Viviamo un’epoca in cui la nostalgia è un sentimento diffuso ed imperante, cui nemmeno i videogiochi si sottraggono. È quindi normale vedere tanti titoli indie che, per varie ragioni, rievocano le generazioni passate; con un occhio di riguardo per le generazioni a 8 e 16 bit, amatissime e per certi versi rivoluzionarie.
Il passo da omaggio a copia è molto breve: talvolta, come nel caso di Creepy Brawlers assistiamo ad operazioni che i giocatori più longevi ricordano essere tipiche delle cartucce bootleg.
Pratica diffusa negli anni ’90, specie nei paesi oltre la cortina di ferro, consisteva nel prendere un titolo di successo e modificare gli sprite dei personaggi e talvolta anche le ambientazioni, ottenendo così un titolo del tutto nuovo.
È esattamente quanto fatto da Mega Cat Studios, in cui i programmatori hanno preso il classico Punch Out sostituendo agli avversari mostri da film horror che combattono in inquietanti set cinematografici piuttosto che in più confortanti ring. Per aumentare la sensazione di omaggio al passato, gli sviluppatori si sono spinti al punto di creare una autentica e funzionante cartuccia per NES (e Famicom) con tanto di box cartonato e manuale, in vendita direttamente sul sito ufficiale.
Tornando a Creepy Brawlers, dicevamo che è un titolo che mescola la boxe classica con l’horror cinematografico; un qualcosa di mai visto, anche abbastanza bizzarro, ma che potrebbe anche funzionare. Non in Creepy Brawlers, beninteso.
Pugilato e film horror
Combatteremo nei panni di un pugile sconosciuto, che per comodità chiameremo Little Mac, il quale si sveglia nel bel mezzo di un torneo di boxe con partecipanti mostruosi e senza ricordarsi come ci sia finito. La storia inizia a svelarsi combattimento dopo combattimento, man mano che avanziamo.
Il torneo è anche abbastanza insidioso: se veniamo sconfitti, il pugile muore ed è game over. Quindi Creepy Brawlers è anche un survival horror.
Gli avversari che andremo affrontando sono stati naturalmente pescati dalla mitologia horror e comprendono grandi classici, tra zombie, spose cadaveri, lupi mannari alieni ecc… Incontrandoli noteremo quasi subito che ognuno di essi combatte seguendo un proprio schema; basterà osservarli per capire quando schivare e quando mettere a segno una gragnuola di colpi.
Inoltre, schivare con tempismo perfetto ci consentirà di ottenere un attacco potente, che verrà segnalato da un improvviso lampeggiare dei nostri guantoni.
Gli incontri si svolgono in maniera abbastanza normale: entrambi i contendenti hanno a disposizione un barra di resistenza, azzerata la quale fa partire il conteggio. L’arbitro che effettua il conteggio è chiaramente ispirato a Mano della Famiglia Addams ed interviene solo le prime due volte, dal momento che il pugile messo al tappeto per la terza volta va incontro al KO immediato.
In avvio di gioco, un breve tutorial ci mostrerà i comandi base: sono molto simili a quelli del già citato Punch Out (condivisi dalla maggior parte dei titoli di boxe dell’epoca), con piccolissime differenti. Il tutorial può comunque essere saltato.
Nonostante la semplicità dei comandi, non sempre funzionano come dovrebbero. Spesso durante la partita si assiste ad un ritardo negli input, non solo ingiustificato ma anche dannoso dal momento che il tempismo, sia in attacco che in difesa, è fondamentale.
Ad ogni nuovo incontro, e quindi avversario, dovremo inevitabilmente concedere qualcosa: non esiste modo di anticipare gli attacchi avversari a meno di conoscere la loro routine, cosa impossibile in avvio di match.
Tutto quello che funziona in Punch Out, qui rimane teoria sullo sfondo: detto del lag nei comandi, anche la parata è totalmente inefficace, costringendoci ad utilizzare solo le schivate laterali come se fossimo in uno dei portatili Tiger degli anni’80.
Mad Cat Studios è riuscita a restituire in tutto e per tutto il feeling delle cartucce bootleg: all’epoca infatti avremmo pensato che il gioco fosse “rotto”, non conoscevamo il termine buggato, un’evenienza tutt’altro che rara.
A giudicare da quello che vediamo nella modalità allenamento, il gioco contiene un’infinità di combattimenti per sbloccare i quali serve più tempo di quello che ognuno di noi sarebbe disposto a passare su Creepy Brawlers; il gioco riesce ad essere talmente poco interessante e frustrante che se avessi acquistato la famosa cartuccia, l’avrei utilizzata come tiro al bersaglio come un Angry Videogame Nerd qualunque.
La modalità allenamento manca inoltre di qualunque tipo di salvataggio: sia i tempi registrati durante i combattimenti che gli obiettivi raggiunti non vengono tenuti in memoria una volta spento il gioco. Gli sviluppatori avranno pensato di fare una cosa simpatica, in stile NES ma è completamente insensato.
Sia per quanto riguarda il comparto grafico che per quanto riguarda quello sonoro c’è ben poco da dire: la grafica ricalca in tutto e per tutto il già citato Punch Out, con i nemici in media grandi il doppio del nostro pugile, cui sono state applicate per l’occasione le texture da mostri hollywoodiani.
Il sonoro non brilla, risultando finanche fastidioso con effetti e musiche di scarsa qualità.