Arrivato da qualche giorno sui vari store, Creatures of Ava era accompagnato da una corte di aspettative e curiosità. Lo stesso titolo aveva infatti attirato critica e giocatori grazie a uno stile artistico colorato e ottimamente realizzato, e una premessa molto rara nei giochi odierni, ovvero la totale mancanza di azioni violente da parte del giocatore. Un mondo ricco di creature da salvare, pericoli da evitare e una piaga da combattere unicamente con pochi strumenti, con questo incipit Creatures of Ava ci ha accompagnati nel suo percorso, il quale racchiude davvero un grande messaggio ma con alcune scelte di gameplay e tecniche poco riuscite.
Il titolo di Inverge Studios titolo si colloca nel genere dei giochi d’avventura, con una forte impronta di esplorazione e un’atmosfera affascinante, rilassante ma anche con qualche tono oscuro, ambientato su un pianeta alieno popolato da creature uniche e caratterizzato da un’estetica colorata e stilizzata. Questo è il principale punto di forza di Creatures of Ava.
Il pianeta è caratterizzato davvero bene, con diversi biomi, villaggi affascinanti, popoli da conoscere e tantissime creature da trarre in salvo una volta addomesticate. L’esplorazione, dopo un primo momento un po’ forzato utilizzato come espediente per insegnarci le basi del gameplay, è abbastanza libera, ma per poter accedere alle nuove aree avremo spesso bisogno di sbloccare le nuove abilità della giovane Vic, la protaonista, un po’ come accade nei vari metroidvania.
Creatures of Ava: un pianeta da salvare
La trama del titolo si sviluppa proprio attorno a Vic, protagonista che si ritrova su un pianeta alieno con il compito di curare le creature locali dall’infezione nota come “Withering”. Questa minaccia sta piano piano divorando tutto il pianeta,: piante, abitanti e le creature ne stanno pagando le conseguenze, con queste ultime che, una volta infette, hanno sviluppato anche un’incontrollabile aggressività tra di loro e con gli abitanti.
Dopo essere inizialmente sfuggita dalla sua navicella spaziale in fiamme, Vic incontra un archeologo locale che la guida nell’utilizzo di un antico artefatto capace di guarire le creature e ripulire il pianeta, un misterioso flauto che dovremo puntualmente suonare tramite un minigioco per riprodurre le stesse melodie emesse dalle creature.
La narrazione, così come la progressione nel gioco stesso è profondamente legata dalla scoperta di nuove abilità che permettono a Vic di interagire con l’ambiente circostante e con le creature che lo popolano in diversi modi. Purtroppo la varietà di queste nuove abilità non è ampia, e dopo poche ore di gameplay ci ritroveremo a ripetere sempre le stesse cose, con un loop che, esplorazione a parte, può annoiare facilmente.
La fiaba del pifferaio magico
Esplorazione a parte, il gameplay di Creatures of Ava è centrato sulla cattura non violenta delle creature del pianeta. Il gioco si sviluppa in quattro regioni distinte, ognuna con il proprio ecosistema, paletta cromatica, tratti caratteristici e creature. Una volta entrati in contatto con una creatura che vogliamo addomesticare. dovremo far suonare il flauto a Vic tramite il minigioco. Se riusciremo a riprodurla correttamente (non è quasi mai difficile), la creatura inizierà a seguirci.
La meccanica più interessante di Creatures of Ava è quella che ci vede poter comandare direttamente lea creatura addomesticata, muovendola sulla mappa e facendole compiere azioni uniche che ci serviranno per risolvere diversi enigmi ambientali e aprirci nuovi percorsi. Fin qui il gioco si presenta come un classico gioco di collezione di creature, ma le cose si fanno poco più interessanti e più monotone quando dovremo addomesticare creature infette.
In questo caso Vic utilizzerà un bastone, ma non per combattere le creature, bensì per guarirle tramite un raggio magico. L’operazione richiederà qualche tempo durante il quale la o le creature ci attaccheranno, e tutto ciò che noi potremo fare sarà quello di spostarci, saltare, schivare e, per lo più, correre in tondo. Dopo poco questa meccanica annoia proprio perché il combattimento non diventa mai dinamico, neanche sbloccando le abilità di Vic.
Tecnicamente a metà
Non mancano inoltre beghe tecniche nel mentre si controllano più creature, con le stesse che si fondono con ambienti, diventano difficili da selezionare perché inglobati da cespugli e altro. Difetti che infastidiscono un po’ ma non più di tanto. Grazie a un compendio del mondo davvero ricco che farà la gioia dei completisti, saremo incoraggiati a fotografare le creature per documentare le loro caratteristiche e guadagnare bonus.
Visivamente, Creatures of Ava è un’esperienza molto appagante, sia per la cura nella costruzione del mondo di gioco, sia per le creature che la popolano pieno di colori e creatività. Sul fronte tecnico, il gioco soffre di alcuni problemi, come alcuni (sporadici) cali di frame-rate, texture che scompaiono o lampeggiano, e quello menzionato poco sopra delle compenetrazioni.
Il gameplay comunque risulta il problema più grosso di Creatures of Ava, con poca dinamicità sia nell’esplorazione, dove dopo poco gli enigmi da risolvere saranno tutti uguali, ma soprattutto nella cattura delle creature, monotona e con poca enfasi.