Crucible, lo sparatutto in terza persona sviluppato da Relentless Studios per Amazon Game Studios, che ottenne un 5,5 nella nostra recensione, chiude i battenti. L’annuncio è stato dato con un post sul sito ufficiale del gioco. Dopo essere approdato a maggio 2020 su Steam – disponibile solo per Microsoft Windows – Crucible era tornato in closed beta dopo circa un mese, a luglio. Già questa mossa, oltre a certificare ufficialmente il lancio disastroso del gioco, sembrava gettare ombre sul suo futuro.
Nell’annuncio circa la chiusura di Crucible, in cui vengono fatti i ringraziamenti di rito alla community, si rende noto ai giocatori che nelle prossime settimane ci sarà una sessione finale di gioco organizzata dagli sviluppatori. Le partite custom termineranno il 9 novembre alle 12pm Pacific Time.
Amazon offre rimborsi totali per ogni acquisto in-game effettuato su Crucible, nel caso tu fossi interessato puoi trovare tutte le informazioni del caso sulla pagina supporto di Amazon Game Studios.
Crucible in effetti mancava di un’identità precisa, e forse era arrivato sul mercato ancora troppo acerbo. L’offerta di sparatutto free-to-play è più che ampia, e per sperare di avere successo, o quanto meno un lancio positivo, un titolo deve essere parte di una serie affermata o avere un’idea di base e una realizzazione solide e originali. Il tentativo di Crucible era ottenere un mix tra gli fps stile Overwatch e alcune meccaniche tipiche dei MOBA, ma il risultato è arrivato corto su entrambi i fronti. Ci avevano provato titoli molto più interessanti, basti pensare al compianto Paragon, che certamente non ebbe la fortuna che meritava.
Crucible e Amazon, ma il videogame non è un gioco
Per Amazon si tratta del secondo smacco di un certo livello dopo quello di Breakaway, gioco che resta ancora difficile capire cosa fosse – e resterà così, visto che è stato cancellato addirittura prima di uscire. Anche l’attuale titolo di punta di Amazon Game Studios, New World, è stato rinviato. Ad Amazon non mancano certo le risorse scendere sul campo in qualsiasi settore, gaming compreso, e sicuramente alla lunga riuscirà a sfondare. Ma a volte la strategia del colosso statunitense da l’idea di un’escalation compulsiva – dobbiamo essere fortissimi anche nei videgames, e subito! – basata più sull’utilizzo dello strapotere economico che su progetti ben strutturati.
Cosa mi ricordano queste cose? Colosso americano, strapotere, escalation, tonfi clamorosi… mi torna in mente una battuta (un po’ da nerd) che trovai “sull’internet” e con cui concluderò per stemperare questa notizia comunque triste:
“Forza, vi sfido: fatemi il nome di un super-eroe di pari categoria che possa battere Capitan America!”
“Capitan Vietnam.”