Dopo la prima era sulla scatoletta grigia, il nostro marsupiale è sbarcato anche sulla seconda PlayStation.
Crash Bandicoot durante quest’epoca ha subito diversi restyle non solo dal punto di vista del design del personaggio, ma anche dal punto di vista del gameplay. L’era PlayStation 2 è sicuramente la più “fiorente” dal punto di vista quantitativo (parliamo di ben 6 titoli), ma non sicuramente dal punto di vista qualitativo, eccezion fatta per qualche buon titolo, come analizzerò più avanti.
L’era PlayStation 2 e il declino della serie
La serie, non più in mano a Naughty Dog, perderà pian piano il suo smalto, tra imitazioni dei titoli della trilogia originale e reboot anche buoni dai punti di vista tecnici, ma accolti molto male dal pubblico per via della perdita della struttura originale della serie. Siediti comodo, allaccia le cinture di sicurezza e prepara i sacchetti per il vomito se non sei abituato a montagne russe di questa portata, tra punti alti e punti molto, molto bassi del franchise Crash Bandicoot.
Crash Bandicoot: L’ira di Cortex
Il primo Crash Bandicoot della nuova generazione di console è uscito nel 2001 per PlayStation 2, Xbox e GameCube ed è anche il primissimo titolo del franchise ad essere rilasciato non più come esclusiva PlayStation, ma anche su altre piattaforme. Sviluppato da Traveller’s Tails, non è purtroppo un titolo memorabile.
Tecnicamente è il seguito diretto di Crash Bash e quarto capitolo ufficiale della serie originale, tantè che il titolo giapponese per questo videogioco è Crash Bandicoot 4: Sakuretsu! Majin Power. Non sappiamo se Crash Bandicoot 4: It’s About Time (in uscita a Ottobre) si incastrerà perfettamente anche con questo titolo piuttosto che snaturarne e cancellarne la storia.
La storia di Crash Bandicoot: L’ira di Cortex inizia con i nostri amati protagonisti, Crash e Coco, che si stanno rilassando nella loro isola, quando una serie di cataclismi (tra cui un’eruzione vulcanica e uno tsunami) devastano l’isola. L’artefice di questi strani eventi è Uka Uka, che ha liberato le maschere elementali, dotate di incredibili poteri. Oltre queste maschere, Crash affronta anche il nuovo esperimento di Cortex: Crunch Bandicoot.
Con l’aiuto della nuova sala del teletrasporto progettata da Coco, Crash batte le maschere elementali e successivamente anche Crunch in uno scontro nella stazione spaziale di Cortex. Una volta sconfitto, viene liberato anche Crunch che si rivela essere telecomandato da Cortex sin dal loro primo incontro. Uka Uka, infuriato per l’ennesimo fallimento di Cortex, cerca di distruggere lo scienziato pazzo, ma ciò provoca l’esplosione della stazione spaziale. Crash Bandicoot, Coco e Crunch si salvano grazie ad una navetta spaziale mentre Cortex e Uka Uka precipitano in Antartide con una capsula di salvataggio.
Tendenzialmente il gameplay è lo stesso di Crash Bandicoot 3: Warped, con la classica struttura Warp Room. Più interessante invece è l’introduzione delle maschere elementali che daranno filo da torcere a Crash e Coco, cambiando completamente anche lo scenario di gioco; non dimentichiamoci poi dell’introduzione di un altro personaggio chiave che prenderà spazio nei titoli successivi: Crunch Bandicoot.
L’accoglienza del titolo è stata tendenzialmente più che sufficientemente buona, ma sicuramente non all’altezza della trilogia originale, che cerca di imitare ma non riesce, purtroppo, a brillare in nessun campo. Un titolo che avremmo anche fatto a meno di vedere.
Crash Nitro Kart
Qui è bene fare una precisazione: con Crash Team Racing si sono formate due storie o linee temporali parallele, che si incontrano solo in alcuni punti. Crash Nitro Kart è stato rilasciato ufficialmente nel 2003 per PlayStation 2, Xbox e GameCube e sviluppato da Vicarious Visions; è il seguito spirituale di Crash Team Racing.
La trama, essendo un kart game, non è sicuramente delle più contorte: Crash Bandicoot viene rapito, insieme a Coco, Crunch, Cortex ed altri personaggi secondari giocabili, dall’imperatore Velo che, avendo saputo dell’abilità dei terrestri sui kart, li sfida in una serie di gare nel suo pianeta. La posta in palio è alta: il futuro del pianeta Terra. I finali sono 2, a seconda che affrontiate l’avventura con la squadra di Crash o con quella di Cortex.
