Il JRPG è senza alcun dubbio uno dei generi più popolari di sempre, ma al contempo uno di quei generi che, più degli altri, ha dovuto adattarsi e mutare per sopravvivere nel mondo videoludico odierno. Il perché è presto detto: il gioco di ruolo a turni nipponico ha da sempre fatto del suo incedere lento e dei suoi tempi dilatati un perno su cui far poggiare produzioni storiche come i vari Final Fantasy e Dragon Quest, una lentezza che, al giorno d’oggi, pochi giocatori riescono a digerire.
Uno degli esempi più “recenti” di questa constatazione è senza dubbio Kingdom Hearts II, che nel lontano 2006 metteva i giocatori nei panni di Roxas per circa sette o otto ore prima di farli ricongiungere con Sora, effettivo protagonista della storia e della serie, facendo sì che queste ore di gioco a Crepuscoli risultassero solo un lungo prologo e tutorial.
Per quanto io personalmente ami il genere e il titolo in questione, ciò che da quindici anni frena il mio intento di giocare una seconda run è proprio questa sezione introduttiva eccessivamente lunga riconoscendo quindi che alcuni capisaldi del JRPG (ricordando però che la serie Kingdom Hearts non rientra nei canoni del JRPG, quanto nell’Action GDR) al giorno d’oggi possono tramutarsi in difetti.
La quantità sempre maggiore di uscite di spessore non fa altro che alimentare la personale “pila della vergogna” di ogni videogiocatore che si rispetti, e questa è senza dubbio una delle cause principali della diminuzione di popolarità del JRPG di stampo classico tra i videogiocatori (escludendo ovviamente gli appassionati del genere), in cerca di sempre più titoli da completare e archiviare e spesso dediti a evitare produzioni che portino via troppo tempo e magari si rivelino carenti dal punto di vista dell’azione immediata.
Non mancano ovviamente le dovute eccezioni, Persona 5 (specialmente la sua versione Royal) e Dragon Quest XI sono tra i migliori videogiochi (e non solo JRPG, ma in generale) degli ultimi anni, nonostante richiedano una certa quantità di tempo e, specialmente il primo, si rivelino molto lenti nelle fasi iniziali. Per non parlare poi di Red Dead Redemption II, un capolavoro sotto ogni punto di vista che, per quanto non rientri nel genere di cui stiamo discutendo, rappresenta l’emblema della lentezza videoludica.
Questa premessa serve a chiarire un aspetto fondamentale di questa recensione: produrre al giorno d’oggi un JRPG di stampo spiccatamente classico, specialmente se non porta il rispettabile nome Final Fantasy o Dragon Quest, è generalmente un atto coraggioso e Cris Tales rientra a pieno titolo in questo discorso. Il titolo vede al timone ben due studi indipendenti, Dreams Uncorporated e SYCK, che hanno unito le forze per regalarci una lettera d’amore ai JRPG classici, al giorno d’oggi sempre più rari che, pur di sopravvivere, si ibridano sempre più spesso con altri generi.
Domani è un altro giorno… e anche ieri!
Cris Tales accoglie il giocatore in medias res, gettando subito la protagonista Crisbell in una battaglia contro un goblin in un villaggio che sta letteralmente andando in fiamme: non il più spensierato degli inizi! Dopo una serie di scontri che fanno anche da tutorial di base al combat system si arriva subito a una boss fight ed è proprio in questo momento che la narrazione decide di tornare sui binari, abbandonare questo piccolo flashforward, e rendere il giocatore consapevole di cosa stia succedendo.
Dopo il suo burrascoso inizio, Cris Tales parte con una narrazione molto più rilassata, che vede la protagonista Crisbell alla prese coi piccoli problemi di ogni giorno, ben presto però la ragazza farà la conoscenza di Mathias, buffa rana parlante che la aiuterà a scoprire i suoi poteri di Maga del Tempo. Il vero viaggio inizierà dopo questa singolare scoperta e porterà Crisbell e il party che si andrà formando un po’ alla volta allo scontro con la temibile Imperatrice del Tempo, villain capace di far sentire il giocatore costantemente minacciato pur comparendo solo in specifici momenti.
Cris Tales porterà quindi il piccolo gruppo di eroi capeggiato da Crisbell in un viaggio nello spazio e nel tempo che potrebbe cambiare le sorti del mondo intero, l’obiettivo principale rimarrà sempre quello di far acquisire alla protagonista i suoi pieni poteri così da contrastare l’Imperatrice, tuttavia il titolo saprà costantemente metterci davanti a subquest che sarà impossibile non prendere a cuore non tanto per la qualità della scrittura (comunque sopra la media!) quanto perché in ogni momento saremo in grado di vedere in tempo reale a quale futuro condurranno le nostre scelte.
Il titolo infatti prende uno dei canoni più abusati del gioco di ruolo moderno e lo ribalta completamente, rendendo il tutto ancora più efficace. Mi spiego meglio, se si pensa a giochi di ruolo del calibro di The Witcher e Mass Effect viene istantaneamente da pensare alle decisioni che ci troviamo costantemente a compiere nel corso della campagna, scelte che cambieranno drasticamente il corso degli eventi con conseguenze che nella maggior parte dei casi saranno chiare solo dopo parecchie ore di gioco.
Cris Tales invece fa l’esatto opposto! Appena Crisbell risveglierà i propri poteri da Maga del Tempo, lo schermo di gioco nelle fasi di esplorazione verrà tripartito così da mostrare il presente al centro, il passato a sinistra e il futuro a destra. In questo modo qualunque azione compiuta nel presente mostrerà all’istante i propri effetti nel futuro, dando così estrema immediatezza al rapporto di causa-effetto e facendo sì che il titolo possa palesare in maniera unica e approfondita la costruzione di trama e personaggi.
Il poter scrutare costantemente tra le pieghe del tempo infatti offre a Cris Tales la possibilità di imbastire una narrazione unica nel suo genere, costruendo un mondo e presentando dei personaggi che possiamo vedere in tre differenti linee temporali in maniera costante, una trovata geniale per presentare una vicenda a 360 gradi e una vera e propria unicità che può trovare un corrispettivo videoludico solo nel punta e clicca Day of the Tentacle del 1993 di cui comunque Cris Tales evolve l’idea in maniera unica.
Giorni di un futuro gameplay
Come anticipato, il gameplay di Cris Tales omaggia e ricalca gli stilemi dei classici JRPG a turni, tuttavia riesce ad arricchirli con feature uniche che rendono non solo i combattimenti unici e interessanti, ma riescono anche a creare una sorta di ibrido tra un sistema a turni e un costante puzzle game con enigmi da risolvere.
Anzitutto, il nostro party sarà composto da tre elementi. I nostri personaggi si troveranno sempre al centro dello schermo, mentre i nemici ci assedieranno da destra o da sinistra (spesso e volentieri da entrambi i lati), fin qui nulla di innovativo, sembra una classica situazione alla Final Fantasy 6 o 7, ciò che cambia radicalmente le carte in tavola è la possibilità di Crisbell di evocare Cristalli del Futuro o del Passato per mandare i nemici in una differente epoca storica.
Come già succede nelle fasi di esplorazione e nelle subquest, la possibilità di combattere contemporaneamente su tre piani temporali differenti dà vita a situazioni uniche in cui dovremo mettere in moto la testa per analizzare lo scontro e i nemici volta per volta e dar vita a combinazioni letali che sfruttino relazioni di causa-effetto rese immediate dallo scorrere del tempo.
Per esempio, nelle primissime battute del gioco incontreremo un nemico dotato di un impenetrabile scudo di ferro, per rendere meno efficace la sua difesa dovremo prima di tutto infliggere lo status Fradicio (effetto secondario della magia elementale di tipo Acqua) dopodiché mandare nel futuro il nemico così da provocare allo scudo lo status Ruggine e penetrare la difesa.
Questa è solo una delle possibili applicazioni: con un po’ d’ingegno potremo rendere possibile davvero ogni situazione nel campo di battaglia, dalla crescita istantanea di piante a nemici che vengono sconfitti all’istante per aver subito in pochi secondi i danni dello status Veleno accumulati per anni. Un altro punto di forza di Cris Tales sta sicuramente nei nemici stessi, ognuno infatti avrà tra diverse varianti temporali con le proprie caratteristiche, starà a noi quindi decidere in quale epoca affrontarlo.
Per esempio, un lupo che incontriamo nel presente e mandiamo nel futuro diventerà un lupo alpha che con gli anni si è rafforzato, aumentando tutti i suoi parametri, quindi converrà tenerlo nel presente, mentre un mago del presente con la vecchiaia accrescerà il suo attacco magico, ma allo stesso tempo sarà più gracile in termini di HP e difese e sarà possibile mandarlo al tappeto con un colpo solo, o ancora un soldato del presente era solo un cadetto inesperto nel passato, mentre nel futuro sarà un valoroso generale, meglio quindi combattere contro la sua versione giovane!
Insomma, le possibilità sono pressoché infinite ed è una vera e propria sorpresa vedere una profondità del genere arrivare da un titolo indipendente come Cris Tales. A rendere il tutto ancora più strutturato c’è anche il fatto che le interazioni non si limitano solo ai viaggi temporali, ma diverse magie possono anche creare combinazioni tra loro, per dirne una, un nemico Fradicio subirà più danni da attacchi elettrici.
Per non parlare poi dell’Equipaggiamento, sebbene ogni personaggio del party abbia una sola arma che è possibile upgradare fino a cinque volte, sarà possibile modificare l’arma stessa tramite dei cosiddetti “portachiavi” che andranno a donare agli attacchi effetti secondari di ogni genere; questa possibilità, unita al fatto che potremo anche equipaggiare i nostri con diversi oggetti come collane, anelli (ce ne sono di specifici per la mano destra e per quella sinistra!), stivali e quant’altro, permetterà di costruire build che, a seconda della situazione, potrebbero rendere i nostri eroi davvero letali!
A differenza di alcuni titoli dello stesso genere in cui in un primo momento tendiamo semplicemente a equipaggiare ciò che abbiamo a disposizione per puntare alle vere build solo nelle fasi più avanzate, il tasso di sfida di Cris Tales (nettamente più alto del previsto) ci richiederà di iniziare fin da subito a capire come sfruttare ogni singolo personaggio nel modo più efficace possibile, dal momento che, soprattutto nelle fasi iniziali e in alcune boss fight, una cattiva gestione del gruppo potrebbe portare più spesso del previsto al game over.
Unico neo dell’intera produzione a livello di gameplay è una certa lentezza nella progressione, non parlo della curva di evoluzione dei personaggi (davvero ben calibrata) quanto dell’avanzamento fisico nelle stesse mappe di gioco, i movimenti di Crisbell durante l’esplorazione dei dungeon risulteranno più lenti del dovuto e gli incontri casuali talvolta molto più rari di quanto ci si aspetterebbe e preceduti da un caricamento iniziale (anche su console next-gen), due elementi che vanno inesorabilmente a spezzare il ritmo del gioco e a inficiare sulla godibilità generale dell’esperienza.
Comparto tecnico senza tempo!
La trama (molto classica) è ben raccontata, il gameplay è soddisfacente, ma il comparto tecnico è senza dubbio il punto più alto dell’intera produzione: Cris Tales è, in ogni singolo momento, una vera gioia per gli occhi e per le orecchie!
Non nascondo che, fin dal suo reveal, il titolo ha attirato la mia attenzione grazie al suo stile grafico che ricorda quello dello studio Trigger in opere come Kill la Kill e Promare: colori accesissimi che spesso escono dai bordi o non li riempiono del tutto, assenza totale delle sfumature che mette in contrasto i colori stessi, stile dei personaggi caricaturale e animazioni fluidissime e ipercinetiche; non ci si stanca davvero mai di guardare i personaggi agire in battaglia o muoversi negli scenari di gioco, il tutto inframezzato anche dalla regia delle cutscene che, per quanto basilare e spesso animata in frame in stile Flash Player, riesce a risultare davvero accattivante per la quantità di elementi a schermo e per la cura riposta in ognuno.
Per non parlare poi della colonna sonora, se si mettono le cuffie e si chiudono gli occhi ci si dimentica completamente che si sta giocando a un titolo indie, anzi, la prima impressione è di trovarsi davanti a un Best Of della colonna sonora di Kingdom Hearts, che già di suo risulta a livello melodico e musicale una delle saghe videoludiche più significative di sempre. Le tracce di Cris Tales spaziano da pezzi più rilassati in fase di esplorazione ad altri più ritmati e incalzanti che mettono l’accento sulle battaglie più concitate, passando per melodie più elaborate nei dungeon che riflettono la natura stessa dei luoghi in cui ci si sta avventurando.
In definitiva, Cris Tales è un JRPG vecchio stampo in ogni suo aspetto, ma che grazie a una profondità di gameplay dovuta a meccaniche uniche e brillanti e a uno stile grafico e sonoro accattivante riesce a risultare una produzione moderna in tutto e per tutto; un titolo che già riusciva a incuriosire in fase di anteprima e nella sua demo (disponibile su PlayStation e Nintendo, mentre su Game Pass di Xbox è gratuito fin dal lancio), ma che nella sua forma completa è in grado di superare ogni più rosea aspettativa: un passaggio obbligato sia per gli amanti del genere che per chi ha voglia di immergersi per la prima volta nel genere per poi magari andare alla ricerca di qualcosa di più complesso.