulteriore pregio della grafica di Crash Bandicoot 4 è che si, questa è lucente e moderna, ma non tradisce gli stilemi che avevano fatto la gloria della trilogia originale. I colori e gli elementi di ogni genere (molti dei quali nascondono delle easter egg) popolano ogni singolo livello e persino le stesse mappe del gioco.
A tal proposito non si può che elogiare il design di Crash Bandicoot 4 It’s About Time, sia che si tratti di level design che dello stile utilizzato per modernizzare i vari personaggi presenti. Questi non appaiono snaturati o deformati come era apparso nei titoli della serie per PlayStation 2/3. Lo stesso si può dire anche per i nemici e i pericoli che si frappongono tra i nostri eroi e la fine del gioco. L’intero lavoro sembra essere stato realizzato tenendo ben a mente la tradizione che ha reso Crash Bandicoot famoso, ma senza chiudere un occhio verso un’innovazione decisamente necessaria. A tal proposito, avevo grossi dubbi sul nuovo design di Crash che mi sembrava un po’ storto, ma sono felice di vedere che questo rende benissimo all’interno del titolo.
Concludendo il discorso sulla realizzazione grafica, se c’é un momento in cui questa brilla davvero all’interno di Crash Bandicoot 4 It’s About Time è nei livelli N.Vertiti. Questa versione alternativa dei livelli regolari non si limita a scambiare la sinistra con la destra, ma immerge tutto in una qualche dimensione alternativa che cita il livello originale, ma lo altera rendendolo alieno, sinistro e assolutamente capace di incantare il giocatore. Gli sviluppatori l’hanno anche sfruttata per citare il famoso WHOA! Meme (non ti dico come però, sta a te scoprirlo).
Per quanto riguarda la parte sonora del gioco, non posso che ripetere quanto già detto: in Crash Bandicoot 4 It’s About Time gli sviluppatori hanno citato il più possibile la tradizione della trilogia originale, aggiungendo però le loro innovazioni. Questo si riflette quindi anche sulla colonna sonora che è davvero perfetta per quanto sia difficile darle attenzione nelle fasi più concitate del gioco. Gli effetti sonori sono alla pari ottimi così come il doppiaggio e le voci dei personaggi. Nessun meme involontario stavolta, ma ogni voce è appropriata alla figura che va ad animare e non ci sono dialoghi senza senso o involontariamente comici. Considerando che questa cosa era stata pesantemente sbagliata in passato, ne sono più che felice.
Il turbinio che tutti stavano aspettando
Arrivato in fondo a questa recensione, dire che Crash Bandicoot 4 It’s About Time sia un bel gioco appare quasi scontato. Non è completamente perfetto, per chi non è abituato a certi livelli di sfida, la difficoltà è frustrante, alcune scelte di gameplay possono far storcere il naso ai puristi, i comandi a volte sono un po’ scivolosi e, personalmente, avrei voluto vedere un maggior utilizzo di cattivi classici come Tiny, Pinstripe, Ripper Roo, ecc ecc. Tuttavia questi sono piccoli dettagli che non hanno minimamente rovinato la mia esperienza di gioco e, visto che la perfezione assoluta non esiste, per me questo gioco è comunque un 9 pieno, se sei fan del genere platform. Sia da fan della saga che da possibile new entry al genere dei platform.
Mentre giocavo riflettevo su una cosa: molti degli elementi del gioco sembrano ripresi direttamente da Twinsanity e da The Wrath of Cortex. Le maschere elementali, più personaggi diversi da utilizzare, livelli più lunghi, un’ambientazione quasi open world. Ci sono tanti tanti punti in comune al punto che questo Crash Bandicoot 4 It’s About Time sembra una versione migliore di entrambi.
Un chiaro segno di come anche dietro quei titoli ci fossero buone idee, ma di come si fosse fallita completamente la realizzazione. Vale quasi 70 euro? Personalmente si. Non è un gioco che finirai in poco tempo e, anzi, ti terrà compagnia molto a lungo, soprattutto se ti piace completare al 100% un titolo. Certo, devi essere un fan del genere platform (o almeno interessato a questa tipologia di giochi) e devi avere una bella sopportazione delle molte morti che dovrai subire, ma ne vale la pena. Crash Bandicoot 4 It’s About Time è attualmente disponibile per PlayStation 4 e XBox One, ma si immagina già un possibile port futuro anche verso Steam e Nintendo Switch.