Il finale di Crash, mostra Velo concedere al marsupiale tutti i suoi territori. Crash rinuncia allo scettro di Velo chiedendo invece di essere rispedito a casa con i suoi amici. Il finale di Cortex, invece, vede Velo non voler concedere lo scettro al perfido scienziato, che però glielo strappa dalle mani finendo però per romperlo, teletrasportandolo via dal pianeta.
Le innovazioni portate da Crash Nitro Kart non sono tantissime, essendo evidentemente non solo un seguito spirituale di Crash Team Racing, ma anche una sorta di copia per la nuova generazione. Non un brutto titolo sicuramente, molte piste introdotte anzi sono veramente ottime e diventate iconiche (tantè che sono state tenute su Crash Team Racing: Nitro Fuelled), ma il confronto con la piccola perla uscita su PlayStation One non regge.
Crash Twinsanity
Innovativo, colorato, dannatamente divertente. Crash Twinsanity è sicuramente il titolo meglio riuscito dell’era PlayStation 2. Il gioco è uscito nel 2004 per PlayStation 2 e Xbox, ed è rimasto nella memoria collettiva dei fan grazie a una storia ricca di colpi di scena e ost pazzesche, essendo state registrate interamente a cappella.
Raccontare brevemente la trama del gioco è veramente arduo, ma ci proverò: la storia ha luogo 3 anni dopo gli eventi di Crash Bandicoot: L’ira di Cortex. Una volta liberatosi dal ghiaccio, Cortex continua con i tentativi di eliminare per sempre Crash, e per farlo sta volta chiede aiuto a una decina di suoi “colleghi”. Paralizzata Coco e preso le sue sembianze, Cortex attira il nostro marsupiale in una trappola, dove tuttavia ne esce vincitore. Crash e Cortex a questo punto litigano e rotolano all’interno di una caverna in cui fanno la conoscenza di due pappagalli gemelli super intelligenti provenienti dalla decima dimensioni: Victor e Moritz.
L’intento dei pappagalli è vendicarsi su Cortex, che tuttavia non si ricorda di loro. Una volta fuggiti, Crash e Cortex stipulano un’alleanza per impedire ai due gemelli malvagi di conquistare la Terra. Lo strano duo, a questo punto, si dirige alla base segreta di Cortex, situata in mezzo ai ghiacci, dove è presente lo Psychetron, un macchinario in grado di teletrasportarli nella decima dimensione. Dopo alcuni tentativi, guasti e cristalli del potere, i due raggiungono l’accademia del male in modo tale da reclutare la nipote di Cortex: Nina.
Qui Cortex recupera la memoria: Victor e Moritz non sono nient’altro che le prime cavie dell’Evolvo Ray dello scienziato. L’esperimento andó male e i due vennero teletrasportati nella decima dimensione. In questa dimensione, infine, ci arriva anche la nuova squattrinata alleanza che infine sconfigge i gemelli malvagi, che vengono poi divorati dall’alter ego di Crash situato nella decima dimensione: Evil Crash.
La maggior differenza rispetto ai precedenti capitoli della serie riguarda la struttura dei livelli: la caratteristica struttura “a tunnel” viene sostituita (ad eccezione dei livelli con Cortex o Nina) da uno pseudo-free roaming che permette di rigiocare i precedenti capitoli in qualsiasi momento semplicemente ritornando nel luogo corrispondente.
L’accoglienza è stata ottima da parte sia dei consumatori che dalla critica; un titolo che meriterebbe, più di altri, un remake su PlayStation 4.
Crash Tag Team Racing
Uscito nel 2005 per PlayStation 2, Xbox e GameCube, il nuovo titolo di guida a tema Crash Bandicoot porta una ventata di aria fresca e novità, viste le ruggini formatosi con Crash Nitro Kart.
La storia dovrebbe continuare da dove era finito Crash Twinsanity: il Dr.Cortex vuole eliminare (come sempre) Crash, e l’occasione gli si presenta quando Von Clutch, il proprietario di un parco di corse, decide di chiudere le piste. Cortex pensa così di attirare li Crash Bandicoot in modo tale da creare trappole mortali nei tracciati; i suoi piani però cambiano quando Von Clutch invece decide di organizzare delle nuove corse: chi fosse riuscito ad ottenere tutte le gemme del potere dei suoi parchi, ne diveniva il proprietario.
La mascotte del parco Willie Wumpa, però, ruba non solo tutte le gemme del parco, ma anche la gemma vitale di Von Clutch, che infatti finisce K.O. Crash alla fine riesce a fermare Willie e salvare il proprietario del parco di corse.
Invece di esserci delle casse come nei precedenti giochi di macchine di Crash, ci saranno degli oggetti come Scrigni, Farfalle, Faccia da Teschio, Talismani e pezzi di Urano in cui potrai trovare armi speciali da gettare addosso agli altri giocatori. Ogni auto è dotata inoltre di potenti razzi acceleratori. In generale, i power up e il fattore distruzione sono gli elementi chiave del bizzarro titolo di guida.
Crash of the Titans
E qui, signori miei, potrei scriverci un’articolo a parte. Semplicemente uno dei reboot più contestati di sempre. Crash of the Titans uscì nel 2007 su una quantità industriale di piattaforme: PlayStation 2, PlayStation Portable, Xbox 360, Wii, GameBoy Advance e Nintendo DS.
In questo reboot della serie Crash Bandicoot, il Dr. Cortex (doppiato in italiano dal Mago Forest), su suggerimento di Uka Uka, rapisce Coco e congela Crunch (che si stavano beatamente divertendo con Crash) in modo tale da non avere ficcanaso tra i piedi mentre lo scienziato usa il suo Evolvo Ray per trasformare la fauna locale in titani da soggiogare. L’intento del malvagio scienziato (seguito chiaramente dai sui tirapiedi) è sfruttare la forza dei titani e l’aura magica dell’isola Wumpa per creare lo Sterminatore.
Il robot Sterminatore servirà a Cortex per distruggere l’isola Wumpa e conquistare l’intero pianeta (come sempre). Il viaggio di Crash lo porterà a “cavalcare” i titani e sfruttare i loro poteri per poter salvare Coco. Nel finale, Crash libera la sorella e costringe Cortex e la nipote Nina alla ritirata strategica.
In Crash of the Titans sono stati introdotti degli elementi in stile picchiaduro, con Crash capace di effettuare delle combo di calci e pugni e in grado di resistere a più di un colpo prima di perdere una vita; in questo episodio infatti ci sarà una barra di energia, che potrà essere recuperata raccogliendo i frutti Wumpa; di conseguenza Aku Aku perde il suo classico ruolo di protettore, anche se potrà essere usato come scudo o come skateboard. Inoltre si potrà anche correre sui muri.
Tendenzialmente è rimasto ben poco del vecchio e caro Crash Bandicoot. Come detto, i titani sono l’elemento fondamentale all’interno del gameplay.
Un ottimo titolo per PlayStation 2 a dirla tutta, divertente e dinamico. Peccato solo che si chiami Crash Bandicoot. I fan infatti hanno attaccato duramente questo reboot e, oltretutto, il restyle degli iconici personaggi. Scelta coraggiosa, ma non molto azzeccata.
Crash: Il Dominio sui Mutanti
Pensavi che dopo il duro attacco a Crash of the Titans, non si sarebbe mai più parlato di reboot? Sierra non la pensó come noi poveri mortali e nel 2008 pubblicò il sequel di Crash of the Titans su PlayStation 2 (che era ormai sulla via del tramonto), PlayStation Portable, Wii e Nintendo DS.
La storia inizia ad un anno dagli eventi di Crash of the Titans; Cortex, una volta sconfitto e tradito dalla sua nipote Nina, abbandona quest’ultima in una scuola del male da lui fondata, mentre va a riconciliarsi con il suo vecchio braccio destro, N.Brio. Una volta discusso, N.Brio mostra a Cortex la sua ultima invenzione: l’NV, un casco in grado di controllare la mente e rendere anche il più innocuo coniglietto, una feroce bestia.
Tramite inganno, anche i nostri cari Bandicoot cadono vittima dell’NV, ad eccezion fatta per Crash (che non ha praticamente cervello). Una volta salvato Crunch e Coco, Crash e Aku Aku si dirigono alla scuola del male per potersi alleare con Nina Cortex, ai ferri corti con lo zio. I piani di Cortex ovviamente falliscono e, una volta sconfitto, scappa a gambe levate. La pace è nuovamente ristabilita, ancora una volta, nell’isola Wumpa.
La struttura del gioco, così come il gameplay sono praticamente la fotocopia di Crash of the Titans, non essendoci grossissime novità se non l’introduzione di nuovi titani da controllare. Il titolo segna anche l’inizio del periodo di ibernazione della serie Crash Bandicoot, di cui non si rilasceranno altri titoli importanti per molto, troppo tempo